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10.0/10
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"Charlotte", serie targata Key, ha diviso in due la community di appassionati di animazione giapponese. Per alcuni si è rivelata una piacevole sorpresa, una storia che è riuscita e far breccia nei loro cuori, per altri, al contrario, solamente un'occasione sprecata. Ma andiamo con ordine.

La trama ruota attorno a delle premesse volutamente semplici per poi complicarsi a partire dall'episodio 6. Coloro che hanno dimestichezza con lo stile peculiare della Key, riconosceranno subito il tipico schema narrativo, che caratterizza positivamente anche altre opere dello studio. Inizialmente l'autore raffigura un mondo da sogno, dove fenomeni sovrannaturali sono all'ordine del giorno, per poi rivelarsi una realtà tutt'altro che piacevole. Infatti, "Charlotte" gioca tutto sul fatto che i poteri dei vari personaggi, all'apparenza straordinari, presentano quasi sempre dei limiti che li rendono al contempo una spina sul fianco. Proprio il loro contrappeso rappresenta la causa dei principali risvolti drammatici e tragici nella vita dei protagonisti.

Uno dei grandi punti di forza della Key risiede nell'alternare scene spensierate e momenti di pathos, che accentuano il cambio repentino del ritmo in un certo punto nell'intreccio; fino al climax finale riuscirà a tenere lo spettatore incollato alla schermo. Degna di menzione la conclusione dai toni malinconici, non proprio un "happy ending", che l'ho di gran lunga preferita ai finali 'buonisti' di altre produzioni della Key.

Questo prodotto viene spesso criticato aspramente per la sua brevità, 13 episodi dalla durata canonica. Ma bisogna subito smentire che qualità e quantità non sono assolutamente sinonimi. Non è quindi immediato che con una serie di 24 puntate avremmo avuto la stessa ottima qualità tecnica, che ancora oggi rivaleggia, anzi supera gli standard odierni. Dopotutto P.A.Works ha svolto un lavoro eccellente, soprattutto nella resa dei fondali, curati nei minimi dettagli.

Tirando le somme, "Charlotte" è un anime scolastico tutt'altro che convenzionale e di pregevole fattura, come d'altronde ci hanno abituato altre serie della Key del calibro di "Clannad" e "Little Busters!". La prima parte dai toni più scanzonati renderà ancora più netto ed efficace il passaggio alle scene drammatiche, che si verificheranno in seguito, lasciando lo spettatore a bocca aperta; per poi concludersi con un finale per nulla banale, che difficilmente non vi rimarrà impresso.