Quando iniziamo a giocare veniamo catapultati in un mondo nuovo, un mondo che spesso siamo chiamati a salvare da tiranni, invasori alieni, catastrofi naturali, mostri assetati di sangue e chi più ne ha più ne metta. Quale che sia la minaccia di turno, il mood del titolo o la sua impostazione, siamo praticamente sempre chiamati a compiere una serie di passi che ci portano all'obiettivo. Tal volta la strada è chiara, come ad esempio sconfiggere Caos (...), e i nostri sforzi sono concentrati nel seguire una storia ben definita superando gli ostacoli che si parano sul cammino. Altre volte invece la missione non è che un pretesto per avere un contesto nel quale divertirsi con gli amici: imparare ad usare il proprio team su King of Fighter XV per tirare due pugni in compagnia o magari studiarsi le scorciatoie migliori per rubare qualche coppa online su Chocobo GP sono solo due dei tanti esempi possibili. Ci sono poi alcuni titoli con obiettivi meno diretti, giochi che vogliono intrattenere il giocatore lasciandogli la libertà di plasmare o esplorare i dintorni.
 

Il simulatore di vite The Sims con i suoi mille modi per creare il quartiere perfetto non da un obiettivo preciso, ma piuttosto mette degli strumenti nelle mani dei giocatori lasciandoli liberi di plasmare lo scenario desiderato, guardando crescere generazioni di discendenti, interagendo con nuovi personaggi creati ad hoc o magari eliminando quelli che stanno antipatici. Tutto per il solo gusto di farlo. Grow: Song of the Evertree incarica il giocatore di ripopolare flora e fauna di Alara, ma una volta ripristinato l'equilibrio nulla vieta di continuare a far crescere nuovi giardini, anche qui, solo per il gusto di farlo. I tanti Assassin's Creed mettono a disposizioni mondi bellissimi da esplorare e, sebbene la storia invogli i giocatori a battersi, ignorando missioni e combattimenti è possibile perdersi nell'esplorazione di città e paesaggi in modo completamente disinteressato. Crusader Kings III è un gioco dalle dinamiche radicalmente diverse da quelle dei titoli sopracitati, ma ne è spiritualmente affine.

Il sandbox medievale più sofisticato di sempre arriva su console, portando nei salotti dei giocatori più pazienti una delle più personali ed epiche storie medievali.


Su Crusader Kings III, come negli omonimi predecessori, non ci sono obiettivi o missioni impostate, non c'è un reale modo di vincere né un modo sbagliato di giocare. Il gioco di Paradox Interactive mette i giocatori nei panni di potenti signori medievali e fa vivere loro la stimolante esperienza di amministrare un regno, prendendo decisioni vitali per la sua crescita sociale, culturale, economica e, perché no, militare. Immersi in un contesto storico realistico e fedele, almeno nelle sue premesse iniziali, il giocatore sceglie uno dei tantissimi personaggi da impersonare nel ricco mondo conosciuto dall'867 fino al 1453, per la bellezza di ben 586 anni di storia da riforgiare seguendo un'infinità di punti di vista diversi tra monarchi potenti con regni stabili a piccoli vassalli minori a forte rischio estinzione.
 
Crusader Kings III recensione

Crusader Kings III permette di giocare seguendo le gesta di personaggi famosi come gli eredi di Carlo Magno, cercando di emulare le loro gesta storiche o osservandole dalla distanza con un altro personaggio mentre è l'IA che cerca di riportare in-game le sue azioni. Questo mette gli appassionati di storia nella condizione di trarre dei vantaggi dalle scelte note che certi personaggi famosi faranno, come ad esempio sapere che ad un certo punto ci sarà una grossa invasione da parte degli ungari in Europa, scombussolando potenzialmente gli equilibri di potere in quel periodo. Detto questo, la ripresa di eventi storici può essere disattivata, selezionando cosa il gioco tenterà di ricreare in-game prima di aver selezionato il proprio personaggio, così come è possibile lanciarsi all'avventura con un sovrano sconosciuto, distante dai fatti più noti, per non sapere davvero nulla di cosa potrebbe succedere. Cosa in realtà semplice per il sottoscritto, essendo piuttosto ignorante in materia...

