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"Keep your hands off Eizouken!" è una breve serie di appena dodici episodi tratta dall’omonimo manga di Sumito Oowara. Inizialmente la scartai pensando che si trattasse della solita commedia scolastica, tuttavia, decisi di darle una possibilità dopo aver letto i nomi di chi si sarebbe dedicato alla sua produzione e, a giudicare da quanto l’ho apprezzata, direi che è stata la scelta migliore. Questo, infatti, è un perfetto esempio di come non si debba mai giudicare un libro dalla copertina.

La serie ha come protagoniste tre studentesse che per una serie di motivi decideranno di creare un club scolastico dedicato alla produzione degli anime. Niente che non si sia già visto, potrebbe rispondere qualcuno, ma in realtà i punti di forza di questo anime sono proprio la personalità delle protagoniste e il modo in cui viene raccontata la storia. Il primo membro su cui si basa il gruppo è Asakusa Midori, una ragazza un po’ sempliciotta che trascorre sempre il suo tempo a disegnare gli sketch più disparati necessari a modellare l’ambiente su cui si basano le storie, cosa che la porterà ad occuparsi del concept design. Dato che le sue idee si basano sempre sulla sua immaginazione relativa agli anime, però, è affiancata dalla sua amica Kanamori, la quale ha il compito di sfruttare il suo interesse per i guadagni al fine di evitare che Midori commetta qualche sciocchezza. Al duo di partenza, si aggiungerà ben presto anche Mizusaki, la figlia di due attori che però sogna di diventare un'animatrice, il tutto senza renderlo noto alla sua famiglia.

Una delle caratteristiche di questa serie è il riuscire a unire perfettamente l’ambiente scolastico a quello lavorativo, dal momento che, pur rimanendo all’interno dell’istituto scolastico, la serie è in grado di evidenziare adeguatamente alcuni problemi reali che riguardano la produzione degli anime e le scelte interne degli studi di animazione, come per esempio le tempistiche e la selezione iniziale dei progetti al fine di scartare tutte quelle serie che potrebbero non riscuotere abbastanza successo e di conseguenza determinare una perdita economica per lo studio. Infatti, sebbene Asakusa e Mizusaki siano animate da una vera e propria passione per gli anime, se vogliono continuare ad impegnarsi in questo ambito devono necessariamente considerare anche l’aspetto economico, ed è qui che entra in gioco Kanamori, la quale ha il compito di porre un limite alle loro fantasie per riportarle con i piedi per terra.
Al di là di quanto possano essere trattati realisticamente determinati temi, ciò che colpisce di questa serie è anche l’ambiente in cui si svolge, in quanto è tutto ambientato all’interno di un paese ricoperto da corsi d’acqua. Oltre alla produzione in sé degli anime, su cui la serie non andrà nel dettaglio come nel caso di Shirobako, viene dedicato molto tempo anche alle esplorazioni che le ragazze svolgono per trovare l’ispirazione per i loro progetti, il che ci permette di ammirare gli sfondi ricchi di torrenti, edifici bizzarri e sotterranei misteriosi. Inoltre, al fascino dell'esplorazione si aggiunge la vivacità del gruppo che contribuisce a rendere ogni episodio davvero spensierato.
Proprio grazie agli sfondi e alla vivacità delle protagoniste, l’anime riesce a trasmettere perfettamente allo spettatore la loro passione per l’animazione. Nel mio caso, inoltre, ha rappresentato una vera e propria ventata di aria fresca, cosa che ormai provo sempre più raramente di fronte ad una serie e che mi ha ricordato ciò che provai quando vidi le prime serie che mi fecero appassionare al mondo di anime e manga. Per quanto mi riguarda, questo rappresenta un motivo più che sufficiente per farmi apprezzare la serie, ma in realtà sono stata pienamente soddisfatta anche di ciò che sta dietro alla produzione di Eizouken. Lato musiche, alcune di essere sono state riutilizzate molto spesso, ma senza mai stonare con le scene in cui sono state inserite, specialmente nei momenti in cui l’immaginazione di Asakusa prendeva vita. Lato sigle, invece, non posso non citare l’opening, la quale è diventata un vero e proprio tormentone che durante la messa in onda dell’anime ha dato vita ha letteralmente invaso i social. In merito alle animazioni, anche in questo caso è stato svolto un ottimo lavoro che ha contribuito a dare ancora più personalità alle protagoniste. Non è raro imbattersi in commenti che definiscono il character design e le animazioni di Science SARU troppo semplicistiche, ma in realtà si tratta semplicemente di uno stile caratteristico di questo studio e il fatto che molti anime seguano un determinato canone non implica che debba essere applicato da tutti gli studi di animazione per tutte le opere.

In sostanza si tratta di un’ottima serie che mi ha ricordato cosa significa rimanere affascinati da una storia. Solitamente tendo ad assegnare valutazioni molto positive solo a serie in grado di tenermi incollata allo schermo, ma questa sarebbe effettivamente una discriminazione per tutte quelle serie che non puntano ad avere una trama basata unicamente su una serie di misteri molto intricati, motivo per il quale non vedo alcuna ragione per non dare un ottimo voto ad una serie che ho apprezzato molto. Sfortunatamente, a causa di una scelta registica delle protagoniste avvenuta nell’ultimo episodio, non me la sento di assegnargli un 10 pieno, ma si tratta ugualmente di una serie veramente interessante, che consiglio a chiunque.