Recensione
NieR:Automata Ver1.1a
7.0/10
Ammetto che recensire "NieR: Automata Ver1.1a" mi è costato qualche fatica, soprattutto in termini di necessità di documentarmi sull'origine della serie.
E quando ho capito che "NieR: Automata Ver1.1a" è basato sul videogioco action RPG "Nier: Automata", sviluppato da Platinum Games e pubblicato da Square Enix, scritto e diretto da Yoko Taro, i dubbi dopo la visione dei primi episodi mi sono stati in parte risolti, soprattutto in tema di trama e character development...
Non conoscendo il gioco, posso solo prendere atto delle critiche e dei dubbi manifestati da coloro che lo conoscono e che, vedendo l'anime, hanno "storto il naso" sulla qualità grafica e sulla storia narrata nell'anime rispetto al videogioco.
Da quanto appreso, il gioco, nato come spin-off della serie "Drakengard", ha ottenuto fin dalla sua uscita nel 2017 un buon successo di critica e di pubblico e, una volta esaurito un po' l'effetto del successo, Square Enix ha ulteriormente tentato di cavalcare l'onda del successo ampliando la trama del gioco attraverso l'adattamento animato prodotto dallo Studio A-1 Pictures, che sembra volersi affrancare dal gioco e dalle sue vicende, raccontando una trama che si discosti dai multipli e possibili finali del gioco.
Il videogioco ha vinto una serie infinita di premi e riconoscimenti sia per la storia sia per la parte tecnica sia per quella musicale.
Se l'anime non sembra essere riuscito a entusiasmare o soddisfare le aspettative di chi ha giocato o gioca a "NieR: Automata", posso sostenere che anche chi si avvicina alla serie senza conoscere nulla del videogioco (come me) si debba ritenere deluso?
Per questi primi dodici episodi risponderei "No", sebbene, come tutti gli anime che tentano di sviluppare una storia anche nuova da delle premesse di un gioco noto (un soggetto esistente, tanto più un osannato videogioco) di primo acchito e all'inizio mi ha lasciato un po' disorientato.
Iniziare l'anime con un episodio dedicato a un combattimento piuttosto suggestivo visivamente ma senza alcun tipo di introduzione, come se fosse la replica perfetta del videogioco, non mi ha entusiasmato, lasciandomi interdetto anche sulle interazioni tra i due personaggi principali, 2B e 9S, che, come androidi dalle fattezze molto umane e piuttosto ricercate e belle, combattono come macchine contro delle altre macchine (definite biomacchine, ma sembrano dei robottoni tipo il simbolo di un notissimo sistema operativo per telefoni cellulari)... ma non se ne capisce il motivo, se non dopo alcuni episodi e in modo assolutamente molto indiretto, in cui la trama avanza talvolta in modo molto lento e contemplativo, non sempre consequenziale, segno questo ultimo aspetto che in qualche modo l'anime, pur volendo rappresentare un quid novi rispetto al gioco, ne resta probabilmente molto legato, e altrettanto probabilmente non riesce a creare dei veri e propri scenari alternativi e autonomi rispetto al videogioco, diventando uno spezzatino talvolta incomprensibile.
Senza entrare eccessivamente nella trama, al termine della visione allo spettatore diventa chiaro che gli androidi lottano contro le biomacchine "per rappresentanza", per la riconquista del predominio di ciò che resta del nostro povero pianeta.
Man mano che la serie avanza, si intuisce chiaramente che gli androidi lottano "in autonomia" per la difesa dell'umanità contro le biomacchine che hanno colonizzato la Terra e che in apparenza sembra che abbiano "delocalizzato" l'umanità a vivere al di fuori della Terra e in particolare sul suo satellite. Particolarmente suggestiva la loro forma di saluto al termine dei loro confronti e dialoghi sulla strategia da seguire: "Gloria all'umanità", che sembra più una forma di rito ossequioso verso un'entità astratta e superiore piuttosto che a degli individui reali ed esistenti.