Che vogliate ribaltare la storia o ricrearla fedelmente, Crusader Kings III reagirà di conseguenza permettendo a tutti i personaggi di gestire le proprie risorse in modo credibile e coerente, seguendo le peculiarità dei tanti personaggi con cui si può entrare in contatto, ognuno caratterizzato da una serie di titoli e peculiarità che influenzeranno le sue scelte. Dal potente e pericoloso sovrano della terra a fianco all'acerrimo alleato-rivale feudatario con cui ci stiamo contendendo il posto al consiglio del re, passando ovviamente per la bella principessa che potrebbe essere la moglie perfetta, tutti i personaggi agiscono e mutano le proprie opinioni verso il giocatore e gli altri, portando alla nascita di eventi inaspettati o risultati previsti, magari pilotati da nostre scelte mirate, così da portare in piedi una storia sempre nuova capace di stupire ed intrigare mentre si cerca di avanzare verso le proprie mire, aggiungendo di fatto un piacevole e non trascurabile livello di drama alle vicende politico-militari, fino a rendere la vita del nostro personaggio unica e avvincente, arricchita da intrighi di corte e proposte sottobanco, riconoscimenti nobiliari più o meno legittimi e insuccessi scottanti, il tutto per una vita avvincente come una stagione di Game of Thrones. Solo, ecco, con decisamente meno tempi morti e senza scene di nudo.
 
Crusader Kings III recensione

Abbiamo parlato di personaggio ma non è propriamente corretto, su Crusader Kings III si gioca effettivamente la vita di un singolo alla volta, ma alla fine si è alla guida di una dinastia. Una volta che la vita del nostro personaggio volge al termine – per cause naturali o violente – il nostro impero prosegue seguendo le gesta dell'erede legittimo della nostra dinastia. Chi sia l'erede dipende dalla legge del nostro regno, legge che potremmo voler cercare di cambiare per fare in modo che il successivo sia il nostro figlio/a prediletto/a: quello che abbiamo fatto crescere in un certo modo, quello che gli eventi pseudo-casuali hanno plasmato nel modo giusto, non il dannato primogenito ubriacone con inclinazioni violente...  Potenzialmente la dinastia del giocatore può andare avanti gloriosa per tutti i 586 anni disponibili, dunque passare il testimone è un punto crusciale sicché non avere eredi è l'unico modo per arrivare ad un game over: perso un regno se ne può sempre conquistare un altro, la vita va avanti finché almeno un Joestar... ehm, almeno un nostro successore vivrà per portare avanti la bandiera.

Il successore non è importante solo per evitare il game over, essendo colui che andremo ad impersonare ci porteremo dietro tutte le sue peculiarità: i suoi rapporti e legami, i suoi vizi e le sue virtù, la sua cultura e la sua religione, le sue gesta e il suo retaggio. Tutti questi elementi influenzeranno pesantemente le opzioni disponibili nonché l'opinione che gli altri hanno di lui. Ogni personaggio su Crusader Kings III ha un'opinione specifica verso tutti gli altri, il sovrano precedente potrebbe essere stato molto amato dalla corte mentre il successivo potrebbe aver attirato su di sé le ire degli alleati storici del padre, i quali da pilastri saldi su cui fare affidamento potrebbero d'un tratto diventare i mandanti del nostro omicidio. Come già detto, non c'è un modo di vincere né un modo giusto o sbagliato di giocare, la dinasta del giocatore procederà nonostante eventi casuali favorevoli o sfavorevoli, tra successi ed insuccessi ma senza imposizioni dall'alto se non quelle che si auto-impone il giocatore: quale che sia il vostro obiettivo, avrete gli strumenti per cercare di renderlo realtà all'interno del sandbox medievale più sofisticato in circolazione.
 
