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"È la pace che stiamo cercando di proteggere? Che cosa significa la parola 'pace' per il nostro paese, per la nostra città? E per noi? L'impegno e la passione con cui il Giappone ha combattuto la guerra ci hanno portato alla sconfitta di Hiroshima, poi sono arrivati gli americani con le armi nucleari, la Guerra Fredda, la guerra di Hollywood a colpi di chewing-gum, mentre in molte parti del mondo si combatte ancora con i proiettili. Guerre civili, sofferenza, miseria, morte. Il nostro è un paese ricco, ma su cosa basa la nostra ricchezza? Sul sangue delle vittime cadute durante la guerra. Sono loro i pilastri della nostra pace. Noi oggi scegliamo l'indifferenza così come i nostri genitori scelsero la guerra. Il prezzo per la nostra pace e prosperità lo pagano paesi che si trovano a una debita distanza e di cui abbiamo imparato molto bene a ignorare le sofferenze."

In seguito alla cocente delusione riguardante la visione del primo film di Patlabor, c'è voluto del tempo affinché mi convincessi a guardare il secondo: temevo che anche questa pellicola fosse insipida come la precedente, e invece è stato bello scoprire che mi sbagliavo su tutta la linea, come dimostrano le citazioni di un discorso straordinariamente lucido e concreto con le quali ho deciso di suddividere la presente recensione. Distribuito nei cinema nipponici nel 1993, Patlabor 2 - Il film è il secondo lungometraggio che cavalca l'onda del successo del manga e della serie animata dedicati ai mecha Patlabor nati dalla progettazione congiunta delle menti del gruppo Headgear. Quest'ultimo comprende, tra gli altri, anche il regista del film in questione, ossia il grande Mamoru Oshii, all'epoca già autore del lungometraggio animato Tenshi no Tamago e di alcuni media relativi alla sua famosa Kerberos Saga. Se il primo film di Patlabor era principalmente incentrato sulla pericolosa possibilità che un virus informatico possa scatenare un vero e proprio putiferio nell'ambito dei corpi di polizia, Patlabor 2 è invece il massimo risultato raggiunto dall'animazione nipponica sul tema del terrorismo. Vediamo perché cominciando con qualche accenno alla trama.

Abbandonato dalle autorità durante una missione ONU in Cambogia, il militare membro delle Forze di difesa giapponesi, tale Yukihito Tsuge, riesce comunque a sopravvivere e decide di vendicarsi progettando per anni un attacco terroristico alla città di Tokyo. A seguito di un misterioso incidente che coinvolge uno dei ponti più trafficati della città, una squadra di agenti, comprendente una vecchia amica e fiamma di Tsuge, Shinobu Nagumo, è incaricata di scoprire il vero scopo del criminale al fine di prevenire la tragedia e arginare il più possibile i danni. Nello stesso tempo, però, qualcuno fa il doppio gioco e la città, effettivamente messa in ginocchio da un complotto politico e dai disordini successivi agli attacchi, si trova sull'orlo di una catastrofe dalla quale potrebbe non riprendersi mai più...

Sebbene a una prima lettura la sinossi appaia abbastanza semplice nei suoi caratteri essenziali, in realtà il film si presenta allo spettatore in tutta la sua complessità concettuale e formale, forte in primo luogo di personaggi intriganti (soprattutto la malinconica Nagumo e il viscido Arakawa) e, in secondo luogo, della granitica sceneggiatura curata da Itō Kazunori e densa di spunti di riflessione sulla guerra e sull'atteggiamento dei governi costretti ad affrontare una grave crisi. Dietro a questa prima produzione della Production I.G., che dunque sembrava già promettere benissimo, la sapiente mano di Oshii si palesa in ogni fotogramma, come conferma ulteriormente l'eccellente comparto tecnico che va a sommarsi al già ricco quadro illustrato finora: il character design realistico di Masami Yuki e Akemi Takada è coadiuvato da animazioni all'altezza della situazione. Inoltre, le scene di preparazione della città a eventuali nuovi attacchi terroristici lasciano davvero a bocca aperta in termini di realismo visivo. In un certo senso, la presenza dei mecha Patlabor passa in secondo piano e per un po' quasi ci si dimentica di trovarsi di fronte a un thriller fantascientifico: all'epoca della stesura del soggetto, la fine degli anni Novanta rappresentava un futuro imminente, eppure sembra di trovarsi di fronte a un poliziesco d'ambientazione post-11 Settembre. Per finire, le musiche di Kenji Kawai, l'acclamato compositore che di lì a due anni avrebbe reso immortale la colonna sonora di Ghost in the Shell, conferiscono all'atmosfera del film un'aria decadente perfettamente in linea con il tema trattato.

"Tuttavia mi sembra che il confine tra una guerra giusta e una pace ingiusta sia labile; se una guerra giusta è una menzogna, si può forse dire che una pace ingiusta non lo sia? Ci dicono che c'è la 'pace', ma basta guardarsi intorno per accorgersi che non possiamo credere a quello che ci viene detto. Alla fine tutte le guerre terminano con una cosiddetta pace, e ogni cosiddetta pace contiene i semi di un'altra guerra. È solo una questione tempo: basta aspettare che la dura realtà della guerra spazzi via l'illusione che l'assenza di guerra equivalga alla pace. E allora le chiedo di nuovo: che cosa cerchiamo di proteggere?"

L'edizione italiana di Patlabor 2 è stata prima distribuita in VHS dalla Manga Video e poi in DVD dalla DeAgostini quasi dieci anni fa. Inutile dire che entrambe le versioni sono oggi in pratica irreperibili, se non nel mercato dell'usato, pertanto non mi dispiacerebbe affatto se la Yamato Video o la Dynit ripubblicassero il film in DVD e Blu-ray. Dal canto suo l'adattamento nostrano, affidato ai bravi doppiatori della scuola milanese (tra i tanti, mi vengono in mente Raffaele Fallica e Claudio Moneta), ricalca quello inglese, con la conseguente alterazione di alcuni dialoghi rispetto all'originale. Nulla di particolarmente traumatico, per fortuna. Si percepisce che il film sia solo una finestra su un mondo più vasto, quello creato dal gruppo Headgear, e costituito da diversi prodotti animati. Chissà, magari in futuro riuscirò a recuperare gli OAV e la serie originale di Patlabor, contribuendo a completare il quadro d'insieme, ma per il momento mi ritengo soddisfatto così: Patlabor 2 è un ottimo film, un lungometraggio profondo e piuttosto impegnativo che richiede una concentrazione non indifferente da parte dello spettatore. Se però siete alla ricerca di una storia che non sia mero intrattenimento e che con i suoi temi e il suo realismo sappia lasciarvi qualcosa dentro, allora dategli senz'altro una possibilità. Otto e mezzo senza tentennamenti.

"Chiunque ormai è portato a sentirsi Dio: chiuso nell'immenso universo della propria mente, onnipresente, onnisciente, tuttavia impotente al di fuori dei confini della sua testa. Gli uomini cercheranno di fare anche quello che Dio non può. A meno che... a meno che non li fermiamo. Dobbiamo assolutamente fermarli. È nostro dovere."