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Tratto dall'omonimo manga, la cui autrice, Keiko Takemiya, può essere considerata come una delle mangaka più di rilievo sul fronte "shojo" degli anni settanta, "Natsu e no Tobira", uscito nel 1981, è un film che mi ha deluso.

La storia è ambientata in Francia, a fine Ottocento, e vede come protagonista Marion, un adolescente che, assieme ai sui compagni, trascorre l'estate in un collegio. Il ragazzo è oggetto d'amore della bella Ledania, sua coetanea, ma è anche oggetto di desiderio di una donna matura, Sara, molto più grande di lui, con cui inizierà ben presto una losca relazione. Subentrerà pure una terza persona in questo triangolo, un suo compagno di scuola, cosicché il film andrà a sfiorare pure il tema dell'omosessualità.

In realtà, in questo film, tutte le tematiche, come l'amore adolescenziale, le relazioni con grande differenza d'età, l'omosessualità, appunto, seppur interessanti, e decisamente dei tabù per quegli anni, vengono solo abbozzate e affrontate davvero male.

Duelli, baci, pugni, dichiarazioni di matrimonio, schiaffi, sangue, sesso e abbracci sembrano sbucare dal nulla e buttati lì a caso. E così le emozioni e le reazioni emotive dei protagonisti. Tutto appare caotico e sconclusionato, senza vero sentimento e coinvolgimento.

I personaggi, poi, non sono per nulla ben caratterizzati, ragion per cui non ci si può né immedesimare (sebbene di materiale ce ne sarebbe per tutti i gusti per il quale immedesimarsi) né empatizzare.

Tuttavia, c'è un personaggio, e le azioni di questo, che mi ha colpito, perché turbato, o forse sarebbe meglio dire disgustato. Parlo di Sara Veeda, la donna matura, che avrebbe dovuto far la parte della signora distinta e raffinata, ma si distingue solo per motivi che di stile e raffinatezza hanno ben poco.
Premetto che la sottoscritta non si considera una persona bigotta e poco aperta, non si scandalizza di fronte a relazioni, diciamo, fuori dagli schemi. Anzi, mi affascinano. Ma qui, in questo film, si rasentano atti di pedofilia e di abuso sessuale. E questo mi ha preso in contropiede, perché mi aspettavo una storia intrigante e coinvolgente. Niente di tutto ciò. Sara Veeda seduce e si porta a casa, come niente fosse, il ragazzino. Lo lava e lo accudisce come fosse un bambino, e la grafica ha contribuito a darmi l'impressione che il personaggio maschile in oggetto fosse molto più piccolo di un adolescente. Non ho visto un ragazzo fatto, maturo. Ho visto solo un bambino sotto le grinfie di una matrona vogliosa. Difatti, "il ragazzo", di primo acchito si oppone con tutte le sue forze e grida alle avances di lei. E tutto questo, appunto, mi ha disgustato. Insomma, lo ribadisco, lei che seduce lui, in quel modo, non mi è piaciuto per niente. Mi è sembrato di vedere una madre a letto col figlio, una situazione fastidiosa!
Nulla da dire sulla bellezza del corpo di lei, le sue rotondità son state davvero ben rappresentate. Al contrario di lui, che, ripeto, l'ho trovato infantile (letteralmente), effeminato, e questa effemminatezza è stata acuita dalla sua non accondiscendenza e passività.

