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7.0/10
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CONTRO LUCE: LE AMICHE/NEMICHE DI YUKA TATAMI.

Quando le fotografie sono più sincere delle parole.

Disorientati, questa è la sensazione che meglio descrive lo stato d’animo del lettore una volta che ha terminato di leggere Conto Luce, manga pubblicato da noi da Bao Publishing per la collana Aiken.
L’opera prima di Yuka Tatami ci racconta l’adolescenza - e la precaria considerazione - di due amiche d’infanzia che non possono essere più diverse tra loro.

“Sae: Riko è davvero splendida, ma non come un gioiello né come un fiore… ma come un fulmine”

Yuka Tatami traccia una storia molto lineare e semplice ma al tempo stesso difficile da comprendere e che destabilizza il lettore, anche a causa di una cover che può ingannare.
Contro luce ad un primo sguardo, guardando solo la copertina, può sembrare un manga Girls Love, ma in realtà non lo è, risulta essere più un racconto di formazione e di crescita personale atto a raggiungere una piena consapevolezza di sé stessi.
Il rapporto, ambiguo, d’amicizia che vivono Sae e Riko in realtà è quando di più approssimativo possa esistere al mondo. Queste due ragazze, all’apparenza molto unite, appartengono in realtà a due mondi distanti e paralleli, di cui tutti sembrano accorgersene tranne le due interessate, o almeno così sembra.
Se Riko risulta bella, affascinante, ben voluta da tutti, insomma una luce che abbaglia e tutto attrae, Sae, dal canto suo, risulta invisibile e mal vista anche solo per il fatto di essere la migliore amica di Riko.
Amore e odio sono due facce della stessa medaglia, argomento sicuramente abusato da vari autori ma che resta sempre interessante da trattare, e Sae si accorge ben presto di questa dualità nel momento in cui sentendosi da sempre solo un accessorio di Riko nota che la sua “migliore amica”, che dovrebbe volerle bene e sostenerla, in realtà la tratta con noncuranza ignorando qualsiasi cosa lei le dica o faccia.
Questa presa di coscienza fa aprire gli occhi a Sae facendole domandare quali siano i reali sentimenti che prova verso l’amica d’infanzia, scoprendo che quel sentimento che l’accompagnerà per tutto il volume è…l’odio.

“Sae: Chissà fino a quanto durerà la nostra amicizia”

Contro Luce non è solo la storia di un’amicizia malsana, tra le sue pagine la Tatami racconta di paure, i desideri, le insoddisfazioni, la crescita e l’innamoramento di una giovane ragazza, tutto scandito con ritmo lento e rilassato che quasi stona con i sentimenti che la protagonista, invece, “grida” in faccia al lettore tavola dopo tavola.
Nel susseguirsi dei capitoli l’insoddisfazione che vive Sae è evidente: il non riuscire ad essere vista, il non aver alcun amico oltre Riko, il suo sentirsi appartenere al mondo degli esclusi, tutte queste cose le stanno strette. Lei, in cuor suo, comprende che Riko non è un’ancora di salvezza, come ci si potrebbe aspettare da un amico fidato, ma una zavorra che inesorabilmente la porta - e porterà – sempre più giù verso il buio più profondo.
Solo grazie alla macchina fotografica, unico mezzo con quale riesce ad esprimersi, che Sae riesce ad ampliare il suo mondo incontrando Koike un ragazzo anche lui amante della fotografia. Questo incontro, che sembra essere l’inizio di una nuova amicizia - e perché no il suo primo amore - sembra ridare alla giovane fotografa una nuova speranza per il futuro, speranza che crolla, ahimè, non appena Riko da vera “ape regina” - o peggio come da “parassita” – riporta, con la sua sola presenza invadente ed accentratrice, tutte le attenzioni su di sé, facendo sprofondare nuovamente Sae nell’ombra aumentando ancora di più l’odio e la frustrazione in quest’ultima.

