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3.0/10
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Sinceramente trovo impossibile parlare di quest'anime come se fosse un'opera unitaria, tante sono le differenze qualitative tra la prima e la seconda parte della serie. Perciò parlerò prima della saga della Soul Society, poi di ciò che resta.

La trama, esposta nelle puntate introduttive, si può riassumere a grandi linee così:
Nel mondo si aggirano, invisibili a chi non possegga particolari poteri, gli spiriti delle persone che non sono riuscite a tagliare i propri legami con il mondo terreno. Alcune di queste, consumate dall'odio, diventano ostili e affamate di anime, si trasformano cioè in Hollow. Gli shinigami (dei della morte) sono invece anime, provenienti dalla "Soul Society", che hanno il compito di purificare gli Hollow. Rukia è il primo shinigami con cui Ichigo, il protagonista, viene in contatto. In seguito a questo incontro Ichigo stesso acquisterà i poteri di shinigami e comincerà la sua pericolosa caccia agli Hollow, Tuttavia, quando Rukia viene arrestata e riportata nella Soul Society, Ichigo e i suoi amici decidono di infiltrarsi nella Soul Society per liberarla.

Attenzione, da questo momento la recensione può contenere spoiler

Lo sviluppo della saga della Soul Society è piuttosto semplice: Si tratta di fatto di una serie di scontri che Ichigo e i suoi compagni affrontano per cercare di salvare Rukia. Ma ciò che arricchisce questo filone narrativo, di per se molto banale, è la vicenda del misterioso omicidio del capitano Aizen, che emerge lentamente sullo sfondo della trama principale e culmina con il colpo di scena finale, sorprendente e ben orchestrato.

Su questo intreccio di eventi l'autore ci propone quello che è il punto di forza della prima parte dell'anime: i combattimenti. Le battaglie hanno un buon ritmo, anche se intrise di stilemi e cliché tipici degli shonen (ma che si sopportano con piacere). Il confronto tra le abilità delle diverse Zanpakuto (le armi di cui dispongono gli shinigami) è senza dubbio affascinante e rafforzato da un buon character design, che ci propone una bella gamma di personaggi dalle caratteristiche varie, che si rispecchiano nelle differenti abilità individuali. Ciò che è in difetto in questa parte dell'opera sono però le ambientazioni, ripetitive e poco dettagliate, nonché la crescita esponenziale del protagonista che, pur essendo di fatto uno shinigami alle prime armi, in breve tempo e senza troppo sforzo riesce ad essere all'altezza dei più forti shinigami della Soul Society, il che rende la sua escalation poco verosimile.

Comunque, la saga della Soul Society, pur non essendo nulla di particolarmente originale o priva di difetti, sa divertire, appassionare e incuriosire lo spettatore, e il tutto è impreziosito da una suggestiva colonna sonora, in grado di dare grande enfasi ai momenti che la richiedono. Ma la pacchia è finita, da quel momento in poi l'anime non farà altro che calare vertiginosamente, sotto tutti gli aspetti possibili e immaginabili. Passiamo dunque a parlare della seconda parte di Bleach.

Le prime avvisaglie di questo "malessere" si hanno durante una delle prime battaglie contro i nuovi nemici, gli "arrancar". La prima domanda che lo spettatore perplesso si pone è:"per quale diavolo di motivo i personaggi ora combattono sospesi in aria?". Forse mi giudicherete troppo pignolo, ma per me questo non è un semplice difetto, ma un errore grave e sintomatico della grave malattia che ha colpito l'anime. Non solo perché i combattimenti in aria perdono di fascino e verosimiglianza, ma anche perché l'opera cessa già di essere coerente con se stessa. L'autore, sin da subito, si impegna a distruggere l'anime a partire dalla base: la fisica.

Superato il trauma da "assenza di gravità" lo spettatore si ritrova a fronteggiare un'altra brutta sorpresa: la trama si ripete uguale a quella della saga precedente, tranne che per quell'intreccio secondario di cui ho già parlato. Questa volta, infatti, non c'è alcun intreccio secondario.

