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“Ai tempi del liceo non partecipavo ad alcuna attività di club e passavo tutto il mio tempo libero insieme a un gruppo di altri fannulloni come me. Ma ora ero uno studente nuovo di zecca al primo anno d'università e infinite porte per il mistico tesoro chiamato “Rosea Vita del Campus” erano aperte di fronte a me. Ero quasi ebbro dalla gioia. Infine, la mia scelta cadde sul...”

Tratto dall’omonimo romanzo di Tomihiko Morimi, “The Tatami Galaxy - Miti e leggende della stanza da quattro tatami e mezzo” è una serie televisiva anime di undici episodi, prodotta da Madhouse e diretta dall’inimitabile Masaaki Yuasa. Geniale, visionario, sorprendente, comico, didascalico e scegliete voi altri aggettivi per descriverlo, “The Tatami Galaxy” è uno di quegli anime che ti penetra nell’animo, si scolpisce a fondo nella memoria dello spettatore e fa vivere, a chiunque lo guardi, un’esperienza unica nel suo genere. Annoverabile tra i grandi capolavori del nostro secolo, “The Tatami Galaxy” è anche la serie che ha portato al successo Masaaki Yuasa, concedendo al mondo intero il privilegio di conoscere il suo genio sconfinato.

La trama di “The Tatami Galaxy” è, in realtà, il resoconto romanzato di alcune esperienze vissute dall’autore stesso, ossia Tomihiko Morimi, all'Università di Kyoto. La storia segue le vicende di uno studente senza nome al terzo anno di università e di come questi senta di aver perso tempo in un particolare, ma diventeranno poi vari, circolo universitario durante i suoi primi due anni. Qui ha incontrato Ozu, un altro studente al suo stesso anno di università, che lo ha coinvolto in situazioni e missioni di dubbia moralità. Si viene a sapere, inoltre, che il protagonista è innamorato di Akashi, una studentessa di ingegneria a cui fa varie promesse e di cui sembrerebbe essere profondamente innamorato. Due anni sono passati da quando è entrato all’università e la tanto agognata “Rosea Vita del Campus” sembra essere una mera chimera. Se solo si rendesse conto dell’opportunità che ha davanti agli occhi...

Watashi, questo il nome mai pronunciato del protagonista, è un sognatore. Il suo dichiarato obiettivo, una volta entrato all’università, è quello di lasciarsi alle spalle la monotona e insoddisfacente vita del liceo, e crede di poterci riuscire entrando a far parte di uno dei tanti circoli universitari, principali luoghi di aggregazione per studenti della sua età. Nel corso dell’anime, con un escamotage del tutto innovativo, che intende mostrare allo spettatore le differenti e infinite possibilità che si offrono a Watashi, vediamo il nostro occhialuto protagonista tentare la fortuna con vari circoli, senza mai raggiungere la tanto desiderata “Rosea Vita del Campus”, e anzi giungendo quasi sempre allo stesso triste epilogo. E ogni qual volta la sua scelta si rivela essere disastrosa, attribuisce la colpa del suo fallimento a tutto e a tutti, tranne che a sé stesso. In quanto sognatore, Watashi vive perennemente con gli occhi chiusi, alla Federigo Tozzi, e, come gli rimprovera più volte la veggente, non si rende conto dell’opportunità che ha davanti agli occhi. Watashi rifugge la realtà, dunque, si rifiuta di credere che la colpa dei suoi reiterati fallimenti possa essere la sua, non concepisce l’idea di accettarsi per come è, volendo cambiare a tutti i costi, e soprattutto cerca altrove ciò che potrebbe trovare dentro di sé e che ha a portata di mano. “The Tatami Galaxy” pone la sua attenzione su un grande problema della società moderna: la sua perenne insoddisfazione. In una società che non sa fare altro che correre, con le mode che cambiano così come cambiano le stagioni, siamo sempre scontenti di ciò che abbiamo e desideriamo avere altro, senza renderci conto che, in realtà, ciò che possediamo è già abbastanza prezioso.

Morimi propone una critica forte e lo fa servendosi di dialoghi incalzanti e delle animazioni di un Yuasa in forma smagliante. Sul lavoro di quest’ultimo c’è poco da dire, o lo ami o lo odi, la via di mezzo non esiste. Io personalmente adoro il suo stile, il suo saper mescolare disegni e fotografie e la fluidità dei suoi personaggi. Tra questi, il più riuscito è, a mio modesto avviso, il Maestro Higuchi, dispensatore di massime di vita, tra cui una, che rende bene la saggezza infinita del personaggio e il messaggio di Morimi: “Devi accettare che tu sei la persona qui, adesso, e che tu non puoi diventare nessun altro oltre quella persona”.

Per una volta nella vita, fermatevi e guardatevi “The Tatami Galaxy”.