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Quando si guarda un anime come "Made in Abyss", è impossibile non rimanere stupiti e sbalorditi: la trama, estremamente originale e mai vista, tiene per mano lo spettatore e lo accompagna nel viaggio di questi tre ragazzi che, dopo una prima stagione e un film, raggiungono finalmente l'ultimo strato dell'Abisso, una voragine misteriosa al cui interno sono contenute creature e segreti che nessuno conosce. Il tutto, condito con un piccolo mix di macabro e di violenza che crea quasi un inganno alla "Madoka Magica", in cui ci si aspetta di vedere dei bambini combattere contro creature 'pucciose', ma in realtà sbattono in faccia una terribile verità, e cioè che in quanto esseri umani, purtroppo, siamo tutti destinati a soffrire, indipendentemente dal fatto di essere giovani o vecchi. E, in effetti, "Made In Abyss" contiene in sé un profondo pessimismo, mascherato sotto forma di viaggio che ha come obiettivo quello di rispondere a una importante domanda che ci riguarda molto da vicino: "Quanto puoi spingerti in là per esaudire i tuoi desideri?"

La nuova stagione ci introduce, come già detto, all'ultimo strato in cui i nostri tre protagonisti, Riko, Nanachi e Reg, fanno la conoscenza di alcuni strani personaggi non umani, definiti con il nome di residui. Chi sono? E perché si trovano lì? La sapiente tecnica del mischiare presente e passato ci porta a conoscere così la vera storia di questi residui (oltre ad alcuni importanti dettagli sull'Abisso). La caratteristica fondamentale di questo arco narrativo è che, almeno fino agli ultimi quattro episodi, non succede nulla di sensazionale, sono tutti episodi "esplorativi" e "conoscitivi", ma il bello è che, pur essendo la narrazione lenta, non porta affatto alla noia e, anzi, spinge a voler sapere ancora di più di questo fantastico mondo. Ne ho visti di anime che, purtroppo, utilizzavano questo tipo di narrazione e finivano poi in chiacchiere inutili (l'ultimo, l'ho visto proprio prima di "Made in Abyss", ovvero "Re:Creators", ma non siamo qui per dilungarci su questo altro prodotto). Qui invece ho trovato tutto fuorché noia. Per farvi fare un'idea, vi dico solamente che ho finito i primi otto episodi in tre giorni. E io, di solito, sono lento. Un anime di dodici episodi può anche durarmi un paio di settimane. Purtroppo, però, per quanto mi riguarda, dall'inizio del climax in poi (quindi parliamo degli ultimi tre/quattro episodi circa), la storia inizia un po' ad aggrovigliarsi su sé stessa, portando anche a una conclusione che, sono sincero, non mi ha soddisfatto pienamente. C'è stato quasi un cambio di registro che, pur essendo funzionale ai fini della trama, mi ha lasciato alquanto perplesso, soprattutto per alcune soluzioni narrative e per l'introduzione di termini che mi hanno un attimo costretto a rivedere gli episodi in questione, per potermi chiarire i concetti che mi ero perso per strada.

La serie, nel complesso, a conti fatti è estremamente promossa per la meraviglia e lo stupore, accompagnato ancora una volta da meravigliose musiche e animazioni, che ho trovato leggermente sottotono rispetto a quelle della prima stagione ma comunque ottime e decisamente superiori a tanti altri anime usciti negli ultimi anni. Pollice in su anche per l'opening e, soprattutto, per l'ending, la cui cupezza riflette perfettamente i toni oscuri della storia. Un lavoro decisamente magistrale, non c'è dubbio. Nonostante ciò, scendo però di un punto per la votazione complessiva, proprio in virtù della confusione generata dall'ultima parte... e, soprattutto, per Riko che fa i suoi onorevoli bisognini. Non sapete di cosa parlo? Date un'occhiata al primo episodio e poi fatemi sapere se anche voi non avete avuto voglia di prender per la gola l'autore che, pur avendo scritto una storia spettacolare, deve comunque ricordarci che alcune cose inutili per creare pagine o minuti vanno sempre inserite. "Baci baci, ci vediamo".