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Non darò che un 4 tirato a "Naruto Shippuden". Le ragioni? Sono moltissime.
In primo luogo la trama perde rispetto alla prima serie, e come coerenza, e come psicologia dei personaggi, e come credibilità - anche considerando gli standard di anime come Naruto. La serie Shippuden non è assolutamente all'altezza della precedente: perde il grande pregio dei personaggi variegati e interessanti, perde la leggerezza e la scorrevolezza caratteristica dell'anime (ma anche del manga) di Naruto e perde come coerenza; inoltre mi chiedo seriamente perché l'anime si chiami "Naruto Shippuden" e non "Sasuke Shippuden", visto e considerato che Sasuke Uchiha, paraculato a livelli esorbitanti, è la divinità massima della serie: dinnanzi a lui, persino le leggi della fisica e della chimica perdono qualsiasi importanza, e lo Sharingan ti permette di fare tutto, anche il caffè. No, anzi, quello no, o non mi spiegherei l'abbiocco che mi coglie sempre davanti alla noia prorompente che emanano gli Uchiha e i loro discorsi.

Ciò che emerge dal manga di Kishimoto, e di conseguenza anche dall'anime, è la volontà di creare qualcosa di grandioso, qualcosa che colpisca. Peccato che si esageri, ma di brutto anche. Più si va avanti con gli episodi, più la trama si complica, acquisendo una sfumatura di assurdità e improbabilità che non riesco a tollerare: la situazione è molto evidentemente scappata di mano a Kishimoto, e gli eventi cominciano a contraddirsi fra loro. Ho tanti e tanti interrogativi circa lo Shippuden... Certo, questo rende più lieve il difetto della prevedibilità di trama che caratterizzava la prima serie di Naruto - di certo lo Shippuden non è banale quanto a scaletta di avvenimenti -, ma a essere sincera preferisco sopportare una trama semplice e già vista piuttosto che tali svarioni.
C'è poco da dire: tra le due serie è intercorso un grossissimo cambiamento di stile, ma mi dispiace ammettere che non è stato un cambiamento positivo.
Un altro enorme difetto che noto nello Shippuden riguarda le doti in battaglia della maggior parte dei personaggi: gli unici di cui le capacità sono sfruttate al massimo si contano sulle dita (Shikamaru, Sasuke, Naruto, Pain e pochissimi altri), mentre degli altri è tutto limitato. Per esempio, con il potere di controllare la sabbia, Gaara, in teoria, dovrebbe essere in grado di sconfiggere qualsiasi nemico, ma non spicca affatto per potenza, anzi. Ho portato l'esempio di Gaara perché è uno dei più lampanti, ma il mio ragionamento si potrebbe applicare a molte altre povere anime. Oh, non solo a molti vengono tarpate le ali, non bastava: sono davvero tanto stereotipati!

Altra cosa: se uno è il più forte, è il più forte e basta; non possono spuntare fuori come funghi ogni due secondi nuovi ninja potentissimi di cui prima non si sapeva niente, è assurdo! E invece capita così di continuo.
I filler di "Naruto Shippuden", a differenza di quelli della serie precedente, non hanno nemmeno lo scopo di approfondire un tantino in più i personaggi meno rilevanti, no, sono totalmente inutili e, nella stragrande maggioranza dei casi, anche noiosi e insignificanti.
Un aspetto che non va sottovalutato è la pesantezza: si prendono tutti troppo sul serio, i discorsi spesso diventano noiosi e/o sconclusionati e alcuni momenti sono davvero dei mattoni.

Credo che io continui a seguire Naruto solo per pura curiosità, perché ha subìto un calo così drastico e sconvolgente da farmi mettere le mani nei capelli e chiedermi che cosa diavolo passi per la testa di Kishimoto.
L'unico pregio che riesco a riconoscere allo Shippuden è una certa capacità di commuovere in alcuni - pochi - punti, che solitamente corrispondono alla morte di un personaggio.
Di base sconsiglio quest'anime, anche se, una volta vista la prima serie, non ci si può proprio fermare lì, lo Shippuden bisogna guardarselo per forza. Ma aspettatevi una delusione, perché giunti a un certo punto della serie, guardandovi indietro, vi accorgerete che Naruto è cambiato totalmente, e come lui tutti gli altri, ma non si tratta solo di crescita - argomento fin troppo rimarcato: sono stati denaturati e privati delle loro essenze.