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Attenzione: la recensione contiene spoiler

A volte incappi in anime così brutti, noiosi, ripetitivi e con cliché portati talmente all’estremo, che a un certo punto ti viene il dubbio che la cosa sia voluta, magari ironica, e che il problema sia tu che non ne cogli il senso.

Non saprei in che altro modo introdurre questa serie.
L’ho tenuta d’occhio leggendo la classifica degli “Anime of the Year Awards 2023” di AnimeCorner. Nella sezione romance si è classificata seconda, davanti a tante altre opere di tutto rispetto che ho molto apprezzato. In pratica, secondo i giudici di questi award, “The Angel Next Door Spoils Me Rotten” è praticamente il romance dell’anno, subito dopo quel capolavoro di “The Dangers in My Heart”. Qui su AnimeClick.it invece il giudizio era mediocre, e questo mi ha incuriosito: chi avrà ragione? Siamo noi ad essere sommelier incontentabili oppure questi di AnimeCorner danno i numeri?
E così, va beh, ‘zuppiamoci’ ‘sti dodici episodi e verifichiamo.

Shiina è la ragazza più bella della scuola, la definiscono tutti “angelo”, mentre Fujimiya è un ragazzo introverso abbastanza invisibile a scuola. Non si conoscono e non hanno mai parlato tra di loro. La premessa è la solita, insomma.
All’inizio della storia Fujimiya vede Shiina triste sotto la pioggia, gentilmente le lascia l’ombrello e ovviamente (classico) il giorno dopo gli viene il raffreddore, così lei, per ricambiare la gentilezza, si prende cura di lui, gli sistema casa e cucina per lui. Penserete che questo è l’inizio di tutta una catena di eventi che... e invece no. Quello che ho scritto è esattamente l’unica cosa che accade in tutta la serie. Per dodici episodi quello che succede è che lei sta piantata a casa sua a cucinare per lui, come se fossero una coppia sposata. Giuro. Credibilissimo proprio.

"Ma scusa, com'è possibile?", chiederete. Fa continuamente avanti e indietro da casa propria a casa di lui? E i loro genitori?
Beh, i genitori non ci sono, perché loro due sono entrambi scolari che vivono da soli (solito cliché, a seguire le romcom giapponesi pare quasi la norma) e lei fa effettivamente spoletta di continuo tra le due case, perché, udite udite, sono vicini di casa... e non nel senso che gli edifici in cui abitano sono vicini, bensì nel senso che vivono proprio nello stesso edificio, allo stesso piano, stesso pianerottolo, l’una accanto all’altro, in due appartamenti adiacenti, hanno persino un muro in comune! A questo punto, mi chiedo come sia possibile che questi due non si fossero mai conosciuti prima d’ora, visto che frequentano la stessa scuola e le porte dei loro due appartamenti sono letteralmente a un metro di distanza l’uno dall’altro, ma va beh, lasciamo perdere.
La cosa che ho trovato veramente surreale è la staticità di questo anime: praticamente, la location in cui è ambientata la serie è per il 95% del tempo (e mi sto tenendo basso) rappresentata dal soggiorno con angolo cottura della casa di Fujimiya, prevalentemente sul divano. Sono praticamente sempre loro due da soli. Lui in genere seduto sul divano, lei o è ai fornelli oppure è sul divano con lui. E stanno fermi lì a parlare, parlare, parlare. Le poche volte in cui la location è diversa (solitamente la scuola) la sequenza dura mediamente sui cinque secondi, giusto il tempo di produrre un piccolo spunto di cui poi tornare a parlare apaticamente sul divano di Fujimiya.

Diranno cose interessanti almeno? No. Nel corso delle puntate infatti i loro dialoghi e gesti, ripetitivi fino allo sfinimento, seguono un pattern ben consolidato, del tipo: “Ti ringrazio per i tuoi manicaretti!”, “Sono io che ringrazio te!”, “No, davvero, sono squisiti, mi rendono felice”, “Sono io felice a cucinarli per te”, “Dormo”, “Grazie, fai così tanto per me!”, “Tu fai di più e non te ne rendi conto!”, “Dormo”, “Ti accarezzo la testa”, “Te la accarezzo io”, “Scusa!”, “No, scusami tu!”, “Dormo”, “Ti ringrazio per i tuoi manicaretti!” (e riparte il loop…)
Ah, perché sì, è vero, dimenticavo di dirvi che dopo qualche episodio sulla solita location del divano all’attività del parlare si aggiunge anche la variante del dormire: lui si addormenta sulle gambe di lei, lei gli accarezza i capelli o pulisce le orecchie; lei si addormenta sul divano, lui le accarezza i capelli o le poggia una coperta; a volte lui si addormenta sulle gambe di lei, poi, quando si sveglia, scopre che nel frattempo si è addormentata lei. Due narcolettici.

