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Premesso che ho visto tutte le sei stagioni di questo splendido anime, che ho imparato ad amare in sommo grado per la delicatezza della storia - anzi, sarebbe meglio dire delle storie - che racconta, non c'è un solo episodio nell'arco di tutte le sei stagioni che non mi sia piaciuto, o che mi abbia annoiato... mai, neppure una volta. Mi manca solo il film, poi credo di aver visto tutto.

Ogni yokai che Natsume incontra, ogni storia con cui entra in contatto, ha una sua poesia, un afflato di sentimenti sempre diversi e unici (amore, amicizia, solitudine, odio), che diventano bagaglio di esperienze soprattutto umane per il nostro giovane protagonista, che cresce, impara, scopre (la figura di sua nonna Reiko), matura di volta in volta, lentamente ma costantemente, a volte in maniera quasi impercettibile, altre volte in maniera dolorosa, arrivando a scoprire sempre qualcosa di sé e di come vuole rapportarsi a questo mondo nascosto che lui percepisce, e con cui deve imparare a convivere (e non sarà sempre facile) nella maniera più giusta per sé e per gli altri, che siano amici o genitori adottivi.
Ed è proprio questa crescita, questa maturazione e consapevolezza di Natsume che lega fra loro tutte queste storie apparentemente slegate fra loro.
E allora, a questo scopo arriva il confronto con altri personaggi che hanno il suo stesso potere (l'esorcista-attore o il clan Matoba), che hanno un approccio al mondo degli spiriti diverso, se non opposto al suo; da qui nasce la tensione, e si crea lo sviluppo di alcune puntate in chiave più drammatica, tutti elementi che portano Natsume a una visione più personale della sua relazione con gli yokai.

Un anime bello, poetico nelle immagini semplici eppure suggestive nei colori, nei fondali ricchi di dettagli stupendi.
Una quarta serie da vedere - come tutte le altre - e che si mantiene sullo stesso livello delle precedenti.