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L'addio di Miyazaki alla scena cinematografica. Eccetto che poi è tornato, e ne siamo lieti.
Che dire? Un film piuttosto lento, ma quello non è per forza un difetto. Anche "Pioggia di Ricordi" e "Una tomba per le lucciole" sono lenti, eppure sono film straordinari.

Un grande plauso alla realizzazione tecnica del film, superlativa come sempre e senza tempo. È interessantissimo anche che gli effetti sonori siano stati realizzati con la voce e la bocca umana.
Bello l'aspetto onirico: sogno, immaginazione e realtà quasi si confondono. Ottime atmosfere, fa un grande effetto. Noiosetta la prima metà del film, un po' più vivace la seconda parte.

Il protagonista è un personaggio particolare. Diligente e cortese, ma anche molto freddo e distaccato.
Sicuramente ho anche apprezzato come il film dia uno sguardo a un periodo storico in cui il Giappone non aveva ancora conosciuto il progresso tecnologico che oggi lo caratterizza. Interessante che Miyazaki abbia inserito due persone reali: Jiro Horikoshi e Giovanni Caproni. Ho apprezzato che assuma un tono leggermente più drammatico e maturo rispetto a tante altre opere del regista, anche se la storia d'amore non ha nulla che mi abbia interessato, e Nahoko Satomi non è un personaggio che mi abbia preso granché, a parte essere carina e avere l'hobby della pittura.
Interessante Castorp, ovvero quel tipo di personaggio che è in grado di leggere bene le situazioni. Un acuto osservatore, e il suo dialogo con il protagonista non si dimentica.

Però, come dire? Lo trovo un film che può apprezzare soltanto chi è grandemente appassionato agli aeroplani e alla vita di Hayao Miyazaki. Com'è ben risaputo, anche se ad uno sguardo superficiale non si nota, "Si alza il vento" è molto autobiografico. Come lo era in parte anche "Il mio vicino Totoro".
Jiro Horikoshi, difatti, è senza dubbio l'alter ego del regista, grande amante di aerei.

Vedo che il nostro Hayao ha qui completamente messo da parte l'aspetto ambientalista, ne ha fatto più una questione pacifista: gli aerei sono strumenti di guerra, ma diventeranno anche dei semplici mezzi di trasporto, per il piacere del viaggio. Come sempre, Miyazaki edulcora la realtà e tratta la guerra in maniera puramente concettuale, senza mostrarla.
Il film non considera minimamente quanto gli aerei inquinino l'atmosfera, aggravando l'effetto serra. Questo lo possiamo in qualche modo spiegare tenendo conto che è un film ambientato agli inizi del ventesimo secolo e una sensibilità verso il tema dell'inquinamento era pressoché inesistente.

Tutto ciò non toglie che l'ho trovato un po' troppo autocelebrativo e un po' noioso.
Non che sia sgradevole, ma non è un film che possono amare tutti, e non un film sul quale tornerò.