Il bionomio Square-Enix e sparatutto fa tremare: il trauma Dirge of Cerberus è sempre dietro l’angolo e con le ultime uscite a tema Final Fantasy VII, stiamo in particolare pensando al bizzarro battle royal, il timore di un qualcosa di forzato e fuori contesto, atto solo a seguire una moda, è alto. Square-Enix è sinonimo di RPG anche quando ricopre il ruolo di publisher e per questo i nostri sensi da videogiocatore vibrano alla vista di uno sparatutto a suo nome, soprattutto quando viene presentato come fortemente incentrato sulla narrativa.
Una storia, un mondo o anche semplicemente un contesto non può essere preso e lanciato nella formula di first/third person shooter solo perché è quello che va di moda; tale formula si è rivelata tremendamente sbagliata in innumerevoli occasioni.
 
Outriders recensione ps4

Per fortuna, in questa avventura chiamata Outriders, Square-Enix non è sola. Lo sviluppo del gioco è stato affidato a People Can Fly, casa nota per aver lavorato ad importanti esponenti dei tps tra cui la leggendaria esclusiva Microsoft Gears of War, la riuscita serie Bulletstorm e, in collaborazione con Epic Game, persino al successo-evento mondiale Fortnite. Dal primo aprile la casa polacca ha lanciato nel mondo un gioco che ha rischiesto 5 anni di duro lavoro, ma che da ben prima cresceva e maturava nell’oscurità di un cassetto, in attesa di un’occasione per diventare un progetto vero. L’occasione è ora giunta e Square-Enix e People Can Fly hanno finalmente dato forma a quel sogno chiamato Outriders, sogno attualmente disponibile su tutte le piattaforme.

Un pianeta alieno nasconde la speranza per l'umanità sull'urlo dell'estinzione... un nuovo inizio o una nuova tomba?

L’umanità ha finito le risorse, la vita sulla Terra è ormai irrimediabilmente compromessa e il genere umano è destinato all’estinzione. Per evitare di scrivere la parola fine ad una civiltà durata molto più di 2000 anni, tutte le risorse vengono concentrate su un progetto tanto ambizioso quanto folle: trovare un altro pianeta abitabile e terraformarlo per permettere all’umanità di proseguire la propria esitenza lì, anni luce di distanza dalle atrocità commesse sulla Terra. Dopo anni e anni spesi in ricerche, studi e analisi, gli scienziati trovano Enoch, un pianeta ospitale ricco di risorse. La nave ammiraglia Florence, con a bordo quante più persone possibili, parte alla volta di questo pianeta alieno, piena di speranze e risorse, lasciandosi alle spalle una Terra morta la cui popolazione rimasta si fa la guerra per le poche briciole di pane rimaste.
 
Outriders recensione

Dopo più di 80 anni di viaggio, la Florence arriva su Enoch, sveglia dal criosonno le persone essenziali a colonizzare il pianeta ed è così che l’umanità muove il primo passo in un territorio alieno mai esplorato prima. Tra scienziati e politici vari, buona parte del personale svegliato è composta da Outriders, personale con preparazione para-militare con il ruolo di avanguardia, i pionieri a cui spetta l’arduo ed emozionante compito di esplorare e mettere in sicurezza l’ignoto.

La prima missione degli Outriders consiste nel recuperare le sonde, inviate ormai ben più di 100 anni prima, così da permettere agli scienziati di raccogliere e confermare i dati ricevuti negli ultimi anni e iniziare la terraformazione nelle zone più indicate. Mentre gli Outriders procedono nel recupero della sonda, qualcosa va storto: una strana tempesta elettrica, mai rilevata né segnalata negli anni, manda in tilt gli strumenti elettronici e fa ammalare gli uomini. Poco dopo sinistre saette impervano, facendo disgregare chi ne viene colpito, gettando tutti nel panico.
 
Outriders recensione

Il protagonista viene parzialmente colpito da una di queste scariche mentre cerca di salvare un compagno e, malato e mal ridotto, torna alla base per avvertire gli altri di non far sbarcare le persone su Enoch. Sotto il comando di spietati politici preoccupati di rovinare l’importante evento storico che rappresenta il primo passo sul pianeta alieno, i soldati considerati infetti vengono attaccati e nel caos il protagonista viene rimesso in criosonno, nella speranza che la nave possa curarlo…

Passano 31 anni e la capsula viene aperta, davanti al protagonista non c’è Enoch, il paradiso promesso dalle sonde, bensì un tremendo campo di battaglia dalle atmosfere atroci che ricordano vagamente quelle di Mad Max. La tempesta, chiamata Anomalia, ha cambiato il protagonista e pochi altri eletti: chi ne entra in contatto e sopravvive sviluppa dei poteri misteriosi che, insieme alla situazione disperata generata dalla mancata terraformazione e conseguente penuria di risorse, hanno portato Enoch a diventare quasi subito una Terra 2.

