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Ho letto quest'opera dopo "Hikari non machi", "La città della luce" - "spenta" (aggiungo io in tono ironico), per la disillusione di cui è intrisa tutta l'opera, molto influenzata dal periodo che stava vivendo Asano.
E anche in questo manga, costruito in modo simile al precedente, mi è parso di respirare la medesima "aria".
Forse manca la "metafora" spiccata di "Hikari no machi" con cui Asano parla di sé e dei suoi incubi e timori. In questa, la trama sembra molto più "realistica", ma gli 11 episodi più il prologo e l'epilogo sembrano comunque parlare di lui in modo più o meno figurato e della sua weltanschauung del periodo che stava vivendo al momento della stesura.
Non a caso ho reperito nei dialoghi degli episodi una serie di "perle" che illustrano in modo la sua personale visione della vita.
Tanto per citarne qualcuna.
Before dawn:
"Life isn't so bad [...] If you keep living, you will someday find something good. [...] And maybe that's no consolation..." ossia "La vita non è poi così male [...] Se continui a vivere, un giorno troverai qualcosa di buono. [...] E forse non è una consolazione...".
Alfalfa:
"It's so boring and restrective here [...] but I hate myself to saying that even more" ossia "È così noioso e restrittivo qui [...] ma mi odio dirlo ancora di più".
"I think happiness is having something to believe in"
Sunday 6.30 Part 2 - Summer memories:
"The adults who built this society [...] are just trying to fob it off on our generation [...] What a mess".
"I think I've always been searching for something to believe in [...] Maybe it's you"
What a wonderful world:
"There are plenty of things [...] you don't need to know in order to live. [...] But if growing up means knowing them, then I am definitely grown up"
The wonderful world:
"I'd imagined back then [...] is nothing but a vague mirage to me now. [...] Or maybe I didn't realize back then that I was in my little wonderful world not knowing, somentimes I wonder"
Tokyo:
"I think I'm missing something essential in myself [...] and no matter how much I draw [...] It will never be enough to fill that hole".
Più di tante parole, ho pensato che fosse meglio riportare direttamente il pensiero di Asano messo in bocca ai suoi personaggi nelle sue storie di "squallida" quotidianità e lotta contro tutto e tutti ma, soprattutto, contro se stesso...
Anche in quest'opera, attraverso dei piccoli affreschi della gioventù nipponica, accarezza i temi del suicidio, del cercare e non trovare, della disillusione, dei sogni e del "è tutto qui?", dell'accontentarsi, della vita che fa di tutto per metterti in difficoltà e che sembra non lascarti scampo...
Il modo come lo racconta Asano è sempre notevole, anche in queste opere pre Solanin e Buonanotte Punpun. Ma mi sembra avere anche le sue "peculiarità"...
E' si una raccolta di corti apparsi fra il 2005 e il 2008 ma senza un particolare "filo" conduttore, né dal punto di vista della trama sia da quello della narrazione: c'è sia lo slice-of-life sia qualche momento più onirico. Lato tecnico nulla da segnalare se non la sua qualità e originalità artistica già apprezzata nelle altre opere già lette.
E così dopo la notte, "If nothing else, morning comes the same for everyone [...] It's up to you what you'll take from that".