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8.5/10
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Letto per pura curiosità, spinta dall'annuncio di Yumiko Igarashi ospite d'onore al Palermo Comic Convention 2023, occasione unica per incontrare un'autrice che ha fatto la storia del manga negli anni '70 con un'opera che l'ha consacrata ed è diventata una icona unica: la famosa "Candy Candy" che ha segnato un'epoca e fatto sognare una intera generazione.
Mi ha sorpreso, in definitiva una lettura migliore di quanto mi aspettassi, ottima sotto alcuni aspetti nonostante, va precisato, il manga non sia privo di difetti.

Devo dire che per essere un manga pubblicato nel 1975, gode di una certa freschezza e personaggi che, a mio parere, sono molto meglio di tanti altri che si vedono negli shoujo di questi tempi!
La protagonista ha una personalità meravigliosamente sfaccettata, fortemente empatica, capace di catturare l'attenzione del lettore dalle prime pagine.

"Candy Candy" si svolge durante i primi anni del Novecento alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, ma l'epoca storica in realtà è appena accennata e fa da contorno soprattutto nella seconda metà del manga, senza essere invadente. La piccola Candy viene abbandonata davanti ad un orfanotrofio, la famosa "Casa di Pony" in America e crescerà purtroppo sotto una infelice stella, senza mai conoscere i genitori, adottata dalla facoltosa famiglia Legan come dama di compagnia dell'insopportabile e sadica Iriza che farà di tutto per renderle la vita impossibile: da dama di compagnia verrà retrocessa a stalliera e infine licenziata con l'ingiusta accusa di furto, architettato da Iriza stessa e il fratello, rammollito e perfido, Neal. Ma Candy ha un carattere gioioso, solare, socievole, con un forte senso di giustizia e solidarietà, riesce anche nelle situazioni più difficili a trovare il lato positivo e a sorridere; durante questa permanenza a Lakewood stringerà una fortissima amicizia con i parenti dei Legan, i fratelli Archie e l'inventore strampalato Stear Cornwell, che presto diventeranno suoi cugini, poiché l'aiuteranno ad essere infine adottata da un'altro membro misterioso della famiglia: lo Zio William!
Ma questo è solo l'inizio, mille avventure affronterà presto la nostra Candy dai vaporosi capelli biondi!


Attenzione: questa parte contiene spoiler

Nonostante sia divenuta Candy W. Andrew, la sua cattiva stella le sarà ahimè accanto: a parte Stear e Archie (che saranno per sempre non solo cugini acquisiti, ma amici strettissimi) tutti gli altri membri di questa ricchissima famiglia, inclusa la zia Elroy, non riusciranno mai ad accettarla discriminandola di continuo per le sue umili origini e per il fatto di essere orfana; Anthony sarà il primo batticuore di Candy, membro anche lui della famiglia e grande amico di Stear e Archie, amante dei fiori dedicherà una rosa in particolare alla nostra protagonista battezzandola col nome di "Dolce Candy".
Nonostante gli agi e lo sfarzo di cui potrebbe godere, la nostra protagonista preferirà sempre una vita libera, modesta e soprattutto indipendente, cresciuta salendo sugli alberi, a contatto con la natura e gli orfani, Candy riconoscerà sempre come la sua vera e unica dimora "la Casa di Pony" e le sue madri Suor Maria e la Signora Pony che l'hanno cresciuta insieme agli altri bimbi, e a quel luogo farà spesso ritorno.
Arrivata in Inghilterra per frequentare il collegio insieme ai suoi cugini e Iriza e Neal, presto farà amicizia con Patty, la sua vicina di stanza che insieme a Annie (la sua prima amica in orfanotrofio) la accompagneranno come amiche del cuore, ma il vero incontro sarà con Terence Granchester, figlio illegittimo di un Duca e di una attrice di teatro; questo ragazzo coverà sempre rabbia profonda verso la famiglia, spavaldo, rissoso, ribelle, amante del teatro e della recitazione, come tutti i ragazzi prenderà una cotta per Candy, che inizialmente tormenterà nominandola "signorina tuttalentiggini", questo sarà il grande amore di Candy.
Mille avventure affronterà la nostra protagonista, tra momenti drammatici e risalite, il suo animo libero, ribelle ai regolamenti, nomade e coraggioso le farà trovare la sua strada, portandola di nuovo in America alla Scuola Mary-Jane per infermiere e all'Ospedale sant'Anna di Chicago, desiderosa di diplomarsi come infermiera; Candy quindi cresce e diventa sempre più matura, pur conservando uno spirito fanciullesco intatto che delizia il lettore e trasmette positività.

Per chi ha già letto il finale:
Se devo fare una nota personale, il finale mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca riguardo a Terence, non viene dato un vero epilogo a questo personaggio ed essendo uno dei protagonisti principali meritava più attenzione.
Tuttavia Keiko Nagita, alias Kyoko Mizuki scrittrice del manga, ha successivamente pubblicato un romanzo che ripercorre gli eventi del manga andando oltre, scritto in prima persona da una Candy adulta, con l'aggiunta di molte scene inedite, approfondimenti psicologici maggiori su molti personaggi e... un finale diverso.
Fortunatamente il romanzo è stato edito in Italia da Kappalab ed è facilmente reperibile sul mercato col titolo "Candy Candy - il romanzo completo".
Molti scivoloni narrativi ne hanno abbassato la qualità generale e il mio voto personale, per esempio l'ultimo volo di Stear prima di morire: stava per abbattere un aereo nemico in guerra ma lo ha risparmiato perché l'altro aveva problemi con la mitragliatrice dicendo "ti lascio andare, la partita è rimandata" ... cosa? La partita è rimandata? Non è un gioco! Sei in guerra cavolo! In una situazione come quella morire è un attimo, o uccidi o resti ucciso, cosa che poi è successa; o vogliamo parlare del finale in cui Candy viene data in sposa a Neal contro la sua volontà, poi si scopre che lo Zio William non era neanche stato informato o interpellato per questo matrimonio! Ma come? Doveva essere un matrimonio combinato dalle famiglie e il padre adottivo della futura sposa non viene avvisato? Bastava tra l'altro davvero poco per rendere queste scene più credibili, ci sono stati altri scivoloni ma mi fermo qui.

Fine parte contenente spoiler

La vita e le scelte della protagonista sono sicuramente precoci per la sua età, anche se il manga è ambientato in un'epoca dove le ragazze lavoravano molto giovani.
Yumiko Igarashi dopo "Candy Candy" lavorò a molte altre opere tra cui "Georgie" e il riadattamento del classico "Anna da capelli rossi", io li ho letti tutti e tre, ma se devo fare un paragone per esempio tra Candy e Anna, mi vien da dire "Anna spostati" : nonostante alcune similitudini tra le due (l'essere orfane poi adottate, giovani ricche di vivacità) Candy ha dovuto affrontare molti più traumi, una vita più travagliata, inoltre per l'epoca era meravigliosamente ribelle e anticonformista, cosa che Anna non sarà mai.
E' risaputo che ci sono diverse opere (che ho citato prima) famose della Igarashi ma è indubbiamente Candy la più iconica.

Nonostante la trama cada purtroppo in qualche scivolone e scene decisamente poco credibili, il ritmo narrativo è ben dosato, non ci sono momenti morti, le vicende si susseguono ben bilanciate, anche se alcuni misteri sono a un certo punto facilmente intuibili nella risoluzione.
Nonostante si parli di uno shoujo tipico degli anni '70, alcune tematiche sono decisamente più mature dello standard, si affrontano temi come la discriminazione, l'abbandono, la morte, le calunnie ingiuste, ma anche l'amicizia vera, lo spirito di sacrificio, la compassione.

Il disegno è figlio degli anni '70 (personaggi fortemente stereotipati graficamente) e quindi imparagonabile agli standard odierni, tuttavia a me non è dispiaciuto, mostra le caratteristiche tipiche dell'epoca.

Va precisato che non esiste in Italia il manga raccolto come in originale in 9 volumi. Ho letto online (solo lì si trova attualmente) l'unico manga di Candy pubblicato in Italiano: il Giornalino di Candy!
Venne pubblicato nel 1980 dal Gruppo Editoriale Fabbri. Si può dire signori e signore, che fu una delle prime, se non la prima pubblicazione shoujo manga in Italia! Infatti all'epoca vi erano le uscite settimanali.

Per gli amanti del vintage fa una certa tenerezza perché richiama un'epoca diversa da quella a cui siamo abituati:
Il Giornalino aveva una decina di pagine del manga, opportunamente riadattato, colorato (per venire incontro ai lettori dell'epoca) con l'aggiunta della posta del cuore e altre cose; il successo fu incredibile e portò alla pubblicazione dell'intero manga sotto forma di giornalino in 77 uscite settimanali.
Ci fu anche un seguito totalmente realizzato in italia dallo Staff Fabbri con episodi autoconclusivi e piccole storie brevi... ma fu un grosso flop, come al solito quando si vuole allungare il brodo si rovina tutto .... e infatti io non ho voluto leggerlo perché non era fatto di pugno dalle due autrici originarie giapponesi.

Devo dire di aver trovato fortunatamente pochissime censure rispetto alle pagine originali (anche quelle reperite online per fare il paragone), lo spirito del manga è stato mantenuto, ecco perché consiglio comunque la lettura del manga colorato e riadattato in italiano per chi non ha troppe pretese.

Purtroppo temo non verrà mai ripubblicato in Italia come meriterebbe, ma neanche all'estero poiché le due autrici, Yumiko Igarashi (disegnatrice) e Kyoko Mizuki (scrittrice), hanno portato una causa in tribunale durata anni per contendersi i diritti esclusivi del manga, questa si trascinò fino al 2002 e si concluse con i diritti congiunti, com'era in origine.
A causa però di questa lite giudiziaria durata anni e costata molti soldi i loro rapporti si sono, a quanto dicono, irrimediabilmente incrinati: appena una vuole sfruttare i diritti, l'altra nega il consenso causando un blocco totale di qualsiasi ripubblicazione del manga o distribuzione di materiale a marchio "Candy Candy", ormai diventato vintage e reperibile solo nell'usato, a volte a prezzi molto alti.

Tuttavia ne consiglio caldamente la lettura, online si trovano siti di appassionati che permettono, come nel mio caso, di godere della lettura di questo storico manga; se la versione italiana riadattata e a colori non vi soddisfa, si può reperire la versione inglese in bianco e nero.

Consigliato praticamente a tutte, alle amanti degli shoujo ma non solo, scoprirete che quest'opera si merita l'appellativo di "Icona di un'epoca che ha segnato una intera generazione femminile".