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A distanza di sei anni, “Blue Exorcist” ritorna in versione animata con una seconda stagione che, nonostante qualche sbavatura, è risultata essere semplicemente ottima.

La storia riprende da dove la prima stagione aveva smesso di seguire il manga: Rin deve cercare di riallacciare i rapporti con i suoi amici che hanno appena scoperto la sua natura di figlio di Satana. Nel frattempo, i ragazzi vengono mandati a Kyoto per svolgere una missione per recuperare gli occhi del Re Impuro, in cui è stata imprigionata una violenta entità demoniaca. E’ meglio non dire altro per evitare spoiler.

La verità è che “Blue Exorcist” ha sempre avuto questo grande difetto di una trama non proprio originale, anzi, essa è a volte fin troppo banale. Tuttavia, in una cosa “Blue Exorcist” è sempre stato uno shonen più interessante rispetto a tanti altri: il rapporto tra i vari personaggi. Presi singolarmente, i personaggi sembreranno degli stereotipi, ma l’affinità che si crea tra di loro è semplicemente splendida.
In questa stagione, i personaggi che hanno dato il meglio di loro sono stati innanzitutto Rin e Yukio, i due protagonisti della storia. Il loro rapporto può essere sintetizzato in una frase che dice Rin alla fine della stagione: “Siamo come olio e acqua”. Infatti, Rin e Yukio sono la perfetta rappresentazione dei gemelli diversi. Ognuno ha una caratteristica o una peculiarità che l’altro non possiede, che l’altro inesorabilmente ammira e qualche volta invidia: Rin ammira l’intelligenza di Yukio, mentre Yukio ammira il coraggio di Rin. Yukio invidia i poteri di Satana che non è riuscito ad ereditare, mentre Rin li disprezza. Ed è questo che rende i due fratelli “umani”: desiderano ciò che non hanno, ma disprezzano ciò che hanno. Tuttavia, nel corso della storia, Rin e Yukio accetteranno ciò che sono, maturando e crescendo.
Viene approfondito anche il personaggio di Bon, soffermandosi sul suo rapporto burrascoso con il padre, cosa che lo renderà in qualche modo ancora più vicino a Rin. Altro personaggio più approfondito, il che è stata una gradita sorpresa, è Shiemi. La graziosa esorcista/giardiniera è il personaggio che per chi scrive è risultato sempre il più tedioso: gentile fino allo sfinimento, timida come poche e soprattutto ha sempre bisogno di essere salvata. Tuttavia, in questa stagione ha dimostrato di essere tenace e di voler superare i propri limiti. Anche se non è ancora un personaggio così indimenticabile, questa sua maturazione è un bel passo in avanti. E’ naturale, però, che non tutti i personaggi siano stati approfonditi adeguatamente, ma forse avranno modo di mostrare il meglio di loro successivamente. D’altra parte, altri personaggi hanno mantenuto intatta la loro caratterizzazione senza particolari sviluppi, ma la loro presenza sullo schermo migliora sempre la visione, dalla fortissima Shura al carismatico Padre Fujimoto, fino al fin troppo ambiguo Mephisto Pheles.

Segnalando un paio di cose sull’apparato tecnico, si può notare come A-1 Pictures mantenga sempre una qualità abbastanza alta, nonostante in alcune scene il livello tecnico cali leggermente nei disegni dei personaggi, alle volte troppo spigolosi e sproporzionati. Le scene d’azione sono ben fatte, grazie anche ad un buon lavoro registico. Per quanto riguarda le musiche, non c’è stato qualche brano davvero memorabile, a parte una traccia che è stata ripresa dalla prima stagione. L’opening e l’ending invece rimangono piuttosto anonime.

Concludendo, la seconda stagione di “Blue Exorcist” ha soddisfatto tutte le mie aspettative, risultando essere addirittura migliore della prima stagione, rimanendo uno shonen semplice e divertente che a tratti è capace anche di far riflettere. La consiglio a tutti quelli che hanno apprezzato la prima stagione (e anche a chi non l’ha apprezzata), sperando che i produttori non facciano passare altri sei anni per far uscire un’altra stagione.