Dal suo annuncio risalente all'E3 2017, Dragon Ball FighterZ di Arc System Works sembrava segnare l'inizio di una nuova epoca per i picchiaduro su licenza anime e manga, non solo da un punto di vista prettamente grafico, in grado di esaltare le tavole dell'opera cartacea e le scene di combattimento più frenetiche viste in TV: FighterZ punta tutte le proprie carte sul comparto online per dimostrare al mondo che anche un fighting game tratto da un'opera anime e manga ha le capacità di esaltare il lato competitivo dell'esperienza di gioco.

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Gli sviluppatori di Guilty Gear e BlazBlue, ormai da numerosi anni specializzati nel settore picchiaduro, non sono sconosciuti alla serie creata da Akira Toriyama, se consideriamo che anche un'altra loro iterazione, Dragon Ball Z: Extreme Butoden, è stata proposta non molto tempo fa su Nintendo 3DS; ed è proprio da quest'ultima che il producer Tomoko Hiroki ha concepito l'idea di proporre un picchiaduro di fascia alta presso le piattaforme di gioco di ultima generazione, con l'obiettivo di riunire sotto un'unica ala giocatori casuali e hardcore.

Dragon Ball FighterZ non vuole imitare serie ampiamente note come Street Fighter e Tekken: se dovessimo paragonarlo ad un altro picchiaduro, la scelta ricadrebbe nella saga di Marvel VS Capcom. Il gioco non è neppure minimamente rapportabile a Dragon Ball Xenoverse, il quale ha sicuramente contribuito nel rivendicare un brand afflitto da anni di giochi essenzialmente mediocri, tuttavia incapace di abbracciare un bacino d'utenza alla ricerca di un'esperienza soddisfacente che vada ben oltre il single-player.

Il compito della nuova produzione firmata Arc System Works, se non fosse ancora abbastanza chiaro, è riassumibile sostanzialmente in un unico concetto: far sentire a casa sia giocatori occasionali sia esperti di picchiaduro, consentendo ai primi di imparare dagli ultimi, senza dimenticare gli insegnamenti (tantissimi) impartiti dal gioco in sé, e agli stessi hardcore di impiegare tutte le loro conoscenze passate nel genere in questione al fine di scalare le classifiche mondiali. Il tutto, impreziosito da una veste grafica 2.5D che, meglio di qualunque altro titolo firmato Dragon Ball, è in grado di esprimere il fascino di una storica serie, amata tutt'oggi da innumerevoli fan provenienti da ogni parte del mondo.

 

 

Una modalità storia casual-friendly e nettamente diversa dal solito


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La scelta di rendere Dragon Ball FighterZ un picchiaduro 3vs3 non è derivata solo da questioni tecniche: c'è dietro un ben più profondo motivo del perché il titolo si proponga così simile a Marvel VS Capcom e, straordinariamente, ha proprio a che vedere con l'inedita modalità storia.

Il picchiaduro vuole valorizzare come non mai le relazioni tra combattenti, rendendo ogni scontro una trasposizione pressoché perfetta di quanto accadrebbe nell'anime, grazie ad un accurato scambio di battute e interazioni improbabili.

L'originalità, fortunatamente, è un ingrediente che non manca alla storia del titolo, giocabile in tre differenti archi narrativi collegati tra loro attraverso vicende che si svolgono in parallelo e comprensibili chiaramente solo dopo aver completato l'intero cerchio del racconto.

Controllerete un protagonista ben preciso con l'obiettivo di dare man forte ai Guerrieri Z nel sormontare un'imprevista minaccia sul pianeta Terra; un nemico astuto quanto altamente perverso, in termini di caratterizzazione il miglior esperimento riuscito da Toriyama per un'iterazione videoludica targata Dragon Ball. L'antagonista non si avvicina minimamente ai tratti di nessun altro ''cattivone''; dimenticatevi dunque di un villain ''alla Towa e Mira''.

Il pericolo che ha travolto il pianeta di Goku e compagni, in termini di fanservice, non è che la scusa ideale per riunire sul campo di battaglia volti noti del franchise e provenienti da tutte le saghe dell'opera originale: comporre una squadra pensando a priori a quale tipo di interazioni potrebbe avere un combattente con un altro, come Majin Bu con Freezer, premia l'utente ''dalla maggior forza creativa'' con dialoghi spassosi e in linea con le atmosfere della produzione di Toriyama.

FighterZ esalta inoltre come non mai il rapporto tra giocatore e personaggi dall'altra parte dello schermo, rompendo costantemente la quarta parete ed invitandolo a rendersi partecipe alle stesse vicende sia attraverso una battuta di dialogo indirizzata apertamente verso quest'ultimo sia mediante due opzioni che, talvolta, verranno impresse sulla scena di gioco (non portando tuttavia, chiaramente, conseguenze irreversibili sul proseguimento dell'avventura).