Ma gli episodi, piuttosto che rivelare cosa è realmente successo (la Terra sembra priva di esseri umani, le città sono distrutte da un evento apocalittico, ma la vita "naturale" è comunque presente con vegetali e animali anche in modo rigoglioso), si sofferma con degli episodi piuttosto "originali" (e forse anche "surreali") su alcune tendenze verso comportamenti e modalità di pensiero delle biomacchine (e anche degli androidi), fino a giungere a vere e proprie forme di autocoscienza delle macchine stesse e a forme organizzative di vita sociale che sarebbero improprie e non giustificabili per degli oggetti meccanici vagamente antropomorfi.
Idem per gli androidi che difendo l'umanità: si organizzano e combattono le biomacchine sia con delle "cellule" organizzate di resistenza sulla Terra sia con delle unità speciali, denominate "YorHa", che provengono da una stazione in orbita intorno alla Terra che rappresenta il loro quartier generale che si coordina e prende ordini da una fantomatica base allocata altrove, dove si presume ci siano gli umani.
In questa prima serie di dodici episodi andata in onda a singhiozzo (annunciata come serie invernale 2022-2023, è stata sospesa per mesi causa Covid - ??? - per completarsi solo a luglio 2023... sigh!) ci sono due grandi assenti: l'umanità e la civiltà antagonista.
La peculiarità della serie è proprio il continuo combattere degli androidi contro le biomacchine per la riconquista della Terra a favore degli umani, che tuttavia non compaiono mai, né nella serie si cita che fine abbiano fatto, lasciando di fatto agli androidi una sorta di delega senza controllo della missione, che loro cercano di adempiere con tutte le loro forze con un'abnegazione e una fedeltà a conferma delle leggi di Isaac Asimov.
Idem per le biomacchine, che, come si apprenderà durante la serie, combattono per una specie aliena che tuttavia non appare al pari degli umani.
Sembra una guerra di cui si è perso lo scopo e la ragione: le biomacchine, consultando le tracce rimaste dell'umanità perduta, scimmiottano comportamenti umani e cercano di esprimere sentimenti, ispirandosi alla letteratura, e cercano di vivere come gli umani, associandosi e organizzandosi in specie di tribù con una larvale e primitiva forma di società, cercando di aiutarsi e aiutare le macchine simili. Anche Adam e Eve, che sembrano a capo delle biomacchine, si comportano in modo capriccioso e così umano.
E i protagonisti androidi? 2B e 9S lavorano in coppia, completandosi: ciascuno ha la sua specializzazione. 2B androide femmina da combattimento e 9S androide maschio di appoggio logistico e assistenza strategica. Sembrano tutto fuorché due macchine. La prima fredda e atarassica, programmata in apparenza solo per eseguire missioni per distruggere il nemico, il secondo più affabile, dotato di un vago senso dell'umorismo e capace di sorridere e cercare di stuzzicare l'apparente incapacità comunicativa di 2B. È inutile evidenziare che il loro aspetto esteriore tende rispecchiare il loro "carattere": 2B è una bellissima "gothic loli", una specie di spietato angelo della morte (un po' troppo kawaii"), mentre 9S sembra uno scolaretto carino in braghette e stivali con un modo di fare scanzonato. Tra i due sembra, soprattutto verso la fine della serie, che si sia instaurato un certo "feeling" di umana memoria... La fascia che copre gli occhi con funzione di visore li rende stravaganti e stranamente intriganti, nascondendo una parte della loro possibile espressività degli occhi.
In questo frangente, "NieR: Automata Ver1.1a" mi ha ricordato vagamente un'altra serie di fantascienza di un po' di anni fa, "Ergo Proxy": in entrambe i personaggi erano alla ricerca di un perché, di un'origine da conquistare e difendere, rendendosi conto che i loro sforzi alla fine non ottenevano l'effetto sperato. E non è difficile intuire che sembra una metafora della condizione umana sempre tesa alla ricerca della verità riguardo la sua origine, che tuttavia resta sempre insoddisfatta a causa dei suoi limiti.
