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L'originalità può essere raggiunta creando qualcosa di nuovo oppure sviluppando il potenziale celato in ciò che già esiste. "La Principessa e il Pilota" prende qualcosa di assolutamente vecchio e non sviluppa assolutamente nulla: la trama si può sintetizzare in una sfida all'intelligenza dello spettatore.

L'incipit introduce la Principessa come classica donna oggetto medievale, predestinata a sposare il Principe belloccio ma tonto (a metà film si capirà il suo livello di stupidità), per consolidare l'impero di Levamme, in guerra contro quello di Amatsukami: il suo personaggio ha vissuto sempre nella bambagia, parla solo se interrogato, ma dimostra di possedere competenze da medico di campo e occhio da cecchino. E qua da spettatore mi chiedo perché, pur vivendo su un'isola, non sappia anche nuotare...
L'evolversi delle vicende e alcuni flashback caratterizzano invece la figura del Pilota e il suo rapporto con la Principessa: preso a calci da quando è nato per il suo stato sociale di mezzosangue, insegue il sogno di volare libero (che gli fu ispirato proprio dalla Principessa), e diventa così un aviatore provetto per l'impero di Levamme, benché continuino a prenderlo a calci e male parole. E qua da spettatore mi chiedo perché non sia già passato al nemico...
Il resto della trama corre via alternando scene al limite della fisica, tra proiettili e cannonate schivate con indicibili esagerazioni dall'aereo dei nostri due protagonisti, e momenti di intimità, dove gli sceneggiatori cercano di giustificare il non plausibile sviluppo accelerato della personalità della Principessa. Il finale sfiora l'indecenza cerebrale e reca offesa ai minatori, sicuramente schiavi mezzosangue di Levamme, che hanno scavato oro presi a calci, solo per rendere "fiabesco" l'ultimo saluto. E qua da spettatore mi chiedo perché dovrei dare giudizi positivi a un film che mi costringe a leggere per iscritto sullo schermo come è andata a finire...

La grafica è complessivamente di ottima qualità, ma è palese che i modelli devono tutto agli anime Ghibli e a "Last Exile".
La colonna sonora è praticamente inesistente, e personalmente trovo troppo infantile la voce della Principessa adulta (la seiyuu aveva sedici anni all'epoca).

Se bastasse il bel cielo blu e l'aereo che sfreccia tra le nubi, sarebbe il film del secolo. Invece siamo di fronte alla "Sagra dei Cliché".

Voto: 6