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Prendete un romanzo famosissimo nella storia della letteratura, Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, mixatelo con elementi "appetitosi" per il pubblico femminile (bishonen che rappresentano i principali personaggi del romanzo in questione) e guarnite il tutto con altri elementi che non c'entrano nulla col già citato romanzo ma che attirano l'attenzione del grande pubblico (la mafia e il circo ad esempio). Cosa può venirne fuori? Beh direi proprio un'insalata o una macedonia (sceglietene una, tanto il menù non cambia) in cui non si capisce niente e comunque questa cosa non ha la minima importanza visto che alla fine questo film si lascia solo guardare, nel senso che tolto l'harem di bei ragazzoni e la grafica resta il nulla assoluto.

Qualche accenno sulla trama, sempre si possa definire tale questo obbrobrio... Alice arriva nel Paese delle Meraviglie grazie al Bianconiglio. Qui incontrerà vari personaggi come il Bruco, forse l'unico identico al romanzo originale, l'Orologiaio un tipo così allegro da far calare il latte alle ginocchia, il Patron del Luna Park che non c'entra na mazza, lo Stregatto abbigliato come una Drag Queen, i due Gemelli in versione gangster e il Cappellaio Matto in un improbabile versione trash di Al Capone; a chiudere questo interessante quadretto la Regina di Cuori, qua ribattezzata Vivaldi (eh? o.O), con evidenti problemi di DDI (che sta per Disturbo dissociativo dell'identità). QuinRose, l'autore del manga, ha rivisitato in chiave profujoshi le vicende di Alice, col risultato di rovinare del tutto un romanzo che ha segnato la letteratura mondiale e che ha significati molto profondi e anche piuttosto dark, più di quanto si possa immaginare... Altro che storia da adattare a un cast di fighetti tutti pendenti dalle labbra dell'eroina di turno!

La vicenda è ricca d'azione con inseguimenti rocamboleschi e incuranti delle leggi sulla gravità, improbabili riunioni della Cupola mafiosa del Paese delle Meraviglie, inutili frame filler al Luna Park e al Circo, nonché interessantissime udienze dove Vivaldi, amante delle decapitazioni, si atteggia a tiranno della sua polis neanche si trattasse ad esempio di un Dionisio I di Siracusa ai tempi delle guerre greco-puniche.

Per chi non ha letto il manga, come la sottoscritta, non è facile raccapezzarsi in una storia stuprata da continui salti temporali e continui cambi di luogo; Alice cambia spesso luogo e si trova in compagnia di gente diversa senza battere ciglio. Altro elemento curioso è un ascensore all'interno del palazzo di Vivaldi con cui la Regina si sposta non solo in luoghi che non dovrebbero esserci (per esempio l'ascensore arriva in un giardino dove danno un ricevimento, ma la faccenda è strana se si ipotizza che non scende a pianoterra), ma addirittura viaggia nel tempo (a un certo punto l'ascensore si ferma e mostra Vivaldi e Blood da bambini). Insomma capire il perché di tutto questo equivale a masochismo.

In mezzo a questo guazzabuglio Alice si trova davanti a un bivio: tornarsene a casa a leggere libri e sorbirsi tè con biscotti con l'amata sorella, o farsi corteggiare ancora come nel peggiore degli otome da tutti i maschi senzienti del Paese delle Meraviglie? In caso decidesse di ritornare ha bisogno di una fiala che però la nostra eroina ha dimenticato chissà dove (e meno male che qua Alice viene spacciata per un eroina emancipata e dalle tinte dark).

Francamente? Non ho letto il manga, ma suppongo sia meglio recuperarlo a chi interessa questa storia per intero. In quanto a questo film suppongo approfondisca la vicenda per chi conosce il manga, ma per tutti gli altri evitatelo come la peste. Sceneggiatura ubriaca, personaggi da ricovero, ost non pervenuta. Si salva solo in parte il comparto grafico, ma da solo non può evitare il tracollo.