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8.0/10
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Ho letto Maka Maka davvero per caso, alla leggera, senza alcuna pretesa o aspettativa e sono rimasto decisamente sorpreso in maniera positiva: il suddetto si è rivelato un prodotto capace di andare oltre al semplice materialismo dell’erotismo fine a sé stesso, compiendo un viaggio sia nella vita sentimentale e sessuale, sia nei meandri della quotidianità di tutti i giorni delle due giovani protagoniste.
Una storia lesbocentrica suddivisa in due curatissimi albi a colori, capace di far emergere un’inaspettata introspezione oltre ad un telefonato e delicato “soft porn”.
Impossibile non rimanere affascinati dal lato puramente tecnico dell’opera: il sapiente uso della cromatica crea giochi di luci e ombre di varie tonalità in un affresco onirico, umido e palpitante. Torajirou Kishi ritrae oltre che a due splendidi corpi femminili protagonisti d’inconsapevole voyeurismo, anche i loro spiriti e le loro intense emozioni, snudando non solo la carne ma la conseguente cerebralità. Giochi di panneggi, velature e l’essenza stessa dell’eros fuoriescono dalle pagine inebriando il lettore, senza mai strabordare: in tutta la storia non si ha mai l’impressione che le scene di sesso s’impadroniscano degli aspetti esterni che niente hanno a che fare con il privato delle protagoniste, lasciando il giusto spazio ad una dolce introspezione dell’universo femminile, forse un po’ artefatta, tuttavia comprensibile e verosimile. Inoltre, l’autore dimostra grande talento nella rappresentazione e comunicazione verso i lettori ritraendo anatomie praticamente perfette, dal tratto pulito, diretto, stimolante, vivo, caldo, tanto da avere l’impressione di poterle sfiorare.

I due albi sono suddivisi in piccoli, corti capitoli che spesso hanno una prerogativa a sfondo erotico-saffica, mostrando l’avvicinamento prima puramente fisico e giocoso, poi psicologico ed infine sentimentale di Jun, bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi, corpo sodo e snello, donna dal carattere deciso e ribelle, e Nene, fisico dolce, curvilineo, prepotentemente sensuale e burroso, inguaribile sentimentale, piagnucolona dai corti capelli castani, occhioni dolci e labbra umide. Entrambe le fanciulle, frustrate dal loro misero ed inesistente rapporto coi loro pseudo fidanzati, finiranno per comprendere e realizzare la loro grande amicizia, il loro affetto, anzi, scopriranno di essere l’una per l’altra l’ingrediente mancante nella ricetta della loro felicità.
È impressionante come l’autore riesca a far trapelare dai fogli dell’albo oltre che l’espressiva spudoratezza dei due corpi anche le loro emozioni contrastanti e tumultuose, nella realizzazione e nel compimento del loro vibrante, stuzzicante e crescente rapporto intimo.
Ed è proprio Maka Maka che contiene uno dei concetti universali più importanti e sempre attuali: l’importanza della comunicazione fra persone ed il grave danno che causa l’assenza di essa, indipendentemente dal fatto che siano uomini o donne, trattandosi d’una prerogativa per giungere alla tanto agognata chimera chiamata “felicità”.
L’eros, l’amicizia, l’amore, tutto ciò che ne deriva non dipende dal sesso dei due individui in relazione ma semplicemente dalla loro compatibilità, dal desiderio reciproco di scambiarsi sia piacere fisico che affetto incondizionato.
Uno schiaffo diretto in faccia a chi non concepisce che il mondo, da sempre, è popolato da persone molto diverse da noi, ognuna con attitudini, gusti, preferenze e desideri sempre differenti.