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8.0/10
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C’era una volta un tempo in cui gli anime romance avevano una trama articolata con una continuità che si sviluppava nel tempo, personaggi principali che cambiavano/maturavano, secondari che avevano anch’essi una caratterizzazione psicologica ben definita e qualcosa da dire, ostacoli, imprevisti, antagonisti, scelte difficili da prendere, non si aveva paura ad affrontare temi difficili (come ad es. la morte) e tutto aveva quel sapore dolce-amaro che solitamente accompagna le prime esperienze sentimentali.
Ao Haru Ride appartiene a quel periodo e infatti, guarda un po’, mi è piaciuto un sacco.

Premessa della storia
La storia parla di Futaba, una graziosa ragazza di prima superiore, e di Kou, il suo primo amore, scomparso improvvisamente nel nulla senza lasciare tracce proprio quando sembrava che tra di loro stesse per nascere qualcosa. Sono passati tre anni ma lei non riesce a toglierselo dalla testa e sogna di incontrarlo di nuovo, finché un giorno a scuola se lo ritrova davanti ma completamente trasformato, ha persino cambiato cognome, sembra un’altra persona. Il Kou sorridente e gentile ha fatto posto a un Kou schivo e tagliente. Ma perché? E adesso?

La prima cosa che mi è subito piaciuta di questo cartone, sin dal primo episodio, è che in pochi passaggi è riuscito a farci coinvolgere emotivamente dentro alla situazione di Futaba: il suo innamoramento ai tempi delle medie (che viviamo tramite piccoli delicati flashback), la tristezza della perdita, l’attesa di tre anni per re-incontrare il suo primo amore ormai idealizzato, e poi lo smarrimento quando ritrovandolo lo scopre cambiato. Il tempo e certi episodi della vita cambiano le persone, soprattutto a quell'età, e questo non è facile da accettare per chi rimane indietro. Forse i ricordi è meglio che restino ricordi, preservarli belli e perfetti in uno scatolino dentro il nostro cuore, anziché inquinarli con la mera realtà…

Eppure il nuovo Kou sarà anche ombroso e antipatico, ma riesce a mettere a nudo la spirale in cui stava sprofondando Futaba, tra una maschera di ipocrisia per adattarsi alla società e finte amiche inaffidabili e rancorose. Grazie a lui, Futaba ne verrà fuori tornando se stessa, riprendendo in mano la sua vita, la sua autenticità e trovandosi dei nuovi amici veri.

Già, gli amici. Abituato alle produzioni contemporanee in cui i personaggi secondari sono sagome di cartone senza uno spessore, meri generatori di spunti per i protagonisti, non mi è sembrato vero di trovare dei comprimari così umani, verosimili, ciascuno con delle emozioni e una storia interessante da raccontare. Tanto che a volte si ha l'impressione che questa serie sia più una storia di amicizia che d’amore. A un certo punto le due cose confliggono, bisogna fare scelte non semplici. E’ la giovinezza, è la vita. A quell’età ogni bivio sembra aprire o chiudere orizzonti di ampiezza infinita.

Mi è piaciuto come le due tematiche siano andate avanti entrambe nel corso della serie e mi è piaciuta anche la gestione del linea romance che, senza essere affatto smielata, ci regala alcuni momenti molto emozionanti.
Imparate, cari anime contemporanei: le storie d’amore sono emozionanti quando alternano gioie e dolori, felicità e tristezza, con personaggi imperfetti e dunque più umani e vicini a noi. E dove ogni tanto sorge qualche ostacolo importante da superare che non sia sempre o solo la timidezza parossistica dei protagonisti.

I disegni sono semplici e gradevoli, con tratti morbidi ed espressivi. Sulle musiche secondo me si poteva fare di più.

Una piccola considerazione sul finale: senza spoilerare nulla, dico solo che a qualcuno farà storcere il naso perché rimane in aria. Ciò è accaduto perché i progetti iniziali erano di fare una seconda stagione che poi non è stata mai realizzata (figuratevi che questa copre solo un terzo del manga): è evidente anche dal fatto che proprio alla fine compaiono dei nuovi personaggi che si capisce benissimo non siano semplici comparse ma personaggi importanti che avrebbero avuto tutto uno sviluppo nella trama.
Se i produttori avessero deciso sin dall’inizio di fare una stagione unica avrebbero probabilmente approntato un finale alternativo dando compiutezza a questa serie, e dispiace molto anche a me non poter vedere il prosieguo della storia, tuttavia non lo ritengo un motivo valido per abbassare il voto a un anime che, a mio avviso, è veramente bello e coinvolgente.