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"Oreimo" si compone di due serie di dodici episodi ciascuna (2010 e 2013), seguite rispettivamente da due serie di OAV di quattro e tre episodi ciascuna, con la seconda che chiude la storia.

La trama si fonda sulla light novel di diciassette volumi di Tsukasa Fushimi del 2008 e sul successivo manga del 2009-2011 (è in corso uno ulteriore dedicato ad uno dei personaggi, Kuroneko, del 2021), e narra la storia di due fratelli, Kyosuke e Kirino, che, all'improvviso dopo anni di reciproca indifferenza, iniziano a condividere i propri segreti e sentimenti. In particolare Kirino, la sorella più giovane, decide di condividere col fratello maggiore il suo "segreto": la passione sfrenata e incontrollabile per i giochi visual novel anche eroge sull'amore tra fratello e sorella con protagonista proprio le sorelle minori. Ma non è tutto: Kirino si comporta verso il fratello come la classica "tsundere", maltrattando in modo anche violento il fratello oggetto dei suo sentimenti più che affettuosi. Se poi aggiungiamo che Kyosuke è il classico imbranato, impacciato bonaccione gentile e altruista che si preoccupa fino all'annullamento per la sorellina, una volta ritrovata in qualche modo l'interazione con lei...

Con queste premesse, è possibile intuire che "Oreimo" da un punto di vista dei personaggi utilizza i classici "cavalli di battaglia" del genere, cercando, soprattutto per la prima serie, di "sdoganare" la c.d. cultura dell'otaku, cercando di dimostrare che la passione "malata" per un certo genere di videogiochi (e tutti i gadget correlati) non è appannaggio solo di persone, perlopiù disadatte, asociali e incapaci di vivere e relazionarsi con gli altri.
Kirino è una bella ragazza, popolare, studiosa con ottimi voti, bravissima anche nello sport (eccelle nella corsa), e a tempo perso si dedica anche al lavoro di modella. Sembra la perfezione per i canoni sociali nipponici (e non solo...), ma ha quel "segreto" che non vuole e, soprattutto, non può condividere con nessuno (anche con i familiari e i pochi amici): la sua passione patologica per i giochi eroge a tema proprio fratello/sorella minore con route anche a sfondo sessuale.

Pertanto, se proprio dovessi trovare una "morale" alla prima serie (e alla sua coda di OAV), si potrebbe pensare che "Oreimo" strizza in modo furbetto l'occhio al pubblico che cerca di rappresentare, attribuendo al mondo tipico dei gamer incalliti e completamente persi nei personaggi di anime, manga e videogiochi di "nicchia" (eufemismo...) una sorta di giustificazione, trasmettendo il messaggio che chi ha passioni non propriamente in linea con i comuni canoni sociali e di comportamento non è necessariamente una persona negativa, da rieducare o da emarginare, come se fosse affetta da una malattia mentale.

Il lato "buono" della cultura otaku?

Ma "Oreimo" riesce a trasmettere il messaggio di riabilitazione e approvazione delle passioni "not politically correct"? Purtroppo, a mio modesto avviso, no.
Premetto che rimando il tema del sister e del brother complex di cui sembrano soffrire i due fratelli protagonisti della serie, che è accennato nella prima serie e troverà il suo sviluppo negli OAV seguenti alla prima serie, per poi "esplodere" nella seconda serie, ma raccontare della ossessione di Kirino come se fosse una vittima del pregiudizio, perché in fondo non fa nulla di male, è francamente puerile e superficiale.

Tale sensazione è avvalorata dal comportamento bipolare della protagonista Kirino, tanto artificioso quanto surreale ed estremo. Mi sono sempre chiesto perché una ragazza all'interno di serie tipo "Oreimo" debba essere sempre ascritta agli eccessi del genere "tsundere" (con l'aggressività di un gallo da combattimento) o di quello "imbranata e timida" con la vocina in falsetto tanto fastidiosa quanto ridicola... e perché i protagonisti maschili hanno la turba della gentilezza e della bontà ad ogni costo (anche quella di "zerbinarsi" al cospetto della persona per cui hanno un evidente debole), con l'aggravante della necessità di "proteggere" la persona cui sono interessati ad ogni costo, quando in realtà tale atteggiamento da "buon samaritano" non è assolutamente giustificato dalla reale forza di autodeterminazione della persona protetta.

Se Kirino è ascrivibile al primo genere di protagonista sopra descritto, Kyosuke è proprio il solito e classico ragazzo senza nerbo che inizia in apparenza tollerante e comprensivo, ma poi diventa "interessato" e "morboso", e, da buon fratello maggiore secondo i canoni nipponici, comprende senza giudicare Kirino e la supporta a manifestare la sua passione contro tutto e tutti (esilarante la sua difesa verso il padre che non poteva sopportare l'idea che la cocca della famiglia possa avere una "depravazione" simile), rendendo alla lunga la sorella più sicura di sé stessa, senza dover vivere l'assillo per l'amore per il mondo dei manga, anime e videogiochi (con gadget, action figure, ecc.), come se fosse qualcosa di negativo, anzi, ma anche da condividere con altre persone che come lei hanno una passione assimilabile.

Ed ecco che, grazie al costante supporto di Kyosuke, Kirino evolve (tranne che nei confronti del fratello) e così arrivano anche gli altri personaggi salienti della serie. Che a differenza dei due fratelli possono apparire anche "normali".
Se Saori e Ruri "Kuroneko", pur essendo due otaku, riescono a rendere simpatiche alcune situazioni e potrebbero essere tutto sommato ritenute gradevoli, Ayase (l'amica di Kirino dagli atteggiamenti inquietanti, schizofrenici e possessivi), Manami (l'amica di infanzia di Kyosuke che lo ama neanche tanto in segreto e che sembra una "gatta morta" con una vocina che indispone dopo aver pronunciato anche solo due parole) e Kanako (altra amica di Kirino, aspirante idol, molto simile per atteggiamento ad Ayase e Kirino) rendono il teatrino delle maschere di "Oreimo" grottesco, inverosimile e caricaturale.

Un anime senza un minimo di attinenza alla realtà.

Nonostante il discreto lavoro svolto dallo studio AIC per il chara design, animazioni e sfondi (sulle opening e le ending probabilmente potevano fare di meglio), "Oreimo" prima serie rappresenta una visione leggera e scorrevole, ma talmente inverosimile nell'introspezione dei personaggi e nelle loro interazioni, che potrebbe essere tollerato (non riesco a scrivere "apprezzato") solo se si visionasse l'opera con il filtro della weltanschauung otaku.
Purtroppo, per quanto mi riguarda, e avendo già visto anche lo "scempio" della seconda serie, non riesco a consigliare la visione di questo anime...