invadiamo la Polonia cosa potra mai succedere di male

Può essere divertente cercare di unificare l'Italia e ribattezzarla Padania, difendendola dagli invasori fino a renderla una degna rivale del Sacro Romano Impero. Potreste impostare la vostra campagna cercando di creare il culto religioso di Chtulhu facendolo diffondere il più possibile, magari portando all'unificazione dell'Inghilterra sotto la voce del possente kraken mostruoso, a suon di alleanze nate dalla fede o magari con le sempre apprezzate guerre sante. Magari potreste tentare di conquistare il mondo, fagocitando uno dopo l'altro i vostri nemici, oppure semplicemente stabilirvi in Svizzera e cercare di renderla la più prosperosa delle terre neutrali. Sarete voi a decidere cosa fare e sarete voi a barcamenarvi tra intrighi politici, amanti, omicidi sottobanco, guerre, alleanze e religioni per realizzarlo, il tutto gestendo imprevisti, strane paturnie del vostro personaggio (perché cercare di non tradire la moglie/marito quando si è lussuriosi non è facile...) e chi più ne ha più ne metta. Se non si sa bene cosa fare, il gioco in un certo senso suggerisce alcune impostazioni e obiettivi attraverso i trofei da sbloccare o le vicende storiche.

Definito il cosa fare, non resta che parlare del come. Il come è... complicato. La quantità di opzioni e approcci presenti su Crusader Kings III non possono non disorientare i neofiti e per quanto il breve tutorial introduca piuttosto bene alle dinamiche di base generate dalla gestione di un regno, fornendo un ottimo punto di inizio per capire dove guardare e come muoversi nel mondo, la verità è che le manovre più sofisticate, come ad esempio vincere guerre in forte svantaggio o stringere alleanze in situazioni spinose, richiedono una buona conoscenza del sistema e questa la si acquisisce solo giocando, prendendo facciate e leggendo le tante informazioni e consigli forniti dal sistema.
 
Crusader King 3 recensione

Un investimento di tempo e di testa non indifferente che saranno ripagati da un sistema estremamente sofisticato che risponde bene alle dinamiche imprevedibili dei giocatori, siano essi soli sul campo di gioco o in compagnia di altre persone online. Le sottotrame generate in modo casuale rendono intrigante la gestione delle risorse in modo decisamente più accattivante rispetto ad altri esponenti del genere, donando profondità e spessore ai personaggi vicini al nostro protagonista, tuttavia l'apparente staticità del genere nasconde una frenesia non indifferente che potrebbe minare l'esperienza del neofita, il quale potrebbe essere così concentrato su un dato obiettivo da avere difficoltà a ricollegare i personaggi coinvolti negli eventi.

Costruire edifici o castelli sono scelte che si prendono in pochi click e che si realizzano in decine di anni e proprio per questo non è male ottimizzare le risorse procedendo in parallelo su più fronti: il vostro cardinale di fiducia potrebbe fabbricare un editto che testimonia che quella certa regione appartiene a voi di diritto – cosa che genera un casus belli, ovvero giustifica una vostra invasione senza farvi apparire un tiranno agli occhi del mondo – ma non si può rimanere con le mani in mano mentre questo prende forma, nel mentre può essere utile imbastire il proprio esercito così da essere pronti per tempo. Alcune scelte hanno riscontri immediati, altre richiedono tempo, alcune impattano per anni su personaggi o regni, altre ancora invece si risolvono in una manciata di settimane.  Gestire tutti gli eventi del regno mentre si cerca di migliorare la sua condizione non è facile se non si ha idea di cosa fare e vedere come il resto del mondo va avanti con guerre e cambi di territorio può mettere una certa pressione al neofita che, nel tempo speso a decidere la moglie del suo primo figlio, si potrebbe trovare il protagonista invecchiato e le truppe degli stati vicini impegnate in combattimento, passando occasionalmente sul territorio del giocatore.
 
Crusader King 3 recensione

E' sempre possibile mettere in pausa il timer così da poter prendere decisioni con tutta calma, anche perché potenzialmente ci può essere molto da leggere, ma avere sempre il gioco fermo significa non lasciare il tempo al regno di generare risorse e questo può essere un grosso problema quando si ordinano più azioni. Capire quali risorse investire, facendo partire diversi progetti in parallelo, e quali tenere in serbo per eventuali situazioni esterne non è affatto scontato e i vicini difficilmente staranno con le mani in mano. Le risorse disponibili nel regno e relative ai personaggi sono tante e più o meno specifiche per le varie situazioni, tuttavia le macro-valute in gioco sono sostanzialmente tre: denaro, fede e fama.
Tutte le tre valute vengono generate 'al secondo', come da tradizione nei gestionali, e la quantità è determinata dalle strutture che si hanno sotto il proprio controllo e delle tasse imposte ai feudatari.

