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Magi è stato uno dei manga che ho apprezzato di più tra tutti quelli che ho letto, quindi ci terrei ad elencare i punti salienti, sia dei meriti sia dei difetti, che ho riscontrato.
Innanzitutto inizierei con l'elogiare l'autrice per la fantasia cui ha fatto ricorso, creando una storia eccezionale nei particolari. Molti difatti, imbattendosi nel tema religioso, tendono a metterlo in secondo piano per evitare conflitti, oppure si attengono ai classici. Ohtaka invece,come raramente succede, ha voluto spontaneamente sperimentare qualcosa di nuovo, o per lo meno qualcosa in cui io non mi ero mai imbattuta, un creatore completamente diverso da come possiamo immaginarlo, lontano dagli stereotipi comuni, un creatore di deduzione incerta, che assume le sembianze di un semplice ammasso di energia dotato di propaggini che si protende dal cielo verso la Terra quando viene richiamato o quando lo ritiene necessario. La fantasia mitica unita a quella dei neologismi è sicuramente un punto davvero lodevole a favore della storia, devo ammettere.
I disegni sono ottimi, sebbene abbia notato somiglianze troppo evidenti tra alcuni personaggi: avevo inizialmente confuso Aladdin e Solomon, e mi sono confusamente protratta nella lettura per capitoli interi. D'altro canto c'è da ammettere che coesistono un innumerevole quantità di personaggi in questo manga e disegnarli tutti ben distinti e differenti sarebbe sinonimo di perfezione assoluta, quindi qualche difetto a proposito lo tralascerei volentieri, giacché nel complesso vale poco questa sottigliezza. Ogni personaggio poi ha la sua determinata psicologia e morale, ognuno col suo carattere, quasi tutti stabili delle proprie convinzioni. Tuttavia non mancano certo i colpi di scena; alcuni di questi mi hanno veramente impressionato, soprattutto la tormentata vicenda di Kassim e la fine del 20esimo volume con Hakuryuu e Judal.
Fortunatamente non ho riscontrato la frequente abitudine di gettare alcuni personaggi, magari secondari, nel dimenticatoio, in quanto anch'essi vengono ripresi e resi importanti in qualche determinato modo.
I dialoghi sono diretti e intrinsechi di emozioni, supportati dalle espressioni mimiche dei personaggi, regolarmente accentuate in base alla situazione e ai personaggi.
La vicenda, i segreti e i colpi di scena sconvolgono e ammaliano al contempo, e si sviluppano attorno ad una trama ben delineata, che viene scoperta man mano dal lettore.
Un punto a sfavore tuttavia è che va fatta notare la banalità dell'intreccio degli ultimi volumi, a partire dal 21-22. Considerando il tema della guerra, sicuramente validissimo e ben trattato, possiamo denotare come sia i re Sindbad e Koen, affiancato dal fratello Komei, ambiscano a creare un continente unito e senza conflitti, seppur per raggiungere tale determinato scopo essi utilizzino mezzi definiti dalla stessa autrice "vili", ovvero, detto in breve, combattendo la guerra con la guerra. E' una tematica questa affrontata già altre volte precedentemente, e la somiglianza più assurda l'ho riscontrata con l'anime Densetsu No Yuusha No Densetsu, nel quale sia il re Sion che il re Riphael bramano la creazione del medesimo regno senza guerre. In entrambi la tematica della guerra, così come di conseguenza quella della pace, viene districata dai personaggi nel medesimo modo, dunque a mio parere questa banalità poteva essere evitata.
Sono convinta tuttavia che la risoluzione sarà degna di tutto il bellissimo percorso del manga.