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Premetto che per apprezzare la serie bisogna accettare le voci squillanti e bambinesche di alcune delle ragazze (adolescenti di quattordici/quindici anni), oltre che una storia altalenante che a tratti sembra essere buttata lì a caso e altre volte riesce a deluderti, nonostante sia comunque estremamente prevedibile. Ho iniziato a guardare "Little Busters!" poiché sono innamorato di altre serie del maestro Jun Maeda, come le meravigliose storie di "Kanon", "Clannad" e "Angel Beats!".

Anche per "Little Busters!" il genere di storia segue lo stesso filo dei suoi predecessori: ambiente scolastico, ragazze in difficoltà e il protagonista che trova un modo drammatico di salvarle... Se non che in questa storia qualcosa non è andato perfettamente come nei precedenti.
Alcuni personaggi peccano di "umano". Non sono personaggi fuori dal comune... sono semplicemente alieni. Certi comportamenti sono da psichiatria; mi duole, ma qui si intende della dolce Komari in primis. I suoi stessi parenti si comportano nel modo sbagliato, facendola arrivare al punto che una persona estranea alla famiglia, meno matura e ignorante della vita della ragazza, arrivi a salvarla e a portarla a una maturità che le sarebbe dovuta essere insegnata dai suoi stessi genitori.

Ammetto che stavo per abbandonare la serie, vista la banalità dei personaggi stereotipati oltre ogni possibile immaginazione e una storia che non pensavo mi avrebbe mai coinvolto, ma con la conclusione del primo arco mi sono dovuto ricredere e sono riuscito a trovare quel barlume di bellezza che Jun Maeda è riuscito a trasferirmi con la sua storia.
Questa volta non troveremo il romanticismo e il palese innamoramento di una o più ragazze nei confronti del protagonista. Qui il vero filo conduttore è l'amicizia pura. E - mamma mia! - se lo fanno sembrare meraviglioso.
Ma ecco il protagonista, Riki Naoe, il ragazzo buono e gentile, altruista e comprensivo, ben diverso da Tomoya o Otonashi, che mostrano una sicurezza che nel piccolo Riki manca. È un personaggio fragile rispetto agli altri ragazzi, è il più piccolo del gruppo dei maschi, motivo per il quale viene preso di mira dalle ragazze, che in un episodio lo trattano come una bambolina in cross-dressing. Ma tutto questo non sbiadisce il personaggio brillante che è Riki e, man mano che avanza la storia, ci si tende ad affezionare sempre di più.
Ma tutti i personaggi hanno quella qualità di cui ci si innamora: la tenera gattara Rin, che assieme a Masato e Haruka fanno le migliori gag; Kurugawa, Kyosuke e Kengo, i 'figoni' del gruppo che brillano di luce propria; Kud, che si simula cane, rimanendo comunque un personaggio tenerissimo; Mio, che nel silenzio riesce a trasmettere i migliori consigli; e Komari, che è sempre pronta a trovare un modo per far sparire la tristezza dal gruppo.

La commedia è demenziale quanto sono stereotipati i personaggi. Non sempre dona il lusso di far uscire una risata, ma quelle volte che ci riesce puoi stare certo che il sorriso ti rimarrà stampato sulle labbra fino alla fine dell'episodio.
I drammi invece non sono mai convincenti, e sono stati perlopiù banali e intuibili, con finali semplici e forzatamente positivi. Sembra assurdo che, per la semplicità con cui si sono risolti, durante la serie non si siano risolti già prima, fuori dalla visione dello spettatore.
Un ultimo punto a favore sono le side-story, che spero siano il tema principale della seconda stagione. Il mistero de "Il segreto del mondo", il passato di Kyosuke, il libro del ragazzo e la ragazza e gli otto nani... tante domande a cui non si è trovato riscontro in ventisei episodi.

"Little Busters!" si chiude con un finale bellissimo che ti lascia contento e soddisfatto, con un bellissimo messaggio di amicizia ma con moltissime domande che ti invita a scoprire nella seconda stagione.
Concludo come ho già segnalato in precedenza. Questo non è un capolavoro, ma nel suo piccolo rimane comunque un bel modo di passare il tempo. Tra una risata e un sospiro melanconico, la serie viene conclusa in un attimo.
Il tocco di Jun Maeda è ben presente ed è sempre un piacere ritrovarlo.