Recensione
Dall'omonimo manga del maestro Osamu Tezuka, arriva in versione animata il suo personaggio più riuscito: Black Jack, il medico senza licenza. Il primo impatto è molto da film horror. Un telefono che squilla nel buio. Una vecchia casa su un dirupo durante un violento temporale. Un uomo su una sedia a dondolo osserva il mare in tempesta, quando i fulmini illuminano la casa, mostrando il suo viso segnato da profonde cicatrici. Così inizia un nuovo caso clinico per il dottor Black Jack. Questa è una serie piuttosto atipica. Si potrebbe definire come una specie di thriller a sfondo medico, dove il dottore deve affrontare ogni volta delle malattie sconosciute e dagli effetti a dir poco sconcertanti.
Ogni episodio si concentra su un caso differente, che vede il dottore impegnato a risolvere i casi più strani: patologie inspiegabili, malattie mortali e misteri su cui far luce. Ad ogni caso clinico è intrecciata in maniera indissolubile la storia personale del paziente e delle persone che gli stanno vicino. In quest'ottica le storie non si limitano solo alla scoperta delle cause della malattia e della cura, ma si addentrano nella vita dei personaggi, narrando il loro passato e rivelando come questo sia spesso legato alle cause delle malattie che li affliggono. Ci troviamo davanti a delle storie con una trama matura, ben strutturata che fa leva sui misteri legati alle insolite malattie dei pazienti e sulle loro storie personali.
Ma spostiamo l'attenzione sul protagonista. Black Jack, alias Hazama Kuroo, è un medico senza licenza che lavora clandestinamente in cambio di grosse somme di denaro. Sotto questo suo atteggiamento cinico però, il dottore in nero nasconde un grande animo e ogni volta tenta l'impossibile per salvare i suoi pazienti, non solo lottando contro le malattie che li divorano, ma anche contro individui senza scrupoli che fanno fortuna a scapito della salute delle persone. A fargli da assistente troviamo la piccola Pinoko, che ad un primo sguardo potrebbe sembrare una bambina di cinque anni, ma in realtà è una ragazza costretta in un corpo artificiale. Questo esoscheletro, costruito anni prima dal dottore per salvarle la vita, racchiude i suoi organi interni permettendole di sopravvivere, ma impedendole di crescere. Purtroppo l'anime non svela il loro background, che può essere approfondito solo dalla lettura dei primi volumi del manga.
Dal lato artistico si tratta di una produzione con un livello tecnico non indifferente, con bellissimi disegni e ottime animazioni. Come per enfatizzare la crudezza di alcune scene, le animazioni riproducono fedelmente le operazioni del dottore senza risparmiarsi nei dettagli. Assistiamo interventi chirurgici fuori dal comune, con pazienti in preda a terribili convulsioni, dolori atroci che vengono smorzati solo dall'anestesia, il bisturi di Black Jack che incide la pelle con una maestria senza paragoni, scoprendo muscoli, tessuti e organi interni, raffigurati con un livello di dettaglio impressionante. Una delle peculiarità di questa serie sono i numerosi fermo immagine color pastello, che riescono ad immortalare sullo schermo le scene più significative e drammatiche dell'anime, come in piccoli e splendidi capolavori.
Una nota di merito va fatta alla Yamato Video che, oltre all'ottimo doppiaggio, ci propone la traduzione degli ultimi tre episodi, realizzati alcuni anni dopo il settimo (motivo per cui sono in 16:9 rispetto ai 4:3 degli episodi precedenti) e fin'ora inediti in Italia. Osamu Dezaki, con la collaborazione artistica di Akio Sugino, è riuscito a dar vita ad un'intensa e drammatica reinterpretazione della figura di Black Jack, realizzando un anime che si contraddistingue particolarmente per la sua atmosfera cupa. Non si tratta quindi di una visione leggera, ma di un prodotto molto impegnativo, che tratta tematiche decisamente inconsuete per un anime. Ma è proprio questa sua particolarità, assieme all'ottimo comparto tecnico, a fare di questo anime un prodotto unico nel suo genere.
Ogni episodio si concentra su un caso differente, che vede il dottore impegnato a risolvere i casi più strani: patologie inspiegabili, malattie mortali e misteri su cui far luce. Ad ogni caso clinico è intrecciata in maniera indissolubile la storia personale del paziente e delle persone che gli stanno vicino. In quest'ottica le storie non si limitano solo alla scoperta delle cause della malattia e della cura, ma si addentrano nella vita dei personaggi, narrando il loro passato e rivelando come questo sia spesso legato alle cause delle malattie che li affliggono. Ci troviamo davanti a delle storie con una trama matura, ben strutturata che fa leva sui misteri legati alle insolite malattie dei pazienti e sulle loro storie personali.
Ma spostiamo l'attenzione sul protagonista. Black Jack, alias Hazama Kuroo, è un medico senza licenza che lavora clandestinamente in cambio di grosse somme di denaro. Sotto questo suo atteggiamento cinico però, il dottore in nero nasconde un grande animo e ogni volta tenta l'impossibile per salvare i suoi pazienti, non solo lottando contro le malattie che li divorano, ma anche contro individui senza scrupoli che fanno fortuna a scapito della salute delle persone. A fargli da assistente troviamo la piccola Pinoko, che ad un primo sguardo potrebbe sembrare una bambina di cinque anni, ma in realtà è una ragazza costretta in un corpo artificiale. Questo esoscheletro, costruito anni prima dal dottore per salvarle la vita, racchiude i suoi organi interni permettendole di sopravvivere, ma impedendole di crescere. Purtroppo l'anime non svela il loro background, che può essere approfondito solo dalla lettura dei primi volumi del manga.
Dal lato artistico si tratta di una produzione con un livello tecnico non indifferente, con bellissimi disegni e ottime animazioni. Come per enfatizzare la crudezza di alcune scene, le animazioni riproducono fedelmente le operazioni del dottore senza risparmiarsi nei dettagli. Assistiamo interventi chirurgici fuori dal comune, con pazienti in preda a terribili convulsioni, dolori atroci che vengono smorzati solo dall'anestesia, il bisturi di Black Jack che incide la pelle con una maestria senza paragoni, scoprendo muscoli, tessuti e organi interni, raffigurati con un livello di dettaglio impressionante. Una delle peculiarità di questa serie sono i numerosi fermo immagine color pastello, che riescono ad immortalare sullo schermo le scene più significative e drammatiche dell'anime, come in piccoli e splendidi capolavori.
Una nota di merito va fatta alla Yamato Video che, oltre all'ottimo doppiaggio, ci propone la traduzione degli ultimi tre episodi, realizzati alcuni anni dopo il settimo (motivo per cui sono in 16:9 rispetto ai 4:3 degli episodi precedenti) e fin'ora inediti in Italia. Osamu Dezaki, con la collaborazione artistica di Akio Sugino, è riuscito a dar vita ad un'intensa e drammatica reinterpretazione della figura di Black Jack, realizzando un anime che si contraddistingue particolarmente per la sua atmosfera cupa. Non si tratta quindi di una visione leggera, ma di un prodotto molto impegnativo, che tratta tematiche decisamente inconsuete per un anime. Ma è proprio questa sua particolarità, assieme all'ottimo comparto tecnico, a fare di questo anime un prodotto unico nel suo genere.