Nella nostra rubrica di qualche tempo fa dedicata ai titoli single player avevamo già espresso le nostre preoccupazioni a riguardo, con particolare riferimento al fatto che il genere sembra stia lentamente scomparendo dalle preferenze di produttori ed usufruitori.

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A dare forza a queste percezioni, arriva una recente intervista di Amy Hennig, la produttrice di una serie come Uncharted ritenuta da molti un capolavoro del single player. Cavalcando l'onda di Thomas Puha di Remedy, che aveva parlato degli alti costi legati allo sviluppo di un single player, la Henning intervistata da SeanVanaman, ha sviscerato ulteriormente le problematiche di questo genere di lavoro. La chiusura di Visceral e di Star Wars, titolo a cui stava direttamente lavorando, non è stata casuale ed improvvisa come poteva sembrare. Il problema principale era proprio l'impennata vertiginosa dei costi per produrre un titolo tripla A, in relazione ai ricavi supposti.

"Se spendi 100 milioni per produrre e realizzare un gioco, come fai poi a recuperare i soldi e realizzare profitti? I budget continuano a crescere, la barra viene settata più in alto e realizzare questi giochi ha sempre meno senso."

In pratica anche l'industria videoludica si è accorta che, nonostante gli utenti richiedano titoli single player con storie affascinanti, spesso poi preferiscono guardare questi giochi in streaming, per poi acquistare quelli con una forte componente online e multiplayer per giocare con gli amici.

Decisamente tempi scuri per gli amanti dei titoli da giocare in solitaria.

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