Non è la diversa età anagrafica a far la differenza, ma la maturità dei due, e il gioco dei ruoli.
Ciò che intendo dire è che una donna matura può benissimo essere affascinata da un uomo molto più giovane, e viceversa, non c'è da scandalizzarsi, succede. Ma è la maturità di entrambi a far la differenza nel gioco amoroso e a darne il giusto spessore. Se il ragazzo è immaturo di pensiero e personalità, e lo è pure la donna, immatura e inappropriata negli approcci, per l'età che ha, ne esce una situazione che davvero stona.
Nel film in questione, diverso sarebbe stato vedere un ragazzo diventare uomo, proprio perché ammaliato dal fascino di questa donna. Diverso sarebbe stato se fosse stata lei a farsi conquistare da lui, a farsi sedurre. Invece la parte del predatore l'ha fatta lei, e, addirittura, la preda non se l'è conquistata con grazia, ma di questa ne ha fatto un sol boccone velocemente! Per questo motivo, io non sono riuscita a farmi "convincere" che, dopo questi preamboli, Marion, il ragazzo, sia caduto vittima dell'amore per Sara. E neppure Sara si è comportata da donna innamorata, anzi, la definirei più capricciosa e... ninfomane!
L'unica cosa sensata che dice Marion, riguardo all'amore, è che, ora che è "innamorato", può accettare tutto, anche i suoi genitori, con cui è in conflitto (argomento anche questo solamente abbozzato, ahimè), o perdere tutto, anche i suoi amici, con i quali è molto legato. Un pensiero molto vero. A significare che, quando sei preso dall'amore, nulla ti scalfigge, e vedi tutto con occhi nuovi, e rinnovata energia.
Ma... Come e quando Marion si sia "innamorato" dell'orca assassina, io non ne ho la più pallida idea. Forse, più che innamorato, è stato colto dalla Sindrome di Stoccolma, nella quale è noto che tra la vittima e il proprio aguzzino si sviluppa un certo legame emotivo.
Ma forse, più semplicemente, come spesso accade tra gli adolescenti, Marion ha un forte dissidio interiore per quel che concerne l'amore e il sesso. A farla breve, e misera, questa storia, superato l'iniziale imbarazzo (più precisamente, abuso subito), in Marion hanno avuto la meglio gli ormoni maschili e... gli è piaciuto, confondendo il piacere fisico con l'innamoramento.

Come si può vedere, da qualsiasi punto si guardi questa vicenda, non c'è proprio spessore in questo pseudo-amore.

E che dire degli altri personaggi? Macchiette.
Ledania, che dovrebbe essere perdutamente innamorata di Marion, non mi ha detto nulla. Piatta, passiva e dalle improvvise reazioni illogiche. L'amico omosessuale, la cui omosessualità viene solo affrontata di striscio e superficialmente, come Ledania non dà rilievo al proprio amore. Il marito di Sara, cameo di questo capolavoro, sembra far la parte dell'uomo evoluto e aperto, per i commenti di approvazione che fa alla moglie riguardo al suo approccio "affettivo" verso Marion. Tutti gli altri attori non li ricordo neppure.

Spendendo due parole anche sul comparto grafico, direi che disegni e animazioni sono mediocri, i fondali sono piatti e sbiaditi. Probabilmente il risultato non è soddisfacente perché il lavoro è datato. Tuttavia, se penso che in quegli anni uscirono prodotti come "Lady Oscar" (che nel character design dei personaggi, qui, un poco lo ricorda), non posso che storcere il naso e pensare che si poteva di sicuro far di meglio.
Il comparto sonoro invece è discreto, e buono quando subentrano pezzi al pianoforte che danno quel senso drammatico della storia. Laddove non ci riescono trama e personaggio, la musica almeno fa il suo dovere e ti trasmette un'emozione.
Invece, mi ha fatto sorridere, perché ho trovato un po' ridicolo, la comparsa improvvisa di musica celestiale/erotica tipica dei film alla Alvaro Vitali ed Edwige Fenech degli anni settanta/ottanta, ogni volta che entrava in scena la pornodiva, in arte Sara Veeda. Questo, direi, un vero tocco di classe.

Concludendo, questo è un film che avrebbe potuto incollarmi allo schermo, proprio per tutte le tematiche trattate (sfiorate!) e per una storia d'amore che potenzialmente poteva essere davvero intrigante e coinvolgente. E invece è stata la fiera del pacchiano, degli amori impossibili gestiti male e, di sicuro, del cattivo gusto. Anche il finale è assurdo e sconclusionato come il resto del film (che ovviamente non vi posso dire), e non insegna nulla.

"In questa terra senza strade, sotto questo cielo senza orizzonte, ho molte ragioni per scomparire. Ieri esistevo senza rendermene conto. E diversamente da oggi, niente verrà dimenticato, un motivo meraviglioso, una splendida idea, e una soluzione che deve essere figlia di quell'idea. In questo scenario, la natura è mia".

E si chiude così.
Traetene voi le conclusioni.

22.02.2022