La notizia è di quelle che hanno il sapore dolceamaro, per quello che sarebbe potuto essere e che invece non è stato. Per un certo periodo di tempo Nintendo ed il fondatore dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki, hanno concretamente accarezzato l'idea di fare un gioco insieme.

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L'ex Nintendo Yoichi Kotabe ha rivelato al giornale francese Le Monde che la società di Kyoto è stata sul punto di stringere una storica partnership con Miyazaki che, per chi non lo sapesse, è considerato uno dei migliori registi di animazione di tutti i tempi. Nel corso degli anni ha diretto diversi film di successo come: Laputa, il castello nel cielo del 1986, Il mio vicino Totoro del 1988, Kiki consegne a domicilio nel 1989, La principessa Mononoke del 1997 e La città incantata del 2001. Le sue opere sono caratterizzate da una manciata di temi ed è spesso ricorrente quello del rapporto dell'umanità con la natura, fatto che si lega alla situazione che vi stiamo raccontando.

Dicevamo quindi, che ad un certo punto Miyazaki ha pensato concretamente all'offerta di lavorare su un gioco per Nintendo.

"Una volta, assieme a Mr. Ikeda e a Shigesato Itoi - il famoso pubblicitario che ha scritto gli slogan per i film Ghibli - siamo andati a incontrare Mr. Miyazaki e ci siamo offerti di lavorare insieme per un videogioco per Nintendo", ha detto Kotabe. "Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non ha detto di no. Ci disse che ciò che lo avrebbe interessato sarebbe stato realizzare un videogioco che si svolgesse nell'universo degli insetti ed in cui il giocatore avrebbe visto il mondo attraverso gli occhi di uno di loro. Purtroppo alla fine non è successo, era troppo occupato."

Miyazaki aveva quindi già cominciato a immaginare e creare un gioco che si svolgesse nell'universo degli insetti, grazie al quale i giocatori avrebbero potuto immedesimarcisi. Un concetto decisamente affascinante tanto più se si considera chi lo avrebbe seguito. Sfortunatamente però l'idea non si è mai evoluta in un vero e proprio progetto, soprattutto a causa del programma molto fitto di impegni del regista; alla fine quindi anche la grande N rinunciò all'idea. Peccato davvero.