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Diciamocelo chiaramente, la mediocrità non piace a nessuno, eppure col tempo abbiamo imparato a farci l’abitudine. Per essere più precisi, la gigante industria dell’animazione giapponese sforna decine e decine di anime nuovi ogni anno. Alcuni tratti da manga celeberrimi che hanno successo anche nelle parti più sperdute del globo e altri che, invece, vogliono far conoscere qualcosa di nuovo al pubblico, in modo da invogliarlo a leggerne la controparte cartacea. Ma fermiamoci un attimo a riflettere e chiediamoci: “Cosa c’è di veramente nuovo e originale oggigiorno?”. Le opere di questo tipo, molto probabilmente, si contano sulle dita di una sola mano. Questo discorso, però, non va inteso come un attacco alla moderna industria dell’animazione, perché può essere tranquillamente esteso anche a tutti gli anime usciti negli anni addietro. Penso a shonen con la solita trama incentrata sul viaggio dell’eroe, con un protagonista ‘cazzutissimo’, in grado di sconfiggere il più forte degli antagonisti, anche se quest’ultimo è palesemente più forte di lui. Penso a romantic-comedy che fanno dei soliti cliché del genere il loro punto di forza, dal festival culturale alla giornata a mare, per mostrare le oppai a dei nerdoni nel pieno dell’adolescenza come me. Per l’amor del cielo, tutte opere belle, che riguarderei pure volentieri, perché, come dicevo prima, alla mediocrità, o meglio, alla banalità, almeno io ci ho fatto il callo. Proprio per questo motivo, quindi, credo che il momento in cui ti imbatti in un’opera originale, che magari ricorre comunque a qualche cliché, ma riesce a catturarti in un modo del tutto nuovo e inaspettato, sia indimenticabile. Per me, questo momento è arrivato alla visione di “Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru”, meglio conosciuto come “Oregairu”, anime mandato in onda per la prima volta nel 2013 e prodotto dallo studio d’animazione giapponese Brain’s Base.

“Oregairu” è una romcom a tutti gli effetti. Però, almeno in questa prima stagione, di romantic ha davvero poco. Un anime atipico, che punta molto sul lato comico e invita i giovani a riflettere su cosa sia veramente importante nella propria vita e che, come protagonista, non può che avere un personaggio altrettanto atipico.
Hachiman Hikigaya è un liceale solitario, senza amici e vita sociale. L’unica persona con cui sembra andare d’accordo e che gli vuole bene è Komachi, la loli-sorellina che frequenta ancora le medie. Un po’ per scelta personale, un po’ perché il fato ha voluto così, Hachiman si è ritrovato solo e senza uno straccio di amicizia, ma, invece che piangere della propria situazione, se ne vanta. Nella sua testa, non avere amici equivale a non avere problemi di nessun tipo. Hikki è un vero e proprio luminare, che ama la sua condizione di eterno solitario. Per questo motivo, nessuno dei compagni di classe lo guarda di buon occhio. Figurarsi, siamo negli anni clou dell’adolescenza e non avere amici significa essere un recluso. Lui, invece, si definisce più un lupo solitario dalla vita monotona, ma tranquilla. Questo suo atteggiamento viene, però, notato da una delle sue insegnanti, tale Shizuka Hiratsuka, che costringe il ragazzo a iscriversi al club di volontariato della scuola e rendersi finalmente utile nella sua vita. Qui, fa la conoscenza di Yukino Yukinoshita, la ragazza più bella della scuola e, contro ogni previsione, solitaria come Hachiman. Tra i due, un poco alla volta, si costruirà un importante legame di amicizia, che permetterà ad entrambi di guardare il mondo che li circonda con occhi diversi.

“Oregairu” è, senza ombra di dubbio, un anime lento, in cui i personaggi e i rispettivi percorsi di crescita conoscono dei risvolti altrettanto lenti. È un anime che non parla di una storia d’amore da capogiro, anzi, d’amore parla molto poco. Al centro dei riflettori, infatti, non ci sono le solite amorose paturnie adolescenziali, nondimeno l’anime si concentra anche su queste ultime. Di conseguenza, evita molti dei grandi cliché del caso, nonostante non manchino il matsuri e il festival culturale. Il vero fulcro dell’opera è indubbiamente il percorso di crescita dei suoi protagonisti che, un poco alla volta, iniziano ad uscire dalla propria bolla, per scoprire che non tutto del mondo esterno è da buttare. Come potete ben immaginare, dunque, i discorsi filosofici si sprecano, sin dalla prima puntata. Da questo punto di vista, l’anime ha un inizio shock, che ti catapulta subito nel vivo della storia. Una storia che, spesso e volentieri, sembra toccare le note di un giallo, con i membri del club di volontariato intenti a risolvere dei casi, come nel miglior romanzo di Conan Doyle. Il tutto accompagnato da una opening stupenda e da grafiche buone, ma non eccellenti.

Per concludere, “Oregairu” è un anime profondo, che invita a riflettere e merita tutta l’attenzione del caso. Consigliato a chi cerca qualcosa di inusuale e può fare a meno della solita storia d’amore.

"La verità è una strada a senso unico. Il sipario calerà anche su questa piccola e sciocca recita. Quando verrà quel giorno, sono certo che ne compiangeremo la fine".