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7.0/10
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'Otomen' è un manga shojo di Aya Kanno, serie in 18 volumi pubblicati da Goen, a cui ho voluto avvicinarmi dopo la lettura di un'altra opera della stessa autrice, 'Requiem of the rose King' dramma diverso, di molto superiore per complessità della storia e virtuosismo grafico.
In 'Otomen' si avvertono le tracce e si gettano i semi, perfino l'ambiguità, affrontata in modo più ironico e giocoso, ma è innegabile che alcuni elementi sono ancora acerbi, come il tratto esteticamente bello e fine, ma più rigido, meno espressivo e privo di quella sensualità che si troverà nell'opera sopra citata.

'Otomen' è una storia particolare e insolita, a suo modo originale per il modo che ha di affrontare in chiave parodistica al limite del surreale, quelli che potrebbero essere tutti i modelli tipici del genere: protagonisti romatici e positivi, buoni sentimenti, rossori e batticuori, fiori e atmosfere dolci, ribaltando le figure caratteristiche che incarnano questi stereotipi; così gli otomen, sono quei ragazzi, come il protagonista Asuka, che seppur virili, hanno una particolare sensibilità tutta femminile che li porta ad amare cose come il cucito, la cucina, il make up, i peluches o i manga per ragazze.
Per la legge degli opposti, Asuka s'innamora di Ryo, una ragazza dal temperamento mascolino, forte e coraggiosa, negata per qualsiasi tipo di attività domestica al limite dell'assurdo, ma educata dal padre alle arti marziali.

La storia d'amore molto edulcorata e casta, non è l'elemento centrale della trama, è semmai un filo comune che passa attraverso molteplici situazioni autoconclusive, sempre diverse, a volte surreali, divertenti, che non annoiano mai, che citano perfino altri manga famosi (uno su tutti 'La maschera di vetro'), benchè alcune potrebbero essere decisamente superflue o poco riuscite; accanto ai due innamorati ci sono una serie di altri personaggi maschili, otomen con caratteristiche differenti, vite e vissuti personali che gravitano attorno al protagonista, amici come Juta, mangaka che sotto psudonimo pubblica uno shojo ispirandosi ad Asuka e Ryo, O Hajime Tonomine, avversario con la segreta passione di truccare le donne, o ancora, un ragazzo con la passione per i fiori, un altro dall'aspetto femmineo che vorrebbe disperatamente essere più virile.

La lettura è leggera e piacevole, a volte molto divertente, ma non aspettatevi una trama lineare nè uno sviluppo che vada in crescendo; a dispetto di questi limiti, tutta questa apparente leggerezza potrebbe nascondere sottili chiavi di lettura differenti, riguardo la questione seria di certe tematiche affrontate, come l'accettazione del proprio vero io all'interno della rigida società giapponese, che pone l'individuo sotto pressione, problema tutt'altro che banale.

A questo scopo, per cogliere queste dinamiche, la serie va letta fino alla fine, perchè solo negli ultimi volumi si affrontano i contrasti e si può apprezzare davvero l'opera nella sua interezza, per quanto, un paio di volumi possano risultare superflui.
I personaggi non hanno quasi evoluzione; sono sempre uguali a se stessi, crescono poco o nulla e il più grande conflitto che si trovano a vivere, è dover nascondere a parenti e amici la loro vera natura; solo verso gli ultimi volumi, forse i più intensi, migliori anche nella grafica che si fa più morbida, le maschere iniziano a cadere e incrinarsi, e più o meno tutti si troveranno a dover affrontare se stessi e la realtà che sta loro intorno, in un confronto perfino doloroso, che li oppone a chi li vorrebbe diversi da ciò che sono.

Così troviamo la madre conservatrice di Asuka, (in palese contrasto col singolare padre del ragazzo) donna ancorata a vecchi concetti di femminilità e virilità, che sembra incapace di accetattare un figlio tanto particolare, dall'animo di fanciulla, fondamentalmente buono e dolce, pronto a soffrire per proteggere i suoi amici.
Direi che è proprio la madre di Asuka, il personaggio più sfaccettato della serie, un volto fatto di luci e ombre, pure lievemente inquietante e irritante nel modo di porsi, una donna pronta a tutto, come certe figure materne che troviamo in 'Requiem'.

Il gran finale mi è sembrato adattissimo, originale, ironico quanto basta e fuori dagli schemi consueti; inaspettato nella forma, divertente e gioioso, ma non melenso, vale da solo tutto il manga.
Una lettura godibile, ma non la consiglierei a chi certa trame più articolate e sviluppi armonici delle vicende e dei personaggi; per tutti gli altri può andare bene.