La quantità di tasse imposte ai feudatari è uno dei tanti elementi modificabili, ma farlo di punto in bianco è visto come un atto di tirannia, punibile con un'invasione dal paladino della giustizia di turno pronto a mettere le mani sui nostri terriori, tuttavia non ci saranno problemi se la stessa poco simpatica richiesta venisse posta usando un hook. Gli hook, forti o deboli che siano, sono una sorta di debito morale nei confronti di un personaggio verso un altro, questo forzerà il malcapitato a fare qualcosa per il richiedente. Il sistema di hook è uno dei punti cardine nonché uno degli aspetti che rendono il gioco davvero interessante, facendo sentire il giocatore un vero maestro di politica.
 
Crusader King 3 recensione

Le tre valute aprono svariate porte: l'utilizzo del denaro è il più semplice da intuire tra costi di mantenimento truppe e costruzioni di città, regali per arrufianarsi vari personaggi ecc... meno chiari possono essere le valute fama e fede. La fama non c'entra nulla con il nostro grado di splendore, quello influenza l'opinione degli altri verso di noi, bensì è una valuta da utilizzare per opzioni che richiedono leadership e diplomazia, come ad esempio chiedere ad un alleato di combattere una guerra insieme a noi o rifiutare di scendere in campo per un alleato. La fede serve per le opzioni legate alla religione come ad esempio fabbricare un editto, radunare truppe per una guerra santa o consacrare la propria linea di sangue, rendendola benedetta dalla nostra divinità. Le opzioni sono davvero moltissime e i risvolti innumerevoli per una storia medievale che prende forma sotto i nostri occhi, agendo e reagendo rispetto alle nostre scelte e alla nostra importanza nel mondo o, per meglio dire, nell'organismo di nostro interesse. Gestire i vassalli, puntare alla scalata dei ranghi o lottare per la sopravvivenza della propria tribù sono tutte vite che possono essere vissute e che portano in campo dinamiche diverse per un'esperienza difficile da imparare ma che, una volta presa confidenza con il sistema, regalerà enormi soddisfazioni.

GIUDIZIO FINALE

Oltre a vantare grafica e fps migliori rispetto alle console, lo stendardo della Pc-Master Race vedeva tra i propri privilegi anche tutta una serie di giochi "impossibili" da portare su console, come ad esempio gestionali e strategici su larga scala come, appunto, Crusader Kings. Il vanto dei pcisti non risiede solo nella vantaggiosa combo mouse&tastiera, ma verte anche su una 'superiorità mentale' che permette loro di apprezzare giochi complessi e non immediati che richiedono studio, metodo e attenzione. Il terzo capitolo di Crusader Kings debutta su console in grande stile, riadattando i comandi in maniera ottima su pad e tentando di sfatare il mito legato all'impazienza dei giocatori console. Superato il non-problema del layout di tasti, la complessità del sistema di gioco rimane e, sebbene l'efficace breve tutorial riesca a dare un'idea degli strumenti disponibili, non riesce a rendere chiaro come usarli al meglio, relegando questo compito a piccoli box di testo da 'evocare sul momento' di volta in volta durante la partita.
Tale scelta permette al giocatore di imparare giocando, consolidando le proprie conoscenze e sviluppando le proprie strategie passo passo, ma il processo di apprendimento è lungo e irto di tristi risvolti per i nostri personaggi e i giocatori console, poco abiutati a questo genere di esperienze, potrebbero non avere la pazienza necessaria per immergersi nel suggestivo mondo medievale di Crusader Kings III, fermandosi al forte senso di smarrimento che pervade le prime ore di gioco. Chi riuscirà ad andare oltre le prime batoste, comprendendo le sottili meccaniche che dominano il mondo medievale creato da Paradox Entertainment, si troverà il miglior sandbox politico-gestionale in circolazione e, di conseguenza, centinaia di ore di divertimento, stimolo e soddisfazione.

Gioco testato su Playstation 5.