E anche in "NieR: Automata Ver1.1a" questo aspetto resta sotto traccia ma sempre insoddisfatto, in un crescendo molto spesso lento in cui i due androidi prendono man mano coscienza di sé stessi e delle informazioni circa le motivazioni per cui stanno combattendo. Pervenendo a una possibilità di risposta circa l'inutilità di tutte le azioni che stanno compiendo nell'esecuzione della loro missione. Che sia una critica alla guerra e alla sua inutilità una volta appurata l'inconsistenza delle sue motivazioni?
La disillusione sembra portare gli androidi a guardare più verso loro stessi e i loro abbozzi di sentimenti e necessità in una forma primordiale di autocoscienza.
Dal punto di vista tecnico, tanti hanno lamentato la CGI che fa apparire la serie come un videogioco di vent'anni fa: a me non è sembrata così pessima, ma non essendo un cultore dei videogiochi, non mi esprimo, se non per far presente che ho visto di peggio. Il chara design, soprattutto degli androidi, invece mi è piaciuto al pari del worldbuilding ricco di dettagli nel rappresentare la Terra disabitata.
Il comparto musicale mi è sembrato di eccellenza: la opening "Escalate" di Aimer e la ending "antinomy" di Amazarashi sono di livello e rappresentano la cura con cui la produzione ha cercato di dare dignità alla produzione, centrando l'obiettivo.
A lasciarmi meno soddisfatto sono i finali degli episodi con i siparietti con le marionette che integrano con delle spiegazioni i contenuti degli episodi: a me sono sembrati inutili, a detrimento dello sviluppo ulteriore degli episodi e un po' puerili.
Dopo la visione di "NieR: Automata Ver1.1a", mi è sopravvenuto una sorta di aforisma del fisico inglese Stephen Hawking riguardo l'AI: "L'Intelligenza Artificiale sarà la più importante conquista dell'uomo, peccato che potrebbe essere l'ultima". E "NieR: Automata Ver1.1a" ne documenta un possibile esempio.
E quando ho capito che "NieR: Automata Ver1.1a" è basato sul videogioco action RPG "Nier: Automata", sviluppato da Platinum Games e pubblicato da Square Enix, scritto e diretto da Yoko Taro, i dubbi dopo la visione dei primi episodi mi sono stati in parte risolti, soprattutto in tema di trama e character development...
Non conoscendo il gioco, posso solo prendere atto delle critiche e dei dubbi manifestati da coloro che lo conoscono e che, vedendo l'anime, hanno "storto il naso" sulla qualità grafica e sulla storia narrata nell'anime rispetto al videogioco.
Da quanto appreso, il gioco, nato come spin-off della serie "Drakengard", ha ottenuto fin dalla sua uscita nel 2017 un buon successo di critica e di pubblico e, una volta esaurito un po' l'effetto del successo, Square Enix ha ulteriormente tentato di cavalcare l'onda del successo ampliando la trama del gioco attraverso l'adattamento animato prodotto dallo Studio A-1 Pictures, che sembra volersi affrancare dal gioco e dalle sue vicende, raccontando una trama che si discosti dai multipli e possibili finali del gioco.
Il videogioco ha vinto una serie infinita di premi e riconoscimenti sia per la storia sia per la parte tecnica sia per quella musicale.
Se l'anime non sembra essere riuscito a entusiasmare o soddisfare le aspettative di chi ha giocato o gioca a "NieR: Automata", posso sostenere che anche chi si avvicina alla serie senza conoscere nulla del videogioco (come me) si debba ritenere deluso?
Per questi primi dodici episodi risponderei "No", sebbene, come tutti gli anime che tentano di sviluppare una storia anche nuova da delle premesse di un gioco noto (un soggetto esistente, tanto più un osannato videogioco) di primo acchito e all'inizio mi ha lasciato un po' disorientato.