Tutto appare di qualità calante rispetto alla prima parte dell'anime: L'ambientazione, già carente nella prima parte, peggiora in maniera evidente. L'Hueco Mundo è un ambiente del tutto privo di dettagli, oltre che di senso (a cosa serve un castello di centinaia di chilometri cubi se gli ambienti sono semplicemente corridoi grigi, stanze piene di colonne e... infinite distese di nulla?).
L'animazione è altalenante e per gran parte del tempo sotto la media; la trama diventa sottile e rarefatta, con punti di svolta forzati quanto discutibili (per creare la chiave del re devi distruggere proprio la città in cui vivono i protagonisti, ma che coincidenza!).
Mentre i combattimenti dei personaggi secondari continuano ad offrire qualche spunto interessante, quelli del protagonista diventano banali e somigliano sempre di più alle scazzottate di Dragonball Z, senza una vera logica, uno spunto originale o un qualche accenno di tattica.

Ma la vera mancanza sono i personaggi. Ne vengono introdotti a carrellate, e la gran parte di questi o si rivelano inutili o, dopo aver fatto la loro brava parte, finiscono nel dimenticatoio.
Se i compagni di Ichigo (Sado, Ishida, Inoue) sembrano sempre sul punto di uno sviluppo, sia nella psicologia che nelle abilità combattive, che di fatto non avviene mai, il protagonista diventa la pecca più grande della seconda parte di questa serie: non importa quante volte Ichigo verrà malmenato, dilaniato, trapassato, ridotto in fin di vita o addirittura ucciso. Non importa quanto l'avversario gli sia superiore: Ichigo troverà sempre il modo di tornare come nuovo e di prendersi la rivincita sull'avversario, tirando fuori improbabili power-up segreti e affidandosi sempre ad una sola costante: la volontà di proteggere tutti. Un concetto trito e ritrito nel mondo degli shonen e che qui viene ribadito fino alla nausea, probabilmente per mancanza di idee sul come dare a Ichigo un motivo per combattere e per sconfiggere avversari centinaia di volte più potenti di lui.

Non fa eccezione il nemico principale: Aizen, che alla fine della saga della Soul Society era apparso essere un personaggio dotato di carisma e intelligenza, e lo ritroviamo invece come un personaggio inverosimile, piatto e guidato da motivazioni blande. Per lui è sempre tutto calcolato, tutto rientra sempre nei suoi piani, è sempre sicuro al 100% della riuscita dei suoi progetti, anche quando l'invasione della terra con i "potentissimi" espada si rivela un fiasco totale, anche dopo il tradimento e la morte dei suoi principali alleati, anche 5 secondi prima di essere preso a calci nel sedere dal protagonista dopo l'ennesimo, improbabile (e questa volta neanche necessario) power-up. Notevole, inoltre, come non usi Kyoka Suigetsu, in grado di ipnotizzare chiunque la veda, contro Ichigo, nonostante fosse la sua abilità più temibile.

Imprecisioni, incongruenze, dimenticanze e scelte discutibili saltano fuori in ogni episodio, soprattutto in quelli conclusivi. Ad elencarli tutti ne verrebbe fuori una recensione infinita, quindi passo a trarre le conclusioni.
Bleach è un anime incerto, disordinato e caotico. Nelle prime venti puntate introduce un anime che non è sicuramente Bleach, poi va da tutt'altra parte con la saga della Soul Society. Poi vira ancora, diventa la parodia di se stesso, smontando tutti i buoni presupposti costruiti e costruendo una trama piena di buchi e forzature, utile solo a giustificare le battaglie a cui fa da sfondo. Doveroso contare, prima di dare un voto alla serie, anche la quantità industriale di filler, che coprono un terzo del totale delle puntate. Un'enormità.
Il mio voto finale è un 3. Per quanto mi abbia preso nelle prime puntate, non posso dare di più ad un prodotto che si regge in piedi solo per una quarantina di episodi, ed è fatto con i piedi per i restanti 300.