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5.0/10
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Nonostante qualche piccolo buco di trama "Steins;Gate" risultava una serie coinvolgente, ben strutturata e soprattutto realistica (nei limiti della fantascienza, si intende), cosa che non accade minimamente con questo obbrobrioso midquel. Sebbene l'idea alla base fosse molto interessante, essa è stata sviluppata con troppa sufficienza, trasformando un'opera fantascientifica studiata in un battle shonen da quattro soldi. Ora, ditemi cosa c'entrano una tipa che taglia teste a mani nude e un'altra che schiva i proiettili con "Steins;Gate"? In alcune scene Suzuha sembra Alucard. Perfino sua inutilità Rukako diventa una sorta di supereroe Marvel, così il realismo della serie va a prostituirsi...

Ma, se ancora non avete capito quanto faccia pena questa seconda stagione, andiamo avanti. Guardando l'anime con attenzione, si possono individuare due problemi narrativi che si ripetono all'infinito, diventando molto presto nauseanti. Innanzitutto la storia di "Steins;Gate" si sviluppa sempre così: Okabe ritorna indietro nel tempo; Okabe cerca di salvare tutti; Okabe fallisce; Okabe ritorna indietro nel tempo. In realtà questo è quello che succedeva nella prima serie, perché in questa seconda stagione Okabe rinuncia a viaggiare nel tempo. O almeno così sembrerebbe, perché, dopo determinati eventi che non 'spoilero', il nostro protagonista torna a utilizzare la macchina per il salto temporale. E poi, così a caso, si ritrova nel futuro, nell'arco narrativo più brutto e surreale di tutta la serie, dove appunto c'è Rukako-Alucard che stermina eserciti. Però, a favore dell'anime, devo riconoscere che cerca (senza successo) di modificare lo schema narrativo illustrato precedentemente, provando a introdurre qualche innovazione alla trama, come appunto il viaggio nel futuro.
Ma, purtroppo, in questa seconda stagione diventa molto più evidente il secondo problema narrativo: l'adattamento da visual novel. È risaputo che gli anime tratti da visual novel sono spesso pessimi, ma la prima stagione di "Steins;Gate" non rientra in questo stereotipo. Invece, questo midquel presenta tutti i difetti del caso. In particolare i dialoghi sono veramente pessimi, ognuno di essi si conclude con una delle seguenti frasi: "Okabe, cosa vuoi fare?", "Okabe, cosa scegli?", "Okabe, cosa ne pensi?". A seguito di queste battute c'è un'ellissi temporale che ha la funzione di non farci capire immediatamente la scelta del protagonista. Questo tipo di dialoghi non solo rende palese il fatto che la serie sia un adattamento di una visual novel, ma la rende monotona, togliendole la profondità che aveva nella prima stagione.

Se la trama è il grande problema di "Steins;Gate 0", i personaggi sono ciò che tiene in piedi questo anime. Partendo da Okabe, infatti, è molto interessante il suo cambiamento dopo la morte di Kurisu Makise. Il nostro protagonista perde completamente la sua parte pazza e infantile (aka Kyoma Hooin) e diventa un normalissimo studente universitario. Il cambiamento del personaggio è palese anche dal modo di vestire (nella prima serie Okabe indossava il tipico camice bianco, in questa stagione indossa una giacca nera). Dopo aver conosciuto l'intelligenza artificiale Amadeus, la tristezza di Okabe diventa palese. Egli infatti non riesce a dimenticarsi di Kurisu Makise, ma non ha il coraggio di saltare nel tempo per salvarla. Difatti Rintaro rimembra ancora tutte le volte in cui ha visto morire Mayuri, quindi non vuole provare le stesse sensazioni anche con la sua amata. Okabe non ha intenzione di saltare nel tempo per un desiderio egoistico, non per proteggere il mondo in cui è giunto grazie al sacrificio di Kurisu.
Parlando delle due new entry, invece devo mettere un enorme 'spoiler altert'.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

Maho Hiyajo è la senpai loli di Kurisu Makise. Codesta adulta sottosviluppata si paragona ad Antonio Salieri, che, per chi non lo sapesse, fu colui che, secondo la leggenda, avvelenò Mozart perché invidioso del suo successo. Infatti anche la loli è invidiosa dell'intelligenza di Kurisu, pur riconoscendone la genialità.
La new entry più accattivante è, però, sicuramente il professor Alexis Leskinen. Almeno all'inizio è divertente vedere messi a confronto il Giappone e l'Occidente. I Giapponesi, infatti, sono persone spesso timidine, che stanno nel loro spazio e non recano alcun tipo di disturbo agli altri. Il professore, invece, ricalca un po' lo stereotipo dell'americano festoso e invadente, che si auto-invita ai party e che si impiccia sempre dei fatti degli altri. È abbastanza esilarante vedere a confronto queste due culture, anche se in realtà Alexis Leskinen è molto diverso da quello che appare. Infatti egli è uno scienziato pazzo che non si fa scrupoli a giocare con le vite altrui pur di riuscire a compiere un esperimento.

Fine paragrafo contenente spoiler

In realtà le new entry sarebbero tre, ma Kagari è un personaggio che non mi ha lasciato nulla, né in bene né in male. Quindi non ho niente da dire su di lei.

Passiamo alle conclusioni. "Steins;Gate 0" è un midquel che non regge minimamente il confronto con la prima stagione. Pur avendo a disposizione dei personaggi straordinari, la serie non li accompagna con nulla. La storia risulta debole e surreale e le animazioni non sono il top, pur avendo alcuni sakuga molto belli.

Votazione (la odio, ma la metto per riassumere con i numeri la recensione): trama 2 (non mi scorderò mai Rukako-Alucard); personaggi 9,5 (la base di partenza era ottima); grafica 7 (alti e bassi); sonoro 8 (alcune OST molto belle); tematiche 7,5 (molto bello il dualismo interno di Okabe, fa riflettere).
Voto complessivo: 5 (non è la media matematica dei voti precedenti).

Vi saluto. El Psy Congroo.