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6.0/10
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C'è chi ne parla bene, chi ne parla male, chi lo esalta, chi lo denigra, chi lo attacca, chi lo difende, chi ne vede solo pregi, chi difetti, chi gli è del tutto indifferente ma nonostante questo rimane ad ascoltare i due partiti, insomma, se c'è un titolo che più fa discutere in quest'ultimi anni (al pari di altri due big come One Piece e Bleach) il popolo degli anime-fan, beh, questo è sicuramente Naruto.

Trasposizione animata del manga di Masashi Kishimoto, l'anime di Naruto debutta in patria attorno al 2002 mentre nel nostro paese arriva “grazie” (per modo di dire) a Mediaset che dal 2006 in poi l'ha trasmesso su Italia 1 in diversi blocchi di episodi.

La trama racconta di Naruto Uzumaki, giovane ninja del villaggio di Konoha - conosciuto più come “Villaggio della Foglia” - con il sogno di diventare un giorno Hokage, ossia la figura più potente, importante e prestigiosa dell'universo ninja.
Sin da piccolo è stato sempre emarginato da tutti per ragioni a lui sconosciute ed ogni volta che tentava di avvicinare qualcuno veniva puntualmente respinto in malo modo. Tutto ciò lo ha indotto ad isolarsi sempre più caratterialmente e nello stesso tempo a diventare estremamente dispettoso combinando scherzi di tutti i tipi, realizzati più con lo scopo di farsi notare (e magari accettare) che per recare seriamente disagi agli abitanti del villaggio. A seguito di un tranello che rischia di costargli caro viene a sapere del segreto che lo riguarda: nel suo corpo vi è sigillato il più potente dei demoni che in passato hanno recato morte e devastazione in svariati villaggi. Si tratta della Volpe a nove code.
Da qui in avanti una serie di eventi lo porteranno a cambiare completamente vita e si troverà finalmente parte di qualcosa, un qualcosa che comprende aspetti positivi come il non essere più solo, ma anche aspetti negativi, uno su tutti il perfido Orochimaru, ninja potentissimo che mira a distruggere il Villaggio della Foglia.

Se con il manga di Naruto si discute soprattutto riguardo l'arco narrativo e l'impostazione che l'autore vuole dare agli eventi elogiando o meno le sue idee e le sue intenzioni, l'anime ha come tema principale di dibattito la presenza costante ed ingombrante dei cosiddetti filler.
Già, proprio così, non li ho contati adesso (e allora) uno per uno, ma nei 220 episodi che compongono la prima serie di Naruto (poi c'è lo Shippuden infatti e anche lì ci sarebbe da dire a riguardo, ma non è questa la sede), quasi la metà non hanno nulla a che spartire con la controparte cartacea. Sono semplicemente episodi realizzati dagli sceneggiatori per coprire i vuoti che giocoforza la stesura di un manga in prosecuzione comporta.
Questo purtroppo anche per il sottoscritto è il vero tallone d'Achille che questa serie si porta dietro. Fossero stati almeno interessanti, accattivanti, divertenti, carini anche, niente. Salvo rarissime eccezioni che si contano con le dita di una mano, sarebbero da prendere ed eliminare seduta stante senza nemmeno starci a pensare due secondi.
A tutto questo poi si aggiunge il “brillante” trattamento che Mediaset ha riservato alla serie in questione - sai che novità. Tralasciando la sigla eseguita dall'inmancabile Giorgio Vanni che può piacere a meno a seconda dei gusti (io ad esempio prima di ascoltare quella dello Shippuden non la reggevo proprio, dopo aver ascoltato quest'ultima l'ho dovuta rivalutare, il che è tutto dire), quello su cui ci troviamo tutti d'accordo come sempre nominando la “casa” appartenente a Fininvest sono le censure audiovisive. Una piaga!

La storia di base non è cattiva, anzi, è molto interessante e ben sviluppata per larghi tratti, arricchita da un design più che buono che comprende animazioni, colori e sottofondi musicali davvero niente male, peccato solo che non sia stato ben supportato e soprattutto gestito.
Tenendo conto dunque di tutto questo mi dovrei attenere su un 5 di valutazione complessiva ma dato che il problema censure riguarda solamente la nostra versione, almeno la sufficienza credo proprio che questo titolo se la meriti, infondo per ritornare alla mia premessa iniziale, se tutto ciò scatena sempre argomenti di discussione vorrà pur dire qualcosa.
Come di dice in questi casi: <i>”nel bene o nel male, purché se ne parli”</i>.