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'Saiyuki Reload' (seconda serie) è il proseguimento naturale della prima serie di Saiyuki, manga a cui mi sono avvicinata con curiosità, dopo aver ricercato qualche breve informazione sul genere di storia e la fonte da cui trae ispirazione, ovvero 'Viaggio verso ovest', antico romanzo cinese, qui liberamente rivisitato, di cui so quelle poche nozioni reperite via internet.

Dynit al momento sta proponendo una nuova edizione di Saiyuki, ma se si è interessati, è relativamente facile recuperare le vecchie edizioni, molto più economiche e di qualità discreta, con sovraccoperte e prime pagine a colori.

Nella scheda tecnica, il manga è presentato come josei, ma per la tematica e le diverse scene di combattimento, alcune abbastanza cruente, è più facile identificarlo come uno shonen, almeno credo.

La prima serie sviluppata su nove volumi, mi è piaciuta molto più di quanto mi aspettassi, per un genere che di solito, non è tra quelli di mio interesse; l'autrice, Kazuya Minekura è riuscita a coinvolgermi e trascinarmi dentro una storia per lo più episodica, non per questo meno bella, a tratti commovente, che presenta i suoi quattro protagonisti e relativi avversari, caratterizzandoli in maniera precisa, rendendo i soggetti riconoscibili per aspetto e carattere.

Il monaco Genjo Sanzo e compagni, Goku, Hakkai e Gojyo li ritroviamo in questa seconda serie, più omogenea e lineare della precedente, con le loro caratteristiche peculiari, che restano pressoché identiche; lentamente scopriamo una vera evoluzione, cogliamo nuove sfumature psicologiche che affondano le radici nel passato dei quattro ragazzi, - raccontato attraverso bellissimi flashback - soprattutto quello sofferto dell'irascibile, brusco, assai poco spirituale Sanzo, forse il personaggio più complesso e indecifrabile di questo gruppo di strambi individui, più demoni che umani.

Mi sono trovata spesso a interrogarmi su questo personaggio, più enigmatico e contorto di tutti gli altri; Sanzo è un monaco, e come tale dovrebbe essere portatore di una morale o una qualche dottrina religiosa/filosofica, - di fatto c'è, ma è stemperata, diluita nel racconto - invece, pare camminare sempre in bilico tra bene e male, e in questo precario equilibrio sta il suo fascino ambiguo, fatto di luci e ombre, che non sempre lo rende simpatico; scontroso e dalla pistola facile, non si interroga troppo su ciò che è giusto, è pronto a tutto e ha reazioni immediate a seconda delle situazioni, che siano pericolose o no.

I suoi compagni sono molto più semplici da identificare caratterialmente, simpatici come Gojyo, gentili come Hakkai, magari come Goku un po' ingenui, pronti allo sberleffo e a farsi qualche risata, eppure capaci in qualche caso di sorprendere, di portarci a riflettere, con un passato più o meno pesante alle spalle, talvolta molto doloroso; emblematico il bellissimo capitolo che vede un insolito Goku, più riflessivo del solito, interagire amichevolmente in un villaggio di demoni, dove viene accolto come uno di loro.
I demoni sono in lotta con gli esseri umani, in seguito ad una misteriosa 'anomalia' che li ha fatti impazzire e rimanda alla prima serie; in questo caso, sono presentati come individui dai comportamenti molto simili agli uomini.

Qual è il senso di una guerra che vede su fronti opposti demoni e umani, che prima hanno sempre vissuto in pace? Chi ha ragione e chi torto, quanto tutti si sentono privati di qualcosa, un posto dove vivere, perfino l'acqua?
'Da che parte devo stare?' si chiede Goku, essere a metà, né umano né demone, quando tutto è devastato dalla follia umana, non così diversa da quella demoniaca?

Gli altri personaggi con cui i quattro si confrontano sono un bizzarro monsignore, Hazel Gross, cacciatore di demoni, anche lui segnato da un passato ingombrante, che possiede l'inquietante potere di riportare in vita i morti, accompagnato da una guardia del corpo, Gato, altro personaggio tratteggiato con una certa finezza.
Il più inquietante è senza dubbio Ukoku, il monaco nero, personaggio oscuro e potente, con cui i nostri si trovano a scontrarsi in svariate circostanze, retaggio di un passato che coinvolge Sanzo e Hazel stesso, presenza sfuggente come le piume di corvo che lascia dietro di sé, unica traccia della sua presenza maligna.

La battaglia finale che lo vede protagonista è spettacolare e ansiogena, ma non chiude il viaggio verso ovest dei nostri quattro avventurieri, ne segna solo una tappa, prima di ripartire di nuovo, verso l'ignoto, allo scopo di scongiurare il risveglio di un demone che potrebbe portare distruzione e morte nel mondo degli esseri umani.

Il tratto di questa autrice è davvero particolare; è spigoloso, un po' marcato, ma ha una sua eleganza e bellezza, un fascino unico, e in questa seconda serie si perfeziona ulteriormente, rispetto alla prima.
Le tavole mi piacciono molto e anche certi dettagli sono molto curati, alcuni paesaggi, gli ambienti, i volti, i primi piani, gli sguardi intensi dei personaggi; mi sono sentita un po' incerta solo sul dinamismo di certi combattimenti che non sempre riuscivo a decifrare e cogliere, ma può essere un mio limite, non essendo abituata a 'leggere' questo genere di immagini.

Non saprei dire se sia un capolavoro del genere, come detto da altri estimatori di questa autrice dotata di gran talento; posso dire che è una lettura che mi ha affascinato e che spero di proseguire nella terza serie, - mi sembra ancora in corso, o forse sospesa, ma spero proprio di no.