Iniziare l'anime con un episodio dedicato a un combattimento piuttosto suggestivo visivamente ma senza alcun tipo di introduzione, come se fosse la replica perfetta del videogioco, non mi ha entusiasmato, lasciandomi interdetto anche sulle interazioni tra i due personaggi principali, 2B e 9S, che, come androidi dalle fattezze molto umane e piuttosto ricercate e belle, combattono come macchine contro delle altre macchine (definite biomacchine, ma sembrano dei robottoni tipo il simbolo di un notissimo sistema operativo per telefoni cellulari)... ma non se ne capisce il motivo, se non dopo alcuni episodi e in modo assolutamente molto indiretto, in cui la trama avanza talvolta in modo molto lento e contemplativo, non sempre consequenziale, segno questo ultimo aspetto che in qualche modo l'anime, pur volendo rappresentare un quid novi rispetto al gioco, ne resta probabilmente molto legato, e altrettanto probabilmente non riesce a creare dei veri e propri scenari alternativi e autonomi rispetto al videogioco, diventando uno spezzatino talvolta incomprensibile.
Senza entrare eccessivamente nella trama, al termine della visione allo spettatore diventa chiaro che gli androidi lottano contro le biomacchine "per rappresentanza", per la riconquista del predominio di ciò che resta del nostro povero pianeta.
Man mano che la serie avanza, si intuisce chiaramente che gli androidi lottano "in autonomia" per la difesa dell'umanità contro le biomacchine che hanno colonizzato la Terra e che in apparenza sembra che abbiano "delocalizzato" l'umanità a vivere al di fuori della Terra e in particolare sul suo satellite. Particolarmente suggestiva la loro forma di saluto al termine dei loro confronti e dialoghi sulla strategia da seguire: "Gloria all'umanità", che sembra più una forma di rito ossequioso verso un'entità astratta e superiore piuttosto che a degli individui reali ed esistenti.
Ma gli episodi, piuttosto che rivelare cosa è realmente successo (la Terra sembra priva di esseri umani, le città sono distrutte da un evento apocalittico, ma la vita "naturale" è comunque presente con vegetali e animali anche in modo rigoglioso), si sofferma con degli episodi piuttosto "originali" (e forse anche "surreali") su alcune tendenze verso comportamenti e modalità di pensiero delle biomacchine (e anche degli androidi), fino a giungere a vere e proprie forme di autocoscienza delle macchine stesse e a forme organizzative di vita sociale che sarebbero improprie e non giustificabili per degli oggetti meccanici vagamente antropomorfi.
Idem per gli androidi che difendo l'umanità: si organizzano e combattono le biomacchine sia con delle "cellule" organizzate di resistenza sulla Terra sia con delle unità speciali, denominate "YorHa", che provengono da una stazione in orbita intorno alla Terra che rappresenta il loro quartier generale che si coordina e prende ordini da una fantomatica base allocata altrove, dove si presume ci siano gli umani.
In questa prima serie di dodici episodi andata in onda a singhiozzo (annunciata come serie invernale 2022-2023, è stata sospesa per mesi causa Covid - ??? - per completarsi solo a luglio 2023... sigh!) ci sono due grandi assenti: l'umanità e la civiltà antagonista.
La peculiarità della serie è proprio il continuo combattere degli androidi contro le biomacchine per la riconquista della Terra a favore degli umani, che tuttavia non compaiono mai, né nella serie si cita che fine abbiano fatto, lasciando di fatto agli androidi una sorta di delega senza controllo della missione, che loro cercano di adempiere con tutte le loro forze con un'abnegazione e una fedeltà a conferma delle leggi di Isaac Asimov.
Idem per le biomacchine, che, come si apprenderà durante la serie, combattono per una specie aliena che tuttavia non appare al pari degli umani.
Sembra una guerra di cui si è perso lo scopo e la ragione: le biomacchine, consultando le tracce rimaste dell'umanità perduta, scimmiottano comportamenti umani e cercano di esprimere sentimenti, ispirandosi alla letteratura, e cercano di vivere come gli umani, associandosi e organizzandosi in specie di tribù con una larvale e primitiva forma di società, cercando di aiutarsi e aiutare le macchine simili. Anche Adam e Eve, che sembrano a capo delle biomacchine, si comportano in modo capriccioso e così umano.
E i protagonisti androidi? 2B e 9S lavorano in coppia, completandosi: ciascuno ha la sua specializzazione. 2B androide femmina da combattimento e 9S androide maschio di appoggio logistico e assistenza strategica. Sembrano tutto fuorché due macchine. La prima fredda e atarassica, programmata in apparenza solo per eseguire missioni per distruggere il nemico, il secondo più affabile, dotato di un vago senso dell'umorismo e capace di sorridere e cercare di stuzzicare l'apparente incapacità comunicativa di 2B. È inutile evidenziare che il loro aspetto esteriore tende rispecchiare il loro "carattere": 2B è una bellissima "gothic loli", una specie di spietato angelo della morte (un po' troppo kawaii"), mentre 9S sembra uno scolaretto carino in braghette e stivali con un modo di fare scanzonato. Tra i due sembra, soprattutto verso la fine della serie, che si sia instaurato un certo "feeling" di umana memoria... La fascia che copre gli occhi con funzione di visore li rende stravaganti e stranamente intriganti, nascondendo una parte della loro possibile espressività degli occhi.
In questo frangente, "NieR: Automata Ver1.1a" mi ha ricordato vagamente un'altra serie di fantascienza di un po' di anni fa, "Ergo Proxy": in entrambe i personaggi erano alla ricerca di un perché, di un'origine da conquistare e difendere, rendendosi conto che i loro sforzi alla fine non ottenevano l'effetto sperato. E non è difficile intuire che sembra una metafora della condizione umana sempre tesa alla ricerca della verità riguardo la sua origine, che tuttavia resta sempre insoddisfatta a causa dei suoi limiti.
E anche in "NieR: Automata Ver1.1a" questo aspetto resta sotto traccia ma sempre insoddisfatto, in un crescendo molto spesso lento in cui i due androidi prendono man mano coscienza di sé stessi e delle informazioni circa le motivazioni per cui stanno combattendo. Pervenendo a una possibilità di risposta circa l'inutilità di tutte le azioni che stanno compiendo nell'esecuzione della loro missione. Che sia una critica alla guerra e alla sua inutilità una volta appurata l'inconsistenza delle sue motivazioni?
La disillusione sembra portare gli androidi a guardare più verso loro stessi e i loro abbozzi di sentimenti e necessità in una forma primordiale di autocoscienza.
Dal punto di vista tecnico, tanti hanno lamentato la CGI che fa apparire la serie come un videogioco di vent'anni fa: a me non è sembrata così pessima, ma non essendo un cultore dei videogiochi, non mi esprimo, se non per far presente che ho visto di peggio. Il chara design, soprattutto degli androidi, invece mi è piaciuto al pari del worldbuilding ricco di dettagli nel rappresentare la Terra disabitata.
Il comparto musicale mi è sembrato di eccellenza: la opening "Escalate" di Aimer e la ending "antinomy" di Amazarashi sono di livello e rappresentano la cura con cui la produzione ha cercato di dare dignità alla produzione, centrando l'obiettivo.
A lasciarmi meno soddisfatto sono i finali degli episodi con i siparietti con le marionette che integrano con delle spiegazioni i contenuti degli episodi: a me sono sembrati inutili, a detrimento dello sviluppo ulteriore degli episodi e un po' puerili.
Dopo la visione di "NieR: Automata Ver1.1a", mi è sopravvenuto una sorta di aforisma del fisico inglese Stephen Hawking riguardo l'AI: "L'Intelligenza Artificiale sarà la più importante conquista dell'uomo, peccato che potrebbe essere l'ultima". E "NieR: Automata Ver1.1a" ne documenta un possibile esempio.