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È un anime originale e molto interessante, in particolar modo ho apprezzato il modo in cui mi ha trasportato nel mondo del folklore giapponese, un mondo variopinto e suggestivo.

I primi episodi mi hanno pienamente coinvolto. Belle le animazioni e i disegni, anche le opening e le ending orecchiabili e accattivanti, ma c’è un grande “ma”: ho trovato il tutto molto lento e ripetitivo.
Aoi, la protagonista, si ritrova a lavorare in una locanda per ayakashi, per poter ripagare un debito del nonno. Solo attraverso la sua cucina trova il modo di sopravvivere nel mondo nascosto e, a quanto pare, di risolvere qualsiasi problema si venga a presentare nel corso delle puntate. L’oni al quale deve ripagare il debito, in realtà, desidera prenderla in moglie, come stabilito dai patti col nonno di Aoi, ma ella si rifiuta. Odanna, questo il nome, è una presenza discreta e scostante, poco romantica e molto distaccata, pur fungendo da angelo custode per la ragazza. Speravo in un maggiore approfondimento psicologico o quantomeno in una certa evoluzione, ma la storia procede lenta e ripetitiva. Di romance c’è poco e nulla, mentre di cucina c’è davvero tanto, e personalmente non ho pienamente apprezzato.

In conclusione, sono arrivata alla fine annoiata e stufa, oltre che non poco delusa. L’inizio prometteva molto bene, Aoi non sembrava la solita protagonista timorosa e sottomessa, e di punti da sviluppare ce n’erano, eppure questi restano sempre abbozzati e quasi in sottofondo. Compaiono mille personaggi, che si fanno conoscere un po’ meglio, per poi scomparire nella moltitudine. Probabilmente, se fosse stata più breve, avrei apprezzato di più questa serie, considerandola un’opera originale e senza pretese, ma ventisei episodi me l’hanno quasi fatta odiare verso la fine.
Dunque, non so se la consiglierei. Forse, se non si hanno troppe aspettative, può risultare piacevole.