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Da qualche tempo non è insolito imbattersi in progetti che coinvolgono a vario titolo “next generation” di opere che hanno avuto particolare successo negli anni.
Alla fine è arrivato il turno anche per una serie alla quale sono particolarmente affezionata: “Inuyasha”. In modo del tutto inaspettato, infatti, è stata annunciata una stagione animata con protagonisti i figli della “vecchia guardia”, e la notizia mi ha lasciata perplessa: da un lato ho cominciato a farmi un sacco di aspettative all’idea di rivedere i personaggi che mi hanno fatto scoprire il mondo dei manga, dall’altro ho iniziato ad avere anche un sacco di preoccupazioni, poiché spesso questi spin-off sono solo opere commerciali imparagonabili alla storia originale.
Ahimè, “Yashahime” non si è dimostrata una degna erede della serie che l’ha generata. I difetti di quest’opera sono purtroppo tanti e riguardano aspetti diversi che andrò in ordine ad elencare.

I personaggi principali
Le tre protagoniste sono le gemelle figlie di Sesshomaru (Setsuna e Towa) e l’unica figlia di Inuyasha (Moroha). Towa è cresciuta nell’epoca presente, e le vicende sono viste spesso dal suo punto di vista; nonostante il suo personaggio sia dunque pensato per far immedesimare gli spettatori, fallisce completamente nel tentativo. Inizialmente viene rappresentata come una ragazzina che vuol essere alternativa alle rappresentazioni più stereotipate delle liceali giapponesi, ma finisce banalmente per ricalcare il cliché della protagonista-maschiaccio ma ingenua e buonista fino allo stucchevole. Le altre due, invece, sono prive del background che meriterebbero in quanto protagoniste; un episodio scarso a testa per raccontare il loro passato è troppo poco, soprattutto alla luce dell’importante numero di episodi che ha avuto la serie a disposizione.

La gestione degli episodi
Come accennato poco sopra, la storia si compone di ben ventiquattro episodi, ma i tempi sono stati gestiti malissimo: minuti e minuti di eventi al limite del filler e poi sviluppi veramente importanti come la caratterizzazione e l’evoluzione dei personaggi vengono appena accennati e non adeguatamente trattati. Anche le spiegazioni sono confusionarie a causa di questa incomprensibile velocità, e gli antagonisti sono così poco approfonditi, che le loro azioni sembrano prive di valide fondamenta.

I rapporti di forza
Altra nota dolente sono gli scontri: non parlo solo di scene d’azione banali ma degli esiti dei combattimenti. È evidente, infatti, che il gruppo delle tre non sia poi così forte: Towa è priva di qualsiasi tecnica e la velocità con cui impara/inventa poteri demoniaci è al limite del ridicolo, Sestuna è una cacciatrice di demoni addestrata, ma anche lei non ha particolare familiarità con il suo lato demoniaco (poiché all’inizio sigillato) e come la gemella è una mezzo-demone, Moroha infine è demone solo per un quarto, con addirittura il suo potere limitato da Kagome. Nel corso degli episodi le vediamo scontrarsi con demoni che dovrebbero essere molto più forti di loro, ma, nonostante questo, vengono battuti in men che non si dica dagli stessi due attacchi in croce che le nostre eroine sanno fare.
Certo, anche Inuyasha era un mezzo-demone che andava vincendo i combattimenti da bravo protagonista, ma poteva contare su una spada in partenza già molto potente e che comunque subiva continui power-up; ogni vittoria era inoltre sudata e la difficoltà del combattimento era proporzionale al livello del nemico, la cui forza si inscriveva in una gerarchia di poteri demoniaci ben definita.
In “Yashahime”, invece, esclusi Sesshomaru e Kirinmaru, tutto il resto del globo terracqueo sembra abitato da demoni talmente scarsi e privi di esperienza, da farsi battere dalle prime adolescenti sprovvedute che passano.

La storia
La sceneggiatura è sicuramente il problema principale. La storia parte imbastendo misteri e intrecci, ma nel corso degli episodi ben pochi nodi vengono al pettine e spesso regna solo la confusione più totale.
È di pochi giorni fa l’annuncio di una seconda stagione, ma questo non è sufficiente per giustificare una massa di episodi inconcludenti. Mi auguro che la futura stagione chiarisca molte delle incongruenze seminate in giro, o forse sono solo io che devo arrendermi al fatto che non saprò mai perché chiunque (amici, nemici, sconosciuti e passanti) chiami le tre protagoniste “principesse”, manco ce lo avessero tatuato in fronte.

I vecchi protagonisti
Su quest’ultimo punto devo rimandare le lamentele in attesa del seguito, ma non posso negare che quel poco che ho visto sia stato deludente sotto ogni punto di vista.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

L’unico episodio dedicato alla sparizione di Inuyasha e Kagome mi ha letteralmente fatto cadere le braccia.
Sesshomaru invia i nostri a far visita alla tomba del Generale Cane, e i due restano veramente lì per più di dieci anni senza riuscire a uscire? Miroku e Sango non si chiedono che fine hanno fatto? Nessuno prova a salvarli? Inuyasha potrà anche uscire indenne da un decennio passato letteralmente in mezzo al nulla, ma Kagome la do per persa... Moroha viene portata alla tribù di Koga, ma non conosce Miroku e famiglia, davvero Sango non si è mai preoccupata delle sorti della figlia della sua amica? Anche Sestuna viene tenuta all’oscuro da Kaede su chi siano i suoi genitori e sull’essere la cugina di Moroha, per quale motivo?

Fine parte contenente spoiler

La seconda stagione, quindi, dovrà chiarire molti punti oscuri, se non vuole essere bocciata malamente.

Con così tanti problemi la serie non va oltre la sufficienza, considerando anche che in vari episodi le animazioni e gli intercalari sono inguardabili.
L’unica nota di merito è rappresentata dalle OST e dalle sigle, che fanno guadagnare alla valutazione un altro mezzo punto, ma a mio avviso oltre non si può andare.
Voto: 6 ½.