“Sae: Ti ho detto che ti odio!”
“Riko: Lo so. Da molto tempo”

Le tavole di Contro Luce sono di estremamente eleganti - soprattutto nella realizzazione degli sfondi, nell’abigliamento e nei dettagli, così minuziosi, pieni e particolareggiati, che sono in netto contrasto, invece, con le figure longilinee e sottili – definirei quasi aliene - dei personaggi che invece sono resi graficamente con linee più morbide, sottili e semplici.
La combinazione di queste tavole, dettagliate negli sfondi ma semplici nella rappresentazione dei protagonisti, rende la lettura discordante ma suggestiva, restando comunque chiara e mai confusa alla vista, dando l’impressione di leggere qualcosa di conosciuto ma al tempo stesso “estraneo” e nuovo.
Anche le due protagoniste a modo loro rispecchiano questa discrepanza: se di Sae sappiamo fin troppo bene cosa prova, di Riko non sappiamo assolutamente nulla dei suoi sentimenti. Bella e amichevole Riko è rappresentata con quei suoi occhioni grandi e profondi - lei è l’unico personaggio ad avere questa caratteristica estetica - che ricordano molto i quadri di Margaret Keane, ma a differenza dei piccoli protagonisti della pittrice, dagli occhi espressivi e tristi, gli occhi di Riko sembrano vuoti e inespressivi, una voragine buia e profonda che inghiotte chiunque li guardi.
Anche il suo comportamento è singolare, sembra quasi ossessionata dalla sua amica d’infanzia: tutto quello che fa o piace a Sae piace in automatico anche lei, dove va l’amica va anche lei, insomma una sorta di clone che alla fine, però, non presta la minima attenzione ai sentimenti dell’amica, infatti quando sono insieme tende la tratta con distacco come se fosse una “cosa” di poca importanza.
Ed è proprio questa relazione così complicata, interessante tanto quanto difficile da comprendere all’inizio, triste ma estremamente veritiera, confusionaria ma lineare, che rapisce il lettore e che a fine lettura lo porta a pensare e ripensare all’opera appena terminata; perché è questa la forza di questo manga; quella di restare impressa, di non passare inosservata anche se non capita nell’immediato, questo proprio grazie alla sua natura fascinosa, complicata, e misteriosa.
La regia delle tavole è estremamente curata, si percepisce che l’autrice ha già una sensibilità artistica spiccata – avendo svolto il lavoro di assistente per più mangaka tra cui Inio Asano - ma è proprio nella storia che forse si sentono i veri scricchiolii di questa opera.
La sceneggiatura per quanto lineare e semplice possa essere, in fin dei conti tratta di adolescenti che cercano il loro posto nel mondo, risente della mancanza di una base solida su cui appoggiarsi. Se i sentimenti della protagonista sono chiari e inattaccabili la sua narrazione, invece, risulta un poco traballante da risultare complicata, infatti non nego che a fine volume si resta leggermente disorientati come se non ci fosse una vera – è chiara – conclusione, ma questo è un po’ il problema di tutte le opere prime e sono certo che l’autrice non tarderà a colmare questa sua momentanea mancanza.

“Koike: Morinaga sei riuscita a farti notare”
“Sae: Già”

Bao Publishing ci porta l’opera prima di Yuka Tatami nel loro classico formato 12,6x18cm, da 144 pagine in B/N con sovraccoperta a 7,90 €, che risulta leggermente alto visto il rapporto pagine/prezzo. Yuka Tatami è sicuramente una giovane autrice estremamente interessante da tenere d’occhio per il futuro, che con Contro Luce ci racconta la storia semplice e precaria di una relazione d’amicizia tra due ragazze dei giorni nostri, fatta di sogni, passioni, desideri, dura realtà, gelosie e crescita personale nella speranza di riuscire a trovare il nostro posto nel mondo, perché spesso ci ritroviamo a farci la fatidica domanda: è meglio “essere ignorati ma avere qualcuno vicino o essere visti ed esporsi col rischio, per questo, di restare soli?