In tutto questo loro non stanno insieme, eh! Cioè convivono, lei cucina e sistema la casa ogni giorno per lui come una brava mogliettina, passano il tempo sempre soli soletti, si scambiano vicendevolmente regali, complimenti, gentilezze, carezze, ma non sono una coppia, eh! Non viene mai loro il sospetto di piacere all’altro, eh! A scuola fanno finta di non conoscersi, perché chissà cosa potrebbe succedere se i compagni scoprissero che si frequentano, visto che lei è così popolare. Chissà, forse potrebbe scoppiare una guerra civile a senso loro, non so.

Ma se lei a parole è così popolare, perché nella pratica non ha mai nessuno intorno, né amiche né spasimanti? Il mondo in cui vivono pare un deserto, nelle rarissime volte in cui si vedono fuori di casa non incontrano mai nessuno, al parco, sotto casa, sono sempre loro due da soli, tranne qualche raro caso in cui i due amici di Fujimiya (una coppietta di fidanzatini) lo vanno a trovare, anche lì sempre per pochi secondi, perché poi, mi raccomando, i protagonisti devono tornare a stare da soli impalati come stoccafissi a parlare.

A tratti ho percepito un senso di straniamento guardando questo anime: passa in rassegna tutti i cliché del genere (la puntata della malattia, quella di San Valentino, del White Day, del festival sportivo), ma in modo super-sterile, perché nella pratica non succede davvero mai niente, sono solo spunti per poi tornare di nuovo a parlare sul divano da soli e dire di nuovo le stesse cose, senza fare mai nessun progresso. Al punto che a tratti mi veniva il dubbio: ma non è che si tratta di una parodia? Lo stanno facendo apposta a portare all’estremo i cliché, per ribaltarli e renderli ridicoli? O il protagonista sta dentro un sogno che va in loop? Forse è per questo che è stato premiato come secondo romance migliore dell’intero 2023, perché a un certo punto ci sarà un plot twist, un qualche colpo di scena geniale?
In effetti, alcuni dettagli talvolta andavano ad avvalorare questa tesi.
L’ossessiva ripetitività senza progressi della trama, tanto che pare di stare dentro il film “Ricomincio da capo”.
La ridicolaggine della questione dei capelli di Fujimiya: lui è ritenuto da tutti un ragazzo esteticamente mediocre, ma basta che si tiri su leggermente la frangia e istantaneamente tutti lo vedono bellissimo (in realtà, è identico a prima, ha solo la fronte un po’ scoperta). Con quella pettinatura è visto come talmente diverso rispetto al consueto, che la gente non lo riconosce nemmeno, pensano sia un’altra persona. E, attenzione, questo anime non è mica del genere "demenziale", ma ha toni seri. Una roba talmente assurda da farti pensare che, no, dai, non può essere vera. È uno scherzo, un sogno, su.
Le animazioni che da una certa puntata in avanti degradano in maniera sconcertante (magari è fatto apposta? Ha un significato?).
Fino ad arrivare a quella scena della penultima puntata in cui al solito questi due cucinano, mangiano, si accarezzano, dormono, a un certo punto Fujimiya si sveglia, la vede che dorme e fa: “Mi sembra una scena già vista”. Wow! La rottura della quarta parete! (Ho pensato)

Ma in realtà non è niente di così sofisticato, non c’è nessun plot twist, nessun messaggio recondito, nulla da interpretare. Arrivato alla fine, scopri che è esattamente quello che vedevi: un anime lento, senza idee, in cui non accade nulla, con personaggi principali apatici e dialoghi piattissimi e ripetitivi.

Se dovessi premiarlo a degli award, lo premierei come anime più statico dell’anno. Ma che dico dell’anno, forse della storia.

Sono comunque contento di averlo visto fino alla fine, per il solo fatto di poterne parlare e perché, in fondo, guardandolo con una mia personalissima chiave comico-parodistica (sicuramente non prevista dall'anime), alle volte raramente mi ha fatto anche ridere.
Tutta comicità involontaria, si intende.

Forse sono anch’io un sommelier.