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    Può una macellatrice di vite diventare creazione, conforto, umanità?

    È questa la domanda principale che in termini diversi si pongono gli stessi personaggi quando si parla della protagonista omonima di questa serie, “Violet Evergarden”.

    Si tratta di un’opera che è stata trasposta da una light novel di Kana Akatsuki e Akiko Takase per Netflix dallo studio Kyoto Animation, che prende piede in un continente fantastico di nome Telsis (il quale sembra... [ continua a leggere]

    10.0/10
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    Può un anime surreale e ultra-colorato essere una critica perenne alle illusioni e alla fuga dalla realtà? Un’opera appartenente al medium artistico della giovinezza per eccellenza, in un nuovo millennio dove il digitale ha diffuso ulteriormente l’immersione in mondi privati, fuori dalla socialità?
    Dall’altro lato, in arte come nella vita, un nuovo status quo, una nuova realtà sociale porta anche insoddisfazione, e da questa sorgono tentativi di reagire... [ continua a leggere]

    8.5/10
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    È possibile produrre un anime sui lati più sordidi della mafia, fatto di soli protagonisti maschi, ma dedicato ad un target femminile anche di età giovanile?

    "Banana Fish", che trae il suo titolo dall'omonima razza animale e da una citazione dello scrittore J.D Salinger, è un anime che parla di Ash Lynx: un teppista New Yorkese di 17 anni reduce da abusi continui della mafia americana che cerca di liberarsi degli inseguitori e, al contempo, di rifarsi... [ continua a leggere]
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    Metto già le mani avanti: ho un debole per le decostruzioni e lo stesso suono della parola “decostruzione”. E quale caso-studio più famoso di “Puella Magi Madoka Magica”, uscito nel 2011 per lo studio Shaft, la scrittura di Gen Urobuchi e la regia di Akiyuki Shinbō?

    Come tutti gli approcci nell'arte, quelli della parodia, del ribaltamento nelle fondamenta di certi stereotipi è godibile quando è fatto bene oppure deludente, a volte anche irritante,... [ continua a leggere]
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    Nella storia delle narrazioni, sia in letteratura che nel fumetto che nella settima arte, si è sempre cercato di valorizzare quello che in gergo tecnico viene chiamato “high concept”: spunti di trama che sono in grado di sollecitare la fantasia del fruitore, incuriosendolo e spingendolo a guardare il film o leggere il libro della situazione, come se fosse necessario partire da un biglietto da visita originale per fruire di un'opera, anche se questa... [ continua a leggere]
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    Se ci sono dei prodotti che spiegano bene perché il cartone animato porta qualcosa di nuovo e non replicabile nelle arti, quest’anime è sicuramente uno dei primi che mi vengono in mente, per tante ragioni. La più evidente è, naturalmente, nel contenuto.

    “Serial Experiments Lain” è spesso qualificato come un seinen (cioè progettato per un pubblico maschile di età adulta), di una fantascienza surreale che in precedenza esisteva pienamente quasi solo... [ continua a leggere]