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Avanzando nei capitoli, il giocatore avrà la possibilità di decidere a quale evento dare la massima priorità all'interno di una mappa collegata da svariati nodi che celano, al loro interno, un imminente scontro tra cloni avversari. Spesso e volentieri, cimentarsi nel soccorso di un alleato, piuttosto che ignorarlo bellamente al fine di dedicarsi solo ed esclusivamente al boss del livello di turno, ricompensa il giocatore con un nuovo e prezioso personaggio giocabile. Livellare nella stessa modalità storia ricopre un ruolo fondamentale sia in termini di potenziamento dei propri guerrieri sia al fine di ottenere alcune scenette bonus particolarmente ''intime'' tra utente e personaggio, nelle quali quest'ultimo si aprirà sempre di più nei confronti del primo svelando dettagli della propria vita privata man mano che si sbloccheranno tutte e sette le fasi previste per la loro interazione. Un'ulteriore meccanica analoga al genere RPG consiste nell'ottenimento delle abilità di diverso livello, equipaggiabili in appositi slot per ricevere un boost in difesa (più alto sarà il lv dell'abilità, chiaramente, maggiore il suo effetto), Zeni aggiuntivi e persino un incremento di EXP. L'esperienza, in particolare, sarà fondamentale qualora puntaste nel visualizzare tutte le scenette di cui abbiamo accennato poco sopra, poiché strettamente collegate al livello base del combattente. Ciò rappresenta un buon incentivo nel ripetere le battaglie contro i cloni, ripetendo le diverse mappe previste per ciascun capitolo, e puntando allo ''spawn'' del clone Kid Bu, unico avversario – esclusi i boss – in grado di donare un quantitativo di EXP effettivamente soddisfacente.

Non solo: affrontare con determinati combattenti un preciso nemico ricompensa l'utente con una scena di dialogo particolarmente ricca di fanservice. Immaginate ad esempio di presentarvi di fronte Kid Bu con in party Majin Bu: i due inizieranno ad urlarsi contro in versi a dir poco incomprensibili lasciando perplesso il povero e ingenuo Goku. La fervida immaginazione di Arc System Works ha decisamente donato i suoi frutti.


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Proseguendo per le altre modalità offline di gioco, immancabile è l'area Allenamento, nella quale imparare le meccaniche di gameplay in pratici tutorial (per inciso, gli stessi dell'open beta), testare le proprie abilità nelle Sfide Combo e addestrarsi contro una CPU scelta dallo stesso giocatore, impostando eventualmente restrizioni e handicap particolari per mettersi alla prova.

Le Sfide Combo, in particolare, non rappresentano un vero e proprio ostacolo al pari di altre produzioni come Street Fighter o, per citare un titolo Arc System Works, Persona 4 Arena, nelle quali era richiesto, al contrario di Dragon Ball FighterZ, un grado di competenza davvero notevole.

Gli utenti alla ricerca di una vera e propria sfida offline dovrebbero fare riferimento alla modalità Arcade, caratterizzata da tre percorsi differenti e combattimenti che, in base al grado ottenuto a fine scontro, si presenteranno sempre più impegnativi da sormontare. I percorsi in modalità Difficile, soprattutto, potrebbero mettere in seria difficoltà anche i veterani del genere; ed è proprio in quest'occasione che l'utente inizia ad avere una chiara percezione dei combattenti più sgravi all'interno del roster di FighterZ: Goku e Vegeta Super Saiyan God Blue (ottenibili, per fugare ogni dubbio, sia prenotando il gioco sia racimolando un quantitativo di Zeni non indifferente), Gohan Adulto, Goku Black e Kid Bu sono, a nostro avviso, i personaggi per cui Arc System Works dovrebbe considerare l'idea di applicare un serio bilanciamento, soprattutto nel momento in cui si punti ad un vero fair play online.

E' interessante notare come il gioco permetta di usufruire della sezione Arcade e Battaglia locale sia online che offline, disputando ad esempio tornei fino a 16 giocatori oppure testando le proprie capacità nella modalità Arcade, puntando al punteggio più alto anche nei momenti in cui aveste voglia di confrontarvi con giocatori provenienti da tutto il mondo, al di fuori delle classiche partite classificate.


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Per rendere il vostro avatar in-lobby ancora più personalizzato, il gioco permette di ottenere ricolorazioni particolari alla propria divisa, nuovi personaggi ''deformed'' da impostare come avatar, titoli da affiancare alla vostra scheda giocatore e altre opzioni prettamente estetiche attraverso un sistema di loot box completamente privo della possibilità di impiegare soldi reali, come confermato dalla stessa Bandai Namco a fronte delle perplessità generate dall'inserimento di una tale meccanica, spesso e volentieri abusata da altre compagnie videoludiche. Il dubbio è sicuramente giustificato dall'opzione ''PlayStation Store'' (nel caso in cui giochiate su piattaforma Sony) integrata nell'area Negozio della vasta lobby di gioco, tuttavia, considerando le dichiarazioni di Bandai, non c'è motivo per cui sia il caso di allarmarsi. E' più che plausibile, invece, che Arc System Works abbia intenzione di integrare all'interno dello store della propria piattaforma di gioco completi d'abbigliamento acquistabili con soldi effettivi attraverso futuri DLC (attualmente annunciati solo verso ulteriori otto personaggi giocabili aggiuntivi).


