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Evangelion è rimbombante perchè silenzioso... Evangelion è un'eco. Ti rimane nel cervello e molto tempo dopo averlo visto ecco che ti ritorna in mente una sensazione, anche solo parlandone... Evangelion è costituito d'immobilità, quella che precede l'azione... Che ti blocca col respiro sospeso aspettando che qualcosa avvenga. E alternativamente stagnante e rumoroso, sussegue tranquillità ad azione. E' triste e familiare, è solitudine e voglia di qualcos'altro, di qualcun altro. E' brama e desiderio di ciò che non può essere e che non puoi avere.
E' tutto ciò per me... Ma per qualcun altro è sicuramente diverso. Perché, parlando con diverse persone, ho capito che per ognuno significa qualcosa di differente.
Parla di un tempo in cui la Terra non esiste più così come la conosciamo in seguito a un'esplosione che ha coinvolto tutto il mondo... Una terra in cui esistono gli angeli e una luna distratta, ma gli uomini sono soli come prima, esistono, anzi, ancora più barriere e sicuramente ci sono tra il protagonista e gli altri attori che rendono vivo quest'anime. Un mondo dove l'uomo non è altro che un pezzo di ricambio, concetto capitalizzato nella figura di Rei Ayanami.
Evangelion è il primo anime che vidi consapevolmente (cioè sapendo che si trattava di un cartone giapponese, un anime) e forse anche per questo mi ha colpita ancor più.
Ciò che ho più appezzato è il ritmo narrativo... Quello che, invece, avrei evitato di vedere sono le due ultime puntate, nonostante parlino di concetti filosofici profondi. Non era comunque il finale che mi aspettavo e mi fece venire solo una grande tristezza, senza per altro farmi capire come, in che modo tutto fosse finito. Per questo almeno ci sono i film successivi...
Inizialmente ho detto che Evangelion è un'eco... Ma quale suono può produrre una tale eco? Sicuramente è un suono che fa pensare alla libertà e alla voglia di affermarsi. Evangelion è un grido al mondo... Un Io Esisto!
Ma è anche voglia di cambiare, di essere più forti. Un anime dove tutti i protagonisti rappresentano qualche dramma umano e cercano la forza per andare avanti, ponendosi un obiettivo o andando alla ricerca di esso. Ha un forte impatto... Dal ritmo narrativo all'inizio lento, poi sempre più veloce. Un anime che mi ha fatto amare e odiare (per quel finale che mi lasciò con l'amaro in bocca) l'animazione giapponese. Una pietra miliare, imperdibile per chi ama questa branca dell’animazione... Poi può piacere o no, ma sicuramente da vedere... Un mecha dove la macchina non è solo un oggetto, un mezzo per raggiungere un fine (come al solito la salvezza dell'umanità), ma diviene una madre, una culla, un essere da odiare, un catalizzatore della propria rabbia. Una macchina vista come un Dio, un uomo visto come una macchina.
Dove porterà tutto ciò? Non siete curiosi...?