In poco tempo Enoch diventa un pianeta tremendamente ostile, martoriato da una guerra spietata dettata dal desiderio di sopravvivenza. Ogni giorno vengono commesse terribili atrocità per accaparrarsi quel piccolo e sporco pezzo di pane. Tra bestie feroci e sogni infranti, Enoch sembra nascondere anche altro ed è questo misterioso interrogativo alieno la chiave per salvare l’umanità… o forse solo per mutarla, farla evolvere in qualcosa di diverso.
 
Outriders recensione

A prima vista quella proposta da Outriders non sembra molto diversa dalla solita storia di guerra in un contesto post-apocalittico dove uno spavaldo e grezzo anti-eroe risolve la situazione a suon di pallottole e sangue, eppure l’incalzante ritmo narrativo e gli spettacolari scenari di Enoch riescono a caricare gli eventi di un fascino a dir poco intrigante. La storia procede svelta portando il giocatore in giro per il pianeta non con una dispersiva impostazione open world, ma con una ragionata struttura a livelli, ben nascosta e contestualizzata per enfatizzare la narrazione e offrire difficili sfide in ambienti sempre diversi.

Outriders fa davvero tesoro del grandioso level design, il quale vede un magistrale posizionamento di coperture e nemici per un battle system dinamico e adrenalinico impreziosito dall’importanza data alla gestione del movimento e dalle abilità speciali, le quali influenzano radicalmente lo stile del giocatore.
 
Outneve recensioje

A seconda della classe scelta tra le 4 disponibili, il gameplay di Outriders cambia completamente nonostante sia sempre possibile usare tutte le armi. il Tecnomante combatte dalla distanza e offre un’esperienza da sparatutto più classica con abilità che ricordano bombe, posizionamento di torrette e altro. Il Piromane è una classe molto versatile che vanta abilità a corta, media e lunga distanza per un approccio libero e altamente personalizzabile. Il Mistificatore e il Distritturo rendono Outriders una via di mezzo tra tps e action con il loro approccio più ravvicinato, nel caso del primo lo stile è estremamente dinamico e aggressivo con teletrasporti e abilità da vicino mentre il secondo vanta una grande resistenza a discapito della velocità.

Ogni classe si gioca in modo molto diverso dalle altre e la stessa può evolvere e svilupparsi in modi molto diversi grazie alle 6 abilità speciali uniche, di cui se ne possono equipaggiare solo 3 alla volta, e potenziamenti vari propri del personaggio o degli equipaggiamenti, il tutto per creare un personaggio unico e un’esperienza di gioco estremamente personalizzabile. Capire quale classe usare non è facile e una scelta sbagliata all’inizio può compromettere seriamente il divertimento dunque è consigliabile provarle tutte, usando 4 dei 6 slot personaggio disponibili, e proseguire con quella più adatta al proprio stile.
 
recensione Outriders

Sia il mondo di gioco che il personaggio possono salire di livello: livello maggiore significa sfida più ardua e ricompense più ghiotte, ma è comunque sempre possibile cambiarlo e regolare la difficoltà di conseguenza. A proposito di difficoltà, maggiore è il numero di giocatori in partita (massimo 3, compreso il protagonista) più sarà alta la sfida e la rarità delle ricompense. Nonostante ci sia l’obbligo di essere sempre connessi e il gioco creda molto nella sua componente online, vista la possibilità di giocare in cross-play con tutte le piattaforme, Outriders rimane apprezzabilissimo anche in solitaria.

A onor del vero, attualmente la situazione dei server non è delle migliori: le partite con giocatori da Pc & console sono destinate a cadere dopo una manciata di minuti e anche quelle con persone sulla stessa piattaforma non è facile che inizino e durino. Se questo può intaccare l’esperienza di gioco delle persone più social, è comunque quel genere di problema che dopo poche settimane dal lancio viene risolto e People Can Fly e Square-Enix per farsi perdonare hanno già annunciato l’arrivo di un DLC gratuito.

GIUDIZIO FINALE

Outriders è una bestia rara: il lavoro di Square-Enix e People Can Fly è uno sparatutto in terza persona che punta sulla cooperazione contro la cpu (volgarmente detto PvE) e sulla storia, un tripla A completo sotto tutti gli aspetti e davvero ricco di contenuti che né punta al guadagno facile con una struttura da Game as a Service né ripiega su un’impostazione open world per aumentare la longevità grazie a lunghi spostamenti, anzi, minimizza le perdite di tempo e lancia il giocatore fin da subito nel vivo dell’azione con missioni principali e secondarie ambientate sempre in luoghi diversi. Outriders propone un’esperienza di gioco ottima, completa e variegata, capace di conquistare anche i meno avvezzi agli sparatutto grazie ad un gameplay altamente personalizzabile che a tratti sfocia nell’action.

Gioco testato su Playstation 4.