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Chi non vorrebbe essere speciale, nato con poteri paranormali che gli permettano di fare cose incredibili?
Saiki, ecco chi.
Saiki Kusuo è dotato fin dalla nascita di capacità fuori dal comune, ma vorrebbe solo farsi una vita tranquilla e passare inosservato; è un misantropo, perché l'attenzione della gente lo irrita, e, quando sei in grado di teletrasportarti, far volare gli oggetti e leggere nella mente, è facile farti notare, anche controvoglia. Per questo motivo, il nostro cerca sempre di non attirare l'attenzione, prendendo voti né troppo alti né troppo bassi a scuola, evitando di eccellere nello sport nonostante le sue capacità fisiche sovrumane, e soprattutto nascondendo i suoi poteri agli altri, ma a tutto questo c'è un forte ostacolo: Saiki è particolarmente empatico e, nonostante cerchi di evitare le scocciature che il prossimo può portargli, finisce spesso per aiutare, dietro le quinte, chi ne ha bisogno, e uno strano karma lo fa finire sempre oggetto della gratitudine altrui, portandolo a costruire una cerchia di amici non desiderati, a cui, però, potrebbe abituarsi...

"Saiki Kusuo no Psi Nan" è la (seconda) conversione anime del manga omonimo di Shuuichi Asou, pubblicata su Shounen Jump e già arrivata al ventesimo volume: non è difficile capire come questa serie abbia ottenuto il successo che ha in patria, seguendone la conversione anime.
Di commedie scolastiche ce n'è quante stelle ci sono in cielo, ma poco spesso si assiste a un'opera in grado di prendere in giro il genere e mostrare personaggi fuori dai cliché, o meglio, che prendono i luoghi comuni e ne fanno una parodia azzeccata: il compagno di classe "grosso e poco sveglio" del protagonista è talmente "poco sveglio" che la telepatia su di lui non funziona; la "bella della scuola" ha un'aura dorata perennemente intorno e fa di tutto per essere pura, dolce e delicata, impuntandosi se qualcuno non viene colpito dalla sua bellezza; lo sportivo del gruppo è talmente fissato per la competizione da sfiorare l'autolesionismo.
Ma attenzione: la serie non è una parodia del cliché, ma vuole raccontare una storia, sfruttando la presa in giro di questi canovacci solo di tanto in tanto.

Un punto a favore di "Saiki Kusuo no Psi Nan" è la durata degli episodi: in Giappone andava in onda quotidianamente, dal lunedì al venerdì, con episodi da cinque minuti, e i cinque episodi settimanali venivano poi "fusi" in una puntata canonica da venticinque minuti domenicale: questo aiuta moltissimo a mantenere il ritmo delle gag alto, perché un episodio di durata così breve non può avere punti morti e, al contempo, la frequenza con cui gli episodi venivano trasmessi permetteva di limare la sensazione di "assaggio che non sazia" tipico delle serie con puntate di breve durata.
Questo aiuta a familiarizzare rapidamente con tutti i personaggi (visto che in una ventina di minuti si possono avere cinque storie differenti con cinque comprimari differenti, e i personaggi secondari sono moltissimi, e ben caratterizzati), senza però sacrificare la narrazione in sé e per sé: ci sono anche delle piccole "saghe" che possono coprire cinque, dieci mini-puntate e che raccontano il cambiare del rapporto tra il protagonista e gli altri; questo perché la serie ha comunque una trama di fondo, che ci mostra la graduale apertura di Saiki nei confronti degli ignari compagni di scuola, famiglia e conoscenti, facendolo evolvere pian piano e limando la sua misantropia.
Anche la vita dei personaggi secondari viene, inoltre, approfondita, con retroscena, ma anche evoluzioni di ogni genere, lavorative e sentimentali: c'è chi si innamora, chi si lascia... la situazione, anche se il genere può spesso darlo per scontato, non è statica, ma in continua evoluzione.
Nel corso dei 120 micro-episodi c'è anche la possibilità di azzardare metodi di narrazione più "particolari", legati, magari, a un evento "esterno" alla serie, come può essere il raggiungimento del centesimo episodio, e tutto questo dà quel "guizzo" in più all'opera, così come un sapiente uso dello sfondamento della quarta parete, che non lancia semplici strizzate d'occhio allo spettatore ma si limita a ridere di alcuni luoghi comuni delle opere animate e fumettiste nipponiche (scopriremo, per esempio, perché spesso negli anime vengono lacerati i vestiti lasciando solo le parti "sensibili" coperte con estrema precisione, o perché, nonostante la tipica etnia nipponica, in anime e manga ci sono personaggi con colori di capelli improbabili).

Il doppiaggio è eccellente, soprattutto per quel che riguarda il protagonista, con la voce di Hiroshi Kamiya: è una persona dal tono fondamentalmente calmo e distaccato, ma che necessariamente si trova irritato dalle persone che gli ronzano intorno, e che spesso lancia commenti caustici alle azioni e ai ragionamenti altrui, e questo viene reso benissimo dalla recitazione del doppiatore, che dà il giusto spessore al personaggio.
Nota di merito anche a Daisuke Ono, che doppia il migliore amico (o almeno così lui si autoproclama) di Saiki, Riki Nendo: è un ragazzone tonto e con la faccia minacciosa, che viene ben interpretato da un attore che, tendenzialmente, ha ruoli ben più "fascinosi".
Questi due doppiatori non mettono però in ombra il lavoro compiuto da tutto il resto dello staff, che si è impegnato molto in una serie che in certi momenti necessita di sforzi notevoli per recitare al meglio le battute dei personaggi (che talvolta parlano con una velocità volutamente eccessiva, richiedendo manovre peggiori di uno scioglilingua).

L'anime vanta una doppia coppia di opening ed ending, di Natsuki Hanae e delle Denpagumi Inc., che si scambiano i ruoli: prima l'uno si occupa dell'opening, e le altre della ending, e poi il contrario.
In tutta sincerità trovo i brani delle Denpagumi Inc. più apprezzabili e adatti all'atmosfera folle della serie, rispetto alle ballate malinconiche di Natsuki Hanae, tant'è che la prima ending, "Psi-desu I Like You", è anche la mini-sigla degli episodi singoli, ed è quindi palese come sia più "ufficiale" dell'opening degli episodi lunghi.

"Saiki Kusuo no Psi Nan" è, in conclusione, una serie che sa far buon uso di un setting abusatissimo, quello della commedia scolastica, dimostrando un carattere forte, un'innata vena comica, una genialità sull'utilizzo dei poteri del protagonista e sulle loro implicazioni, una saggia gestione dei tempi e un buon comparto tecnico: anche se conta 120 episodi, arrivati alla conclusione dispiace molto lasciarla andare, perché la serie è estremamente abile a far sentire Saiki, Nendo e gli altri personaggi "di famiglia".