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7.0/10
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"MeckaZ" è un fumetto japstyle ideato, scritto e disegnato da Nicolas David, autore francese esordiente che si è lanciato nel mondo del fumetto europeo proprio con quest’opera nel 2016.
Pubblicato in Francia dalla Olydri, i tre volumi che compongono l’opera sono stati pubblicati in Italia dalla casa editrice Mangasenpai tra il 2019 e il 2020 al costo di 6,90€ a volume.

Tako, uno studente strambo e sconsolato che perde la maggior parte del tempo pensando alle ragazze, si trasferisce in un liceo come tanti per frequentare il nuovo anno accademico.
Il liceo è però molto famoso per quanto riguarda la robotica, possiede infatti quattro club del settore, uno di questi molto importante per via del suo campione, M’on, la punta di diamante della scuola che ben presto conoscerà anche il nostro protagonista.
Però, contro la sua volontà, Tako viene coinvolto da Pia e Mentin ed entra a far parte del quarto club, il più scarso e, in quel momento, addirittura sprovvisto di un pilota.
Inizieranno così le vicissitudini di Tako e compagni che tra amicizie, amori, scuola, affetti e sentimenti proveranno a portare in alto, quantomeno all’interno della loro scuola, la fama del loro club di pilotaggio.


Venendo alla trama c’è poco da dire, un manga (e in questo momento ci tengo ad utilizzare proprio il termine manga) molto semplice e che sa di “già letto”, con le caratteristiche usate e riusate proprie degli shonen: un protagonista talentuoso (un po’ sfigato e con il solito vizio per le ragazze), un club scolastico (tipico nel sistema scolastico giapponese), un nemico molto forte da battere (come al solito) e qualche amico che sostiene il protagonista (con relazioni di amicizia e affetto in aggiunta). Qualcosa di nuovo? Pochissimo, o forse nulla, ma forse è proprio per questo motivo che leggendo MeckaZ ho avuto la sensazione di leggere un vero e proprio manga.
Del resto è dagli anni ’80 che i “robottoni” sono sulla scena e ancora la loro influenza si fa sentire e, aggiungo io, in MeckaZ questa influenza (un po’ ibridata!) si fa sentire eccome.
Il concetto di genere mecha è qui trasportato in un contenitore molto classico, quello dei club scolastici, dando la possibilità quindi di catalogare questo titolo anche come spokon.
A livello narrativo ci sono però delle pecche, o meglio, un po’ in tutto il manga ci sono delle pecche anche se, tutto sommato, nel complesso non lo rendono assolutamente un titolo insufficiente.
Il ritmo della narrazione è buono, in alcuni punti leggermente altalenante, a volte veloce, a volte lento, per subire una brusca accelerata nel finale, che potrebbe risultare un po’ frettoloso e poco curato. Ma anche in questo caso il ritmo, così come la struttura, portano a leggere MeckaZ come un vero e proprio manga.
Insomma, una trama abbastanza travolgente, che coinvolge il lettore e lo invoglia a leggere, ma che ogni tanto si inceppa, specialmente all’inizio del terzo e ultimo volume, diventando macchinosa, lenta e sgasata.

Per quanto riguarda i personaggi che dire? Nulla di nuovo anche in questo caso, ma anche in questo caso non male. Il protagonista e l’antagonista soprattutto! Due personaggi che pur ricalcando gli stereotipi classici dei loro ruoli riescono ad intrigare il lettore. I loro design sono basilari, quello di Tako un po’ più classico e semplice e quello di M’on un po’ più innovativo.
Punto negativo in questo caso sono i personaggi secondari, molto insapore e poco strutturati. Proprio questi personaggi non riescono a ricreare bene un microcosmo che, se ben realizzato, si sarebbe potuto inserire eccezionalmente nella struttura narrativa.
Ma rimanendo sui personaggi chiave le loro fattezze aiutano il lettore ad inserirsi maggiormente all’interno del racconto dandogli la sensazione di leggere un fumetto giapponese vero e proprio.

Nota stonata dell’opera, ma neanche troppo, i disegni. Il tratto di Nicolas David non è eccellente, ma c’è anche da dire che il tipo di opera che tratta non necessita di uno stile superlativo.
Il tratto è spigoloso, spesso incompleto e in quasi tutte le vignette poco curato. Spiccano però le scene di combattimento, dove la matita di David riesce a catturare il lettore seppur, anche in questi casi, i disegni presi singolarmente non siano eccellenti.
Gli stessi disegni in alcuni punti si fanno confusi, in alcune scene mancano gli sfondi, spesso alcune vignette sono invece troppo cariche e rischiano di stancare facilmente l’occhio del lettore.
Uno stile non eccellente quindi, anche se si sposa abbastanza bene con l’opera andando a ricreare quasi perfettamente l’atmosfera dei manga scolastici degli anni ’90.

Una piccola considerazione molto positiva va invece all’edizione del manga, che come detto sopra è stato portato in Italia dall’editore Mangasenpai.
Dei volumetti abbastanza robusti, soprattutto l’ultimo che contiene alcuni capitoli in più, curati, stampati su una carta di buona qualità e inoltre non ho notato problemi a livello di inchiostratura. Vanno sottolineate inoltre le sovraccoperte e l’utilizzo (in parte) del colore anche sotto le sovraccoperte, nella parte nascosta per intenderci.
Il tutto venduto comunque ad un prezzo più che onesto, soprattutto considerando le tariffe che girano oggi anche tra editori maggiori.


Concludendo cosa posso dire di MeckaZ? Un buon manga, certamente con diversi errori e punti di debolezza, ma sicuramente un buon manga che merita di essere letto e provato.
Una serie breve in soli tre volumi che consiglio praticamente a tutti, proprio perché il genere dell’opera potrebbe interessare un po’ a quasi tutti.
Un manga più che sufficiente, ma senza pretese o senza l’obbiettivo di voler risultare eccellente.
Personalmente ho apprezzato molto quest’opera, pur non amando per nulla il genere mecha e soprattutto pur essendo molto scettico riguardo ai fumetti japstyle che, ultimamente, stanno prendendo sempre più direzioni diverse tra di loro, non capendo con quale filosofia e con quale obbiettivo alcuni autori stiano cercando di portare alcune opere sul mercato. In questo caso Nicolas David invece non sbaglia, il suo obbiettivo, a parer mio, è chiaro e preciso: dare al lettore un’opera scritta da un francese ma che sa emozionare come un fumetto manga vero e proprio. E con MeckaZ c’è riuscito.</dai>