Animal Crossing: New Horizons ha riscosso un grande successo in tutto il mondo. Proprio ieri è stato annunciato il prossimo update (a questo indirizzo tutti i dettagli) e il titolo continua a intrattenere il proprio pubblico, in parte per via dell’entusiasmo dei fan che lo hanno atteso per molto tempo e in parte a causa della situazione nella quale molti si trovano a causa della pandemia da Covid-19, nonostante ciò è chiaro che in una parte del mondo questo successo potrebbe subire nel breve termine una brusca discesa.
 
New Horizons Bandito in Cina

Infatti, è stato reso noto che il governo cinese ha bandito Animal Crossing: New Horizons sul proprio suolo, cercando di fermare le vendite del gioco andando a colpire i principali metodi di importazione dello stesso. Nello specifico, il sito di aste e vendite online Taobao ha dovuto rimuovere il gioco dai propri cataloghi, con l’obbligo di non vendere più copie del successo targato Nintendo.

Questo divieto significa che il gioco non può apparire nei cataloghi pubblici del sito. Le cause possono essere molteplici. In primo luogo, il gioco non è stato approvato ufficialmente dal governo cinese per la vendita sul suo territorio. Nonostante alcuni giochi importati riescano a trovare un modo di approdare sul suolo di questo paese, quelli che ci riescono e ottengono un buon successo possono attirare l’attenzione del governo, che procede quindi nel rimuoverli dai cataloghi di vendita e di conseguenza bandirli finché non vengono approvati dallo Stato. Il motivo è presto detto: i contenuti generati dagli utenti possono assumere connotati offensivi, violenti o possono diffondere messaggi che il Governo può giudicare come provocatori. Non è anche da omettere il fatto che il gioco contiene un sistema di messaggistica interna che il governo cinese potrebbe considerare pericoloso in quanto non controllato dallo Stato come gli altri strumenti di messaggistica presenti sul territorio.

Alcuni giocatori di Animal Crossing hanno anche condiviso schermate e video di gioco con messaggi di supporto alla causa di Hong Kong, messaggi che il governo cinese è desiderosa di reprimere. Con la quarantena in atto, le proteste in pubblico a Hong Kong si sono dovute fermare e spostare su altri mezzi, compreso Animal Crossing: New Horizons. Come ha affermato l’attivista politico Joshua Wong ai microfoni di Wired nelle scorse settimane, il gioco è “un luogo senza censura politica, per questo è un buon posto nel quale continuare la nostra lotta.”
 
 
 
Non c’è alcuna prova che il gioco sia stato bandito per questo motivo, ma non sarebbe l’ultima delle misure censorie intraprese dal governo cinese nei confronti dei videogiochi e di chi ne fruisce. I casi più eclatanti sono quelli di Devotion, titolo rimosso da Steam dopo la scoperta di un contenuto satirico mirato al presidente Jingping, e la sospensione del giocatore professionale di HearthStone Chung “Blitzchung” Ng Wai da parte di Blizzard a seguito di un suo commento a favore della causa di Hong Kong.

Nintendo ha cominciato a vendere Switch in Cina per la prima volta l’anno scorso. Ufficialmente, solo tre giochi sono disponibili per la console: Mario Kart 8 Deluxe, Super Mario Odyssey e New Super Mario Bros. U Deluxe. Molti altri titoli, incluso New Horizons, possono essere importati da rivenditori su piattaforme come il già citato Taobao o Pinduoduo, che fungono da “mercati grigi” per i giochi che le autorità regolatorie del governo cinese non permettono di vendere ufficialmente.

Nonostante le azioni intraprese dal governo, ci sono comunque altri modi per i giocatori cinesi di ottenere il gioco, inclusi piccoli negozi indipendenti e la possibilità di accedere agli eShop Nord-Americani e Giapponesi cambiando la regione della propria console attraverso le impostazioni. È chiaro quindi che Animal Crossing: New Horizons può ancora essere trovato e giocato dai possessori di Nintendo Switch in Cina data la mancanza di questi blocchi da parte del governo, ma vuol dire che è semplicemente più difficile ottenerne una copia nel caso qualcuno già non ne fosse in possesso.

E voi cosa ne pensate di questa mossa del governo cinese?