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6.5/10
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Qualche settimana fa decisi di rileggere per la seconda volta "Iris Zero". Sono passati all'incirca cinque anni da quando venni a conoscenza dell'esistenza di questo titolo, ma dopo una ventina di capitoli misi la serie in pausa e mi dimenticai di riprenderla. Nonostante questo manga sia in corso da ben dieci anni, al momento conta solo una quarantina di capitoli di 18 pagine ciascuno. Non comprendo la ragione per il quale gli autori abbiano deciso di pubblicare la serie con la cadenza di un volume ogni due anni, tuttavia, non posso negare che, nonostante i pochi capitoli, la storia ha già iniziato a stancare, tant'è che sono nuovamente indecisa se sospenderla definitivamente o lasciarla temporaneamente in pausa.

L'introduzione è sicuramente molto interessante e ha come protagonista un studente di nome Toru Mizushima emarginato dai suoi coetanei. La ragione dietro a ciò risiede nel fatto che il ragazzo è un Iris Zero. Circa ventisette anni prima degli eventi correnti, infatti, iniziarono a nascere delle persone in possesso di un potere denominato "Iris" che gli consente di vedere delle cose particolari. Per esempio, alcune persone sono in grado di vedere una percentuale che indica quanto una determinata persona o un oggetto è adatto a svolgere un compito, mentre altre possono individuare i bugiardi grazie a una coda che compare dietro a chi sta mentendo. Non si tratta di poteri sgargianti come quelli dei supereroi a cui siamo abituati, ma sono comunque delle abilità fuori dal comune che sono diventate via via più frequenti, tanto da riguardare oltre il 99% dei nuovi nati. Il restante 1% sono Iris Zero, ovvero persone prive di Iris che spesso sono vittime di discriminazioni.
Questa storia si concentra sulla vita scolastica di Toru e sul suo rapporto con gli altri studenti. Il suo motto è "mai esporsi" per non attirare l'odio degli altri, tuttavia, le cose si faranno estremamente complicate quando entrerà in contatto con Koyuki, la ragazza più popolare della scuola. Lei, essendo pura e innocente, lo prenderà subito in simpatia e inizierà a frequentarlo sempre più spesso per chiedergli di risolvere qualche problema. Toru, infatti, pur avendo una visione limitata rispetto agli altri, è molto perspicace e questo gli consente di trovare soluzioni a molti problemi solo grazie alla sua capacità di giudizio. Nonostante il ragazzo sia odiato da tutta la scuola, grazie a questo incontro con Koyuki riuscirà a stringere qualche amicizia.

In sostanza, la storia si concentra su due elementi fondamentali: l'apertura di Toru nei confronti di alcune persone e la reazione degli studenti nei confronti di un Iris Zero. Il primo tema a mio parere è stato gestito molto bene e con calma, dando il tempo al protagonista e allo spettatore di metabolizzare questa evoluzione. Il secondo punto, al contrario, non è stato gestito al meglio. Sotto molti aspetti le reazioni degli studenti rispecchiano perfettamente alcuni episodi di bullismo che interessano le nostre scuole, in cui le persone vengono discriminate semplicemente perché "diverse" in qualcosa e non per qualche ragione precisa, tuttavia, con l'avanzare della storia, queste discriminazioni hanno preso una piega sempre più ridicola e forzata, tanto da rendere noiosa e insensata una storia già di per sé un po' ripetitiva. Non mi riferisco ai modi con cui viene emarginato e sbeffeggiato il protagonista, ma proprio alle reazioni di paura e terrore degli studenti. Ad un certo punto della storia, infatti, inizieranno a vedere il protagonista come un vero e proprio mostro portatore di una malattia grave quanto l'ebola o la peste, il che non ha alcun senso. Questo atteggiamento non è ridicolo solo per le reazioni in sé, ma anche per il fatto che si tratta di una forzatura bella e buona, dato che attualmente solo gli adolescenti possiedono un Iris e quindi questo non spiega perché il protagonista dovrebbe essere un pericolosissimo mostro, mentre gli insegnanti e tutti gli altri adulti no. Non ho idea di quali intenzioni avesse l'autore, ma il lato psicologico e scolastico è andato un po' alla deriva. Fortunatamente ad accendere l'interesse ci sono i misteri che il protagonista dovrà risolvere per aiutare chi ne ha bisogno, tuttavia, ritengo che questo non sia sufficiente a fare di questo manga una serie quantomeno discreta.

A differenza delle comparse forzate, il protagonista e le persone a lui più vicine sono dei personaggi coerenti con loro stessi e ben costruiti. L'unico personaggio di una certa rilevanza che trovo forzato e privo di ogni logica è Harumi Tokita, che odia il protagonista per un motivo ancora più ridicolo di quello degli altri studenti della scuola e per tale ragione è pronto a distruggergli la vita.

Lo stile di disegno è molto kawaii e caratterizzato da personaggi i cui volti sono disegnati con pochi semplici tratti spigolosi. Gli sfondi, quando presenti, sono molto dettagliati, ma anche quando assenti sono ugualmente ben fatti in quanto il mangaka fa spesso uso di molti retini al fine di creare vari tipi di effetti sullo sfondo che rendono le tavole veramente belle da vedere.

Volendo fare qualche paragone, "My Hero Academia" ha un inizio simile e molti aspetti in comune con "Iris Zero", tuttavia, a differenza di quest'ultimo, la storia è in continua evoluzione e riesce sempre a stupire. "Iris Zero", invece, oltre ad essere forzato è anche ripetitivo, il che rende la lettura davvero pesante. Sicuramente non è un brutto manga, ma si trova sicuramente di meglio in circolazione. Per esempio, una serie che tratta molto bene il tema del bullismo è "A Silent Voice", da cui è stato tratto anche un film.
A chi deciderà di leggere "Iris Zero", consiglio solo di leggere pochi capitoli alla volta in modo da digerire meglio i volumi. In fin dei conti i capitoli escono molto di rado quindi non c'è nessuna fretta nel recuperare la serie.