Non è un segreto che il motivo principale per cui Nintendo Switch, la console ormai non più neonata di Nintendo, ebbe un lancio discreto tre anni fa, fu la presenza di The Legend of Zelda: Breath of The Wild, che rivisitava la storica saga in una veste open world, tuttavia questo non fu il primo esperimento fatto con la serie della principessa, in quanto, tra le varie opere, si annovera anche Hyrule Warriors, musou che assemblava da zero una trama completamente nuova, ebbene i ragazzi di Tecmo Koei hanno voluto riprovarci ancora una volta con L'Era della Calamità, non un seguito diretto dello scorso titolo come si potrebbe pensare ma bensì un prequel di quel Breath of The Wild che tanto è piaciuto ai fan, avrà accontentato davvero tutti?
 
AoC

La trama dell'Era della Calamità si apre in un ipotetico futuro poco dopo gli eventi di Breath of The Wild, la calamità Ganon si è ormai risvegliata e sta seminando morte e distruzione nelle terre di Hyrule, con neanche la magia della principessa Zelda in grado di contenerla, alla luce di questi fatti, risuonando con i guardiani all'attacco, un piccolo robot si attiva e, utilizzando i poteri combinati a quelli dei suoi fratelli più grandi, riesce ad entrare in un varco temporale che lo riporta a 100 anni prima della tragedia, il piccoletto riesce quindi a raggiungere la principessa e riferire il messaggio dell'imminente catastrofe, al quale però vi è un rimedio: chiedere aiuto ai quattro Campioni per  risvegliare e pilotare i guardiani elementali per distruggere le orde di Ganon una volta per tutte, così, Zelda, sotto approvazione del padre e scortata da Link ed Impa, parte per un viaggio per riportare, preventivamente, la pace nel regno ancora una volta.
Per tutta la durata dell'avventura la trama si dimostra ben orchestrata e con molti riferimenti all'opera precedente, che chiariscono alcune delle domande più impellenti che avevano attanagliato i fan (come, per esempio, le risposte sul misterioso sonno di Link), va però detto che, qualora non si abbia una conoscenza base proprio dei fatti di Breath of The Wild, molte affermazioni risulteranno sconnesse o senza senso.
 
combat system

Il gameplay alla base del titolo è quanto ci sia di più classico in un musou: eliminare orde di nemici con la forza di un sol uomo, tuttavia non bisogna fare l'errore di sottovalutare questo nuovo capitolo, poiché presenta una finezza non da poco che serve a dargli una propria identità ed al tempo stesso contestualizzarlo meglio nell'universo di Zelda, parliamo della tavoletta Sheikah, il mistico artefatto che nel gioco precedente veniva utilizzato come mappa, menù e tramite per alcuni poteri ritorna ancora una volta con delle feature di spicco, poiché non solo ci permetterà ancora una volta di fermare il tempo, sollevare oggetti pesanti, lanciare bombe ed evocare pilastri di ghiaccio, ma il suo uso varierà in base al personaggio che la utilizza, ecco quindi che una semplice pioggia di bombe da parte di Link si trasformerà in un vero e proprio drone semovente lanciabombe se utilizzato da Zelda, questa feature, per quanto piccola, arricchisce non poco il combat system, permettendoci di scegliere sempre come approcciare la situazione.
Ovviamente la varietà si riflette anche nei moveset dei personaggi, circa una ventina (tra i quali alcune chicche che non vogliamo svelarvi), che puntano ognuno su un playstyle totalmente diverso e che non gratifica sempre lo spam del solito tasto senza un minimo di attenzione alle combo, cosa sicuramente apprezzata.
La finezza di Hyrule Warriors non si vede solo nel gameplay ma anche nella gestione del mondo di gioco, il nostro avanzamento nella campagna sarà infatti mostrato sotto forma della mappa di Hyrule, sul quale compariranno nuove missioni man mano che proseguiremo, importante sarà inoltre completare le numerosissime subquest, in quanto ci daranno accesso non solo a servizi importanti come il fabbro per livellare e fondere le armi o l'allenatore per far salire di livello in personaggi in panchina, ma anche potenziamenti alla salute dei singoli eroi, estensioni delle mosse, nuovi negozi e tanto altro, rendendo il non tirare dritti per la storia quasi una necessità.
 
cutscene

Sul versante tecnico siamo rimasti un po' interdetti, se da un lato è vero che le cutscene sono realizzate splendidamente con modelli molto curati ed un framerate fisso a 30fps, lo stesso non si può dire nel gameplay, dove la maggior parte dei modelli soffre di problemi di antialiasing e simili ed il framerate casca vertiginosamente sotto i 20fps (ed oltre) il più delle volte, cosa non proprio accettabile visto soprattutto quando viene posta enfasi su una schivata all'ultimo secondo che richiede molta precisione, la situazione non migliora in portatile ma fortunatamente non peggiora neanche.
La durata media del titolo si appresta sulle 10/15 ore circa se si tira dritti per le storia, ma se ci si dedica al completamento delle varie subquest si possono sfiorare tranquillamente le 40 ore, cosa che, per le ragioni sopracitate, consigliamo caldamente.
Ritorna inoltre ancora una volta l'eccellente doppiaggio italiano già apprezzato in Breath of The Wild, che contribuisce all'immersione per il nostro bel paese.
 
 
Hyrule Warriors: L'Era della Calamità non si difende solo come ottimo esponente del genere musou, proponendo un'ottima mole di contenuti ed una diversificazione netta tra i vari personaggi, ma aggiunge anche dei pezzi importanti all'universo di Zelda iniziato con Breath of The Wild, è difficile consigliarne l'acquisto non se non avete un'infarinatura base del titolo, ma per tutti quelli che hanno già apprezzato il primo gioco approdato su Switch non fatevi spaventare dai problemi tecnici citati, non vi pentirete certamente dell'acquisto.