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“Il Grande Mazinga” (anche detto “Il Grande Mazinger” o “Great Mazinger”) è un anime mecha creato da Go Nagai, prodotto e animato da Toei Animation e andato in onda tra il 1974 ed il 1975, per un totale di 56 episodi.

La trama segue le vicende dalla fine di “Mazinger Z”, ovvero con la sconfitta del Dr. Hell e delle sue Bestie Meccaniche e la tanto bramata conquista della pace, la quale però verrà presto interrotta da un nemico ancora più temibile, ovvero le Sette Armate di Micene, guidate dal Generale Nero; a fronteggiare il nemico questa volta ci sarà un “grandioso” eroe, ovvero il Grande Mazinga, un robot costruito da Kenzo Kabuto (figlio di Juzo Kabuto - creatore del Mazinga Z - e direttore dell’istituto di ricerca Fortezza delle Scienze), diretta evoluzione in tutto e per tutto del robot predecessore, pilotato dall’abilissimo Tetsuya Tsurugi e a sua volta supportato dalla controparte femminile Jun Hono, che sarà ai comandi del Venus A.

Il collegamento di questa serie con la precedente è diretto, perché se in “Mazinger Z” la fazione nemica era composta dalle Bestie Meccaniche, ovvero giganteschi colossi appartenuti in passato ai Micenei e rinvenuti in seguito dal Dr. Hell (i quali poi ha riassemblato per costruire i suoi automi, controllati grazie al Bastone di Bardos) qui i nemici sono i veri e propri Micenei sotto forma di Mostri Guerrieri (o Bestie Combattenti), cioè “fusi” insieme alla parte artificiale - di cui si può notare, ad esempio, il volto, spesso posto sul petto. L’impero dei Micenei/Mikenes, sviluppatosi millenni prima in una civiltà nel sottosuolo, è suddiviso in sette eserciti, ognuno comandato da un generale il quale aspetto richiama quello di un determinato tipo di animali o di altri esseri, e così i mostri della sua armata:
-il Generale Scarabeth (simile a uno scarabeo), responsabile dei mostri insettiformi;
-il Generale Drayato (o Dreydow, simile a un drago), responsabile dei mostri rettiliformi;
-il Generale Juri Caesar (simile a un guerriero dalle fattezze umane), responsabile per i mostri antropomorfi o umanoidi;
-il Generale Angoras (simile a una rana pescatrice), responsabile dei mostri anfibi o pesciformi;
-il Generale Rygarn (simile a un felino), responsabile dei mostri dalle fattezze di mammifero o bestiali;
-il Generale Birdler (o Vardallah, simile a un rapace), responsabile dei i mostri ornitoformi;
-il Generale Hardias (simile ad un Cupo Mietitore), responsabile dei i mostri simili a spiriti.
Oltre a questi sette generali, inoltre, vi è il Ministro Argos, capo dell’intelligence e dello spionaggio insieme al Granduca Gorgon, tutti sottoposti al già citato Generale Nero, subordinato solo all’Imperatore delle Tenebre (ovvero un’entità dalla massa informe somigliante ad una gigantesca fiamma), monarca assoluto dell’Impero.

L’aspetto più combattivo, bellicoso o militare che dir si voglia, in questa serie, è palese e molto presente: basti notare il complesso apparato della gerarchia militare in cui sono organizzati i nemici confrontato ai semplici Dr. Hell e i suoi sottoposti Barone Ashura, Conte Blocken e - sebbene per poco - Visconte Pigman della serie precedente, oppure i più maturi personaggi protagonisti Tetsuya e Jun (due orfani cresciuti dal Dottor Kabuto) sempre in rapporto a i più “infantili” Koji Kabuto e Sayaka Yumi di Mazinger Z, o ancora l’organizzazione degli episodi, i quali sono più soliti a inscenare la stremante guerra che i nostri conducono contro i Micenei che, invece, a mostrare un plot di fondo sul quale poi si basa l’intero episodio e da cui si scopre l’intrigo del nemico.

Tetsuya, a differenza di Koji - ritrovatosi per caso ai comandi dello Z - è stato addestrato duramente fin da piccolo per essere in grado di pilotare il Grande Mazinga ed è infatti a tutti gli effetti un abilissimo soldato, deciso ma allo stesso tempo spietato, crudele e impulsivo, apparentemente sicuro di se e coraggioso, tanto che riconosco la difficoltà che ne potrebbe risultare nel cercare di empatizzare con lui (naturalmente per effetto voluto dagli autori) perché, apparentemente, rappresenta il guerriero giapponese perfetto, il combattente che segue e “onora” costantemente il bushido; tutto ciò fino a quando non viene mostrata la sua paura per la morte, che evidenzia e distingue, quindi, il suo stato di essere umano a quello di guerriero, sottolineandone le debolezze e rendendolo maggiormente "terreno".

Il Grande Mazinga, a differenza del Mazinga Z, è possente, dal design più appuntito, splendido e appariscente sebbene comunque molto semplice; dotato di un armamento ben più temibile, come per esempio il “Great Boomerang”, il “Breast Burn”, il “Thunder Break”, il “Great Typhoon” o le “Mazinger Blade” (nell’adattamento italiano rispettivamente “Grande Boomerang”, “Raggio Gamma”, “Missile Laser”, “Grande Tifone” e “Spade Diaboliche”), possiede le due ali direttamente sul suo corpo, per cui riesce a volare ad altissime velocità senza un velivolo aggiunto che sia come il Jet Scrander nello Z (anche se, nel corