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"Don't Toy with Me, Miss Nagatoro" non è, in fondo, un brutto cartone eppure lo considero un po’ l’emblema di tutte le cose che non vanno nella maggior parte delle romcom.

NOTA: questa recensione è un po’ complessiva delle due stagioni finora uscite.

Incoerenza
Il primo episodio è agghiacciante: assistiamo a una bulla odiosa (Nagatoro) che umilia più volte fino al pianto un povero cristo inerme, timido e complessato, appena conosciuto (il senpai). Il peggio è che questa cosa terribile ci viene passata come divertente. Divertente in virtù di cosa? Del fatto che lei sia bella? Se sei bella tutto è concesso? Essere attraente l’autorizza a fare la str%%za in quel modo mentre lui, da bruttarello quattrocchi, dovrebbe essere grato del solo fatto che lei gli rivolga la parola, sia pure per maltrattarlo?
Una cosa davvero disgustosa, da drop istantaneo.
Dal secondo episodio però cambia tutto: siamo alla romcom classica, ora Nagatoro è già palesemente cotta di lui (dall’oggi al domani), gelosa, lo prende in giro per farsi notare…
Che credibilità può mai avere un’evoluzione istantanea come questa?
In pratica dopo il primo episodio l’autore ha pensato “nah, così fa schifo, azzeriamo tutto e ripartiamo da capo. Ideona! Copiamo Takagi-san! Facciamo che lei è innamorata e lo prende in giro bla bla bla”
Eh no mio caro, ci dovevi pensare prima. Non puoi presentarmi un personaggio in un modo e poi fargli fare un'inversione a U da un giorno all’altro. Una persona può certamente maturare, cambiare, ma sono cose che avvengono gradualmente. Ci vuole abilità per renderle credibili.Praticamente per poter apprezzare questo anime bisogna fare lo sforzo di dimenticarsi completamente del primo episodio, fare finta che non esista. Esempio perfetto di ciò che non si dovrebbe mai fare se vuoi che la storia sia credibile.

Inoltre per immedesimarsi nelle vicende dei personaggi il contesto va un minimo giustificato. Ad esempio per esigenze di trama all’autore faceva comodo avere un luogo dove Nagatoro fosse spesso da sola col senpai per poterlo maltrattare in santa pace, pertanto si è inventato che il senpai fa parte del club di arte di cui apparentemente è unico membro. Già questo risulta strano di suo e aveva bisogno di una qualche spiegazione perché che io sappia un club per esistere necessita di una soglia minima di iscritti, ma lasciando perdere questo aspetto “burocratico” la cosa diventa ancora più incomprensibile nel momento in cui compare all’improvviso la presidente del club: se era la presidente, perché finora non c’era mai al club? E una volta che è tornata, perché risparisce subito dopo?
Tu autore vuoi inserire un personaggio che compaia ogni tanto, movimenti la situazione e abbia un qualche legame con il senpai ma che non tolga ai due protagonisti lo spazio in cui interagiscono da soli? Ok, fai che sia una sua amica di infanzia, una lontana parente, una vicina, che ne so. Una che passa di la ma non abbia nessun obbligo di rimanere li in mezzo. Ma se ti inventi che è giusto giusto la presidente del club del senpai allora stai creando un vincolo di trama, a quel punto per coerenza lo spettatore si aspetterà giustamente che frequenti il club invadendo il loro spazio. E invece no, risparisce subito.
Sono cose come questa che rendono confuso il contesto e ti fanno pensare “ma chi l’ha scritta sta trama, un ragazzino di 12 anni?”

Sempre a proposito della scrittura, che definirei amatoriale, i personaggi non hanno profondità. I protagonisti non hanno un passato, non sappiamo praticamente nulla di loro se non che lui era stato vittima di bullismo. Di lui non sappiamo nemmeno come si chiami, è semplicemente il “senpai”.
I secondari sono tutti delle macchiette (cosa comune purtroppo alla maggior parte delle romcom) stanno li solo per offrire spunti ai protagonisti. Ma la questione non è solo che sono personaggi piatti, è che alcuni sono anche senza senso. A volte compaiono alcuni secondari che vengono fuori letteralmente dal nulla e si comportano in maniera incomprensibile: si pensi alla già citata presidente che non si capisce che rapporti abbia con il club, a una certa compare, sembra una villain che vuole chiudere il club, poi si denuda, poi scompare per episodi, poi ricompare a buffo, poi fa l’angelo protettore amoroso (si ma perché?). Non sembrano persone, esseri viventi con una propria ragion d’essere e una loro posizione nel mondo, ma pupazzi usa e getta fatti comparire e scomparire dal nulla, all’occorrenza. Del tipo, in questa scena voglio che Nagatoro si ingelosisca: magari uso un personaggio che ho già e creo una situazione che favorisca la gelosia? No, faccio comparire un nuovo personaggio, la cugina bona della presidente, che arriva a caso e alla prima occasione senza motivo si apre la camicetta e mostra il reggiseno, siamo a questi livelli qui.

Parlavamo di reggiseni e questo mi porta all’altro punto: ecchi
Premetto che personalmente un po’ di ecchi qua e la non mi dispiace, purché non sia cringe, sia magari spiritoso o abbia un minimo di giustificazione di trama. Qui però è troppo. Le scene con ammiccamenti erotici non sono continue, ma quando avvengono sono davvero imbarazzanti. Leggo che l’autore, Nanashi, prima faceva hentai… e infatti la matrice si vede. Tette e culi che ondeggiano a profusione, la presidente poi non ne parliamo, ma il top è stato l’inizio del quarto episodio in cui Nagatoro lava le mani giunte del senpai col sapone, andando su e giù, su e giù, su e giù, con tutta la schiuma attorno… ma che schifo dai. Lì ha varcato il limite che separa il cringe dall’orrore.

Mancanza di originalità
La premessa vabbè, è la più abusata del mondo romance: ambientazione scolastica, ragazzo sfigato, senza amici, incontra ragazza bella popolare e nasce il sentimento. Ma non è tanto questo il problema, ci sono fior di capolavori con queste premesse. E’ che qui si va oltre il derivativo: avevo citato prima Takagi-san perché già a partire dal titolo sovviene immediata l’analogia con quell’opera, analogia confermata poi dal format: tanti mini-episodi in cui Nagatoro prende in giro il senpai. Più che al derivativo qua siamo praticamente al plagio.
Un plagio fatto male però. In Takagi-san la psicologia dei personaggi è delineata in maniera impeccabile, gli stuzzicamenti di Takagi sono bonari e simpatici, una forma di affetto, si capisce che li fa per richiamare l’attenzione di Nishikata e infatti quando ci riesce, e ancor più quando lui le si avvicina o fa una gentilezza, lei smette immediatamente e lo incoraggia.
Qui invece Nagatoro maltratta il senpai sempre e comunque (specialmente nella prima stagione, c’è giusto un piccolo miglioramento nella seconda) non soltanto quando vuole attirare la sua attenzione ma persino quando lui si prende di coraggio e si espone verso di lei. Anche lì ridacchia, lo percula, lo chiama verginello, lo mette in difficoltà, lo fa sentire sotto esame. Ma non ci vorrebbero spacciare che lei sia innamorata di lui? Cos'è, una sadica? Una psicopatica?
Di sicuro è una ragazza tossica da cui bisognerebbe scappare, ma il senpai è un personaggio miserabilmente uke e sta li a subire e a venirle incontro lo stesso. In questo almeno lui ha comunque una coerenza.
Anche questo è purtroppo un difetto di molte romcom: mostrare come divertenti o addirittura romantiche quelle che a conti fatti sono relazioni tossiche, drammaticamente sbilanciate, in cui una ragazza tsundere aggressiva, manesca, volgare e costantemente con la frusta in mano maltratta un ragazzo debole, timido e col complesso di inferiorità. Mi chiedo quale sarebbe la reazione degli spettatori se i personaggi fossero a sessi invertiti, la vedrebbero ancora come una cosa simpatica e divertente? Ne dubito. No, questo NON è amore.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, le animazioni di per sè sono buone tuttavia sono proprio le scelte stilistiche originali che a volte mi infastidiscono. Ad esempio quando Nagatoro opprime il senpai viene mostrata con una faccia mostruosa, con i due occhi completamente diversi l’uno dall’altro (uno con l’iride grande di un colore, l’altro piccolo di un altro), pare un quadro di Picasso. Parere personale, per carità, ma non lo sopporto.
Così come mi infastidisce la voce originale di Nagatoro che trovo odiosa, sia come timbro, sia come intonazione.

Ma se fa così schifo com'è che l’hai visto tutto?
Intanto, debolezza mia, faccio fatica a lasciare le cose a metà e spesso mi ritrovo ad arrivare fino alla fine per puro dovere di completezza (finché si tratta di anime brevi, ovviamente. Se comincio una roba da 100 episodi e alla terza mi rendo conto che mi fa schifo, la pianto li). Inoltre qualche suo momento buono ce l’ha (specie nella seconda stagione devo dire), tuttavia mi sono soffermato soprattutto sui difetti perché sono eclatanti, in pratica ha tutti i difetti tipici delle romcom e in qualche modo li porta ad un altro livello.

In definitiva non la consiglio, c’è davvero molto ma molto di meglio da vedere, sia lato romance sia lato comedy.