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7.0/10
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Se dovessi riassumere in poche parole il lungometraggio, la definizione che suscita "Bubble" è quella di una "opera estetica".
E con questo non voglio esprimere giocoforza un giudizio negativo, anzi.

A livello tecnico credo che siamo a livelli decisamente ben superiori alla media e non lo giustificherei solo per i nomi roboanti che stanno dietro alla produzione: WIT Studio ("Vinland Saga", "L’Attacco dei Giganti"), Gen Urobuchi per la sceneggiatura ("Puella Magi Madoka Magica", "Psycho-Pass", "Fate/Zero"), regista Tetsuro Araki ("L’Attacco dei Giganti", "Death Note"), Hiroyuki Sawano ("Promare", "L’Attacco dei Giganti", "The Seven Deadly Sins") per la colonna sonora. Tuttavia, non sempre le squadre imbottite di "campioni" (o presunti tali) riescono a sfornare prestazioni all'altezza delle aspettative e alla fine della visione, "Bubble" mi ha lasciato un po' la sensazione da "sotto lo splendido vestito... niente" . Come ho già scritto, sotto l'aspetto tecnico si possono solo spendere parole di elogio: la componente visiva è molto curata, sia dal punto di vista dei colori sia da quello del design. A mero titolo di esempio: la resa del disegno e dell'animazione delle bolle è veramente incredibile.

In secondo luogo anche l'animazione non è da meno soprattutto per le scene mozzafiato del parkour con un mix incalzante di soggettive e a campo aperto molto realistiche dalla resa cromatica molto accattivante.
Dal punto di vista dell'atmosfera, mi è sembrato che gli autori abbiano creato un mondo post-apocalisse (limitatamente ad una porzione della città di Tokyo) con un mix di fantascienza e il mondo dei sogni e delle fiabe (non è assolutamente casuale il richiamo alla "Sirenetta" di Hans Christian Andersen) che porta il film al limite (e oltre) del surreale. Ma le citazioni alla nota fiaba (con le possibili interpretazioni della diversità a causa della natura ibrida non prevalente di Uta/bollicine/sirenetta e della sua impossibilità ad esprimersi liberamente nel parlare e nell'amare Hibiki) e il richiamo al principio della spirale e dell'eterno ritorno tanto caro alla cultura giapponese (ben menzionato nel film nel momento del distacco di Uta da Hibiki), pur se nobilitano l'opera non vengono approfonditi a sufficienza per rendere l'anime memorabile, rimanendo (e di molto) dietro le quinte dello stupore visivo.
In un certo senso, il film ha privilegiato più l'azione e la meraviglia suscitata dalla superlativa realizzazione tecnica piuttosto che costruire una sceneggiatura intrigante e/o approfondire il i personaggi: a malapena Hibiki viene tratteggiato e spiegato per il suo passato, tanto da renderlo per certi versi una versione maschile di Uta proprio per la sua "diversità" e "unicità" rispetto agli altri personaggi "umani" del film che restano sullo sfondo della storia senza lasciare un particolare segno.
Anche il comparto audio/musicale rappresenta una parte essenziale del film: la nenia cantata da Uta più volte nell'anime fa quasi parte della storia e rende in modo quasi ipnotico le emozioni che prova Hibiki e l’ambiente onirico e fiabesco del film.
Sebbene "Bubble" presenti delle evidenti lacune di trama/sceneggiatura, ne consiglio la visione per l'originale mix tra atmosfera fiabesca e azione incalzante.