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Un Tenkaichi su scala mondiale


Se le modalità offline disponibili potranno intrattenervi discretamente a lungo (per il completamento della modalità storia sono sufficienti all'incirca 15 ore), la controparte online riuscirà a tenervi incollati allo schermo per molto più tempo.
Quest'ultima abbraccia non solo alcune modalità come Arcade e Torneo, perfettamente usufruibili anche offline: non trascura neppure le più classiche sezioni di svolgimento match tra più giocatori. Preparatevi ad una lunga scalata per accaparrarvi un posto d'onore nelle posizioni più alte rappresentate da classificazioni come Namecciano, Super Saiyan, Androide ecc.; qualora invece desideraste semplicemente ''un posto in poltrona'', potrete concedervi una longeva sessione da spettatore visualizzando i match altrui. Se nessuna delle due opzioni faccia al caso vostro, potrete sempre giocare contro un altro utente, scelto casualmente dal sistema, in partite amichevoli, oppure invitare i vostri amici all'interno di lobby private in cui darvele di santa ragione (con regole preimpostate o personalizzate). Preoccupati per le prestazioni del comparto online dati i risultati discutibili dell'ormai trascorsa open beta? Tirate un sospiro di sollievo: il matchmaking è nettamente più veloce e stabile rispetto alle versioni di prova precedenti e lo stesso input lag tra giocatori è leggermente diminuito.
Aspettatevi, al massimo, alcune disconnessioni totalmente a random causate dal sovraffollamento dei server, specialmente nei primi giorni del lancio (un classico per qualsiasi titolo fortemente improntato sull'online).
Se le disconnessioni rappresentano alla fin fine un leggero fastidio, le vere pecche devono ancora arrivare: a causa di un sistema di notifiche poco visibile, capiterà spesso di trovare giocatori pronti a rifiutare la vostra richiesta di match. La posizione su schermo di tale avviso, collocata in basso a destra, non agevola nella visualizzazione, né tantomeno il suono scaturito da quest'ultimo nel momento in cui l'abbinamento sia avvenuto con successo. Un ulteriore problema si verifica negli stessi match, in quanto è molto evidente che alcuni personaggi risultino maggiormente sgravi (Goku Black per citarne uno solo) rispetto ad altri, comportando un abuso dei ''soliti noti'' e, di conseguenza, un generico caos nelle stesse battaglie: non sorprendetevi se, spesso e volentieri, non capirete quale personaggio stiate controllando a causa dell'assenza di un apposito segnalino che indichi il vostro combattente.
Spettacolarità senza precedenti sì, ma al costo di perdere di vista il personaggio controllato, in particolare nel momento in cui il vostro avversario scelga il medesimo per affrontarvi (non aiutano neppure poi così tanto le diverse ricolorazioni delle divise previste dal titolo).

In tema di meccaniche discutibili, sfruttare le Sfere per evocare il Drago Shenron anche mediante semplici autocombo, premia con alcuni ''desideri'' il giocatore che prima colpisce l'avversario attraverso più numeri di colpi. Paradossalmente, non è la possibilità di rianimare un alleato ad essere ''lamer'' (d'altronde, bastano alcuni pugni ben assestati per rispedirlo al tappeto data la poca quantità di punti vita con cui ritorna in campo) bensì la scelta di poter recuperare totalmente la vita del personaggio controllato che fa storcere un po' il naso, specialmente nei casi in cui ciò volga a favore del vostro avversario nonostante il maggior contributo nella raccolta delle Sfere sia stato il vostro. Se il sistema di evocazione avesse garantito un'apposita barra di raccolta Sfere per ciascun giocatore, al posto di renderle condivisibili, probabilmente la meccanica sarebbe stata più accettabile.


 

 
Dragon Ball FighterZ, benché non esente da difetti che potrebbero infastidire i giocatori più hardcore, rappresenta il perfetto testimone di un franchise che è riuscito, a partire da Dragon Ball Xenoverse, a riprendere in ottima forma le proprie radici.
Spettacolarità, divertimento e accessibilità vanno a braccetto in questa nuova iterazione videoludica creata da Arc System Works, capace di rappresentare in maniera eccellente uno degli universi più longevi e storici di una saga che ha saputo appassionare tutte le generazioni degli ultimi vent'anni.
Considerando come il gioco verrà espanso in futuro con nuovi personaggi mediante il FighterZ Pass, ci auguriamo che col tempo possa solo migliorare, eliminando totalmente quei pochi difetti riscontrati in fase di recensione.  

Recensito su console PlayStation 4 standard. Disponibile anche su Xbox One e PC.