Il passaggio a Electronic Arts di Codemasters sembra aver accontentato tutti, con il team inglese che può sicuramente contare su maggiori risorse, coperture e tecnologie del colosso statunitense.
Tuttavia, questo passaggio non è stato dei più rosei e questo si è potuto notare con F1 22 (qui la recensione), il primo capitolo uscito dopo l'acquisizione e che si è configurato apertamente come titolo di transizione, in attesa di un consolidamento di risorse e attenzioni sfociati fortunatamente con F1 23.
 
Stranamente manca Verstappen

Le introduzioni di questa annata infatti, rendono la nuova trasposizione videoludica della Formula 1 tra le migliori degli ultimi anni, non solo per questioni contenutistiche ma per l'attenzione dedicata al feeling di guida, qualcosa di estremamente delicato quando devi accontentare casual gamer e al contempo professionisti dell'eSport.
La novità che balza di più all'occhio è sicuramente il ritorno della modalità narrativa Breaking Point, che dopo il suo debutto in F1 2021 (qui la recensione) torna in questo capitolo, con alcune accortezze davvero interessanti.

Tornano i personaggi di Aiden Jackson, Devon Butler e Casper Akkerman, riprendendo le vicende direttamente da dove si erano interrotte, coprendo furbescamente anche la stagione 2022, come ponte verso la nuova protagonista. Si parla al femminile perché sì, viene introdotta la figura di Callie Mayer, la prima pilota donna in Formula 1 dell'era moderna. Il rischio di trattare l'argomento con superficialità, con un “girl power” a tutti i costi viene fortunatamente messo da parte molto presto, grazie a una caratterizzazione della pilota e dell'intero cast in grado di fare molti passi avanti rispetto l'edizione precedente. In un taglio molto simile al documentario Netflix Formula 1: Drive to Survive, i protagonisti si trovano in mezzo a situazioni che un appassionato di questo sport può cogliere al volo e benché si tratti di personaggi e scuderia fittizia (Konnersport) i riferimenti ad Aston Martin e alla famiglia Stroll e alle diverse rivalità sul campo rendono abbastanza veritiero quanto raccontato.
 
Ecco Callie Mayer, la prima donna in F1

Nelle circa otto ore di gioco richiesto per completare la modalità passiamo attraverso quasi tutte le sfaccettature emotive che comporta la Formula 1 anche se, a un certo punto si preme fin troppo sull'acceleratore. La figura di Callie Mayer infatti ha già molto di cui occuparsi: essere l'unica e prima donna in F1 è già qualcosa di grosso da gestire eppure, la sua condotta narrativa viene ulteriormente appesantita non solo per vicende economiche della scuderia ma anche sul fronte familiare. La storia di Mayer è dunque "una e trina" ma è proprio l'ultimo punto a far storcere il naso, un'aggiunta non necessaria e che trasforma una buona storia di sport in un dramma familiare, rompendo l'equilibrio tra i personaggi.

Tralasciando questo aspetto, non convincono nemmeno riempitivi di gameplay come interviste o gestione del team, totalmente slegate dal contesto e che non aggiungono nulla all'esperienza (come per le supercar del resto). Resta il discorso intrapreso per F1 2021 e per Grid Legends (qui la recensione): una gara possiede tante incognite e se si vuol raccontare qualcosa in tal senso bisogna prendere in considerazione molti più elementi per rendere una storia credibile, ad esempio passando per scelte multiple in base agli eventi di gara. Fa strano ad esempio esser arrivati sul podio e sentirsi dire “cosa è andato storto oggi?”, rompendo totalmente il senso di immedesimazione nelle vicende.
Inoltre, e in F1 23 si nota soprattutto in uno specifico frangente, gare e narrazione sono eventi fin troppo separati, con elementi cruciali lasciati alle sole (ma ottime per realizzazione) cutscene. Se Grid Legends ci aveva provato, portando elementi di natura narrativa sotto gli occhi del giocatore durante la partita, qui si fa un passo indietro, un peccato visto che Breaking Point ha veramente tanto potenziale.
 
Las Vegas è sicuramente suggestiva

Tra le novità contenutistiche, anche se in realtà si parla più di un potenziamento, è quella riguardante F1 World, che dopo la bozza presentata in F1 22 si presenta come una modalità di gioco vera e propria, un calderone di attività in cui scendere in pista con il proprio team affrontando diverse sfide, via via sempre più complesse e appaganti. È una modalità piuttosto arcade in cui far crescere il livello tecnico della nostra vettura e ottenere bonus a utilizzare nelle prove come il limitare il consumo di gomme o carburante per un determinato lasso di tempo. Ad accompagnare queste sfide vi è anche la superlicenza da tenere d'occhio, visto che si terrà conto della condotta di gara del giocatore, attenzionando ad esempio la scorrettezza o meno dei sorpassi o eventuali tagli di curva. È un espediente che spinge a guidare in modo pulito visto che un punteggio alto sblocca nuove sfide ma soprattutto prepara all'esperienza online, dove la condotta di gara è tra gli elementi principali presi in considerazione.

Ma le novità contenutistiche coinvolgono fortunatamente anche la pista. Ascoltando il feedback dei giocatori infatti vengono introdotte lunghezza di gara al 35% e soprattutto le “bandiere rosse”, elemento che cambia drasticamente il corso di una gara. Sul primo elemento, poter giocare al 35% della durata reale di un gran premio porta i giocatori a sperimentare strategie più verosimili, con annessi tutti gli imprevisti che possono capitare durante un evento come safety car e appunto, le bandiere rosse. È un'opzione in più ma che cambia parecchio le possibilità del giocatore, non più costretto a eseguire lunghezze di gara (anche due ore) per avere un'esperienza verosimile.
Le bandiere rosse invece, sono un'introduzione regolamentare doverosa, anche se andrebbe amalgamata meglio, soprattutto durante la transizione tra gara interrotta e ripartenza. Come nella realtà, potremmo riformulare strategie e sostituire pneumatici usurati, ripartendo direttamente dalla griglia di partenza. Un elemento insomma che potrebbe fare la fortuna o sfortuna dei giocatori ed è questa nuova imprevedibilità a rendere le gare in F1 23 ancor più immersive.

Questo perché torna il meteo dinamico, anche se ancora le pozzanghere non risultano in tre dimensioni e un'IA che non fa complimenti e che presentano una discreta differenziazione tra pilota e pilota. Per intenderci, cercare si sorpassare Alonso sarà ben più complicato rispetto al sorpassare Sargeant.
Tutto questo in circuiti rinnovati alla stagione 2023, come per esempio nella rimozione dell'ultima chicane a Barcellone e soprattutto l'introduzione dei circuiti di Las Vegas e Losail, realizzati con cura grazie anche alla fotogrammetria. Su questi circuiti si notano i piccoli passi avanti avvenuti all'illuminazione e nella color correction, anche se l'EGO Engine comincia veramente a far fatica a tenere il passo delle produzioni più recenti.
 
Tante novità


Scesi in pista, la prima cosa che si nota, soprattutto pad alla mano, è la minor complessità di gestione dall'uscita di curva e nel passare tra i cordoli ad alta velocità. L'aggiornamento della fisica avvenuta con questo capitolo risponde alle necessità di chi non possiede volante e pedaliera ma più che vederla come semplificazione è da vedere come ottimizzazione a un diverso strumento di input. L'esperienza di guida cambia parecchio soprattutto in trazione, sia in frenata sia in accelerazione, con una vettura più prevedibile da gestire e che consentirà anche di alzare di qualche punto la velocità dell'IA. C'è un punto in particolare dove si notano questi miglioramenti ed è nella curva 11 del circuito del Bahrain, proprio il primo del calendario. Nelle passate edizioni prendere il cordolo di questa curva ad alta velocità significava molto spesso perdere aderenza e andare in testacoda, nonostante una condizione di gomme buona e una traiettoria perfetta. Ma non accadeva sempre. Le variabili che portavano al testacoda erano appunto imprevedibili, il che faceva guidare con una certa circospezione in quella curva e nelle sue simili. Ci si può permettere più confidenza dunque ma questo, ripetiamo, non è dovuto alla semplificazione del modello di guida (adatto davvero a tutti) quanto a una migliore risposta dell'auto alle sollecitazioni di gomme e sospensioni, senza dimenticare il carico aerodinamico. Si sta relativamente più tranquilli insomma.

Sotto la bandiera del Precision Drive dunque, anche chi è dotato soltanto di pad può gustarsi ogni curva del tracciato con più consapevolezza e senza la paura di trovarsi fuori strada senza un motivo particolare, cosa che migliora di parecchio l'esperienza utente con questo prodotto. Gli aggiornamenti al modello di guida dunque risultano sia efficaci che funzionali, resi possibili grazie al continuo scambio di feedback tra Codemasters, Mercedes e Anthony Davidson, ex pilota di Formula 1 ed Endurance.
Si ha dunque un posteriore più stabile, cordoli meno assassini, soprattutto in alcuni circuiti in cui si possono sfruttare appieno e un effetto suolo che finalmente si fa sentire, consentendoci di effettuare cambi di direzioni rapidi anche con le marce più alte, prerogativa assente fino lo scorso anno, in cui si era costretti a scalare almeno una marcia per muovere adeguatamente le vetture. Rivisti anche i freni che ora vanno totalmente ricalibrati visto che sarà più facile portare al bloccaggio delle ruote posteriori.
 
F1 23 è uno dei capitoli che innova di più, portando grossi miglioramenti al modello di guida, finalmente pienamente godibile anche con il pad. Breaking Point ha ampi margini di miglioramento, soprattutto in una migliore amalgama tra quanto raccontato e giocato ma risulta comunque una piacevole modalità, in grado di raccontare alcuni dietro le quinte di uno sport forse fin troppo ermetico. Quello che serve è un drastico miglioramento tecnico, fin troppo schiavo della precedente generazione. Serve insomma un nuovo EGO Engine o passare, se possibile, al Frostbite. Ne gioverebbe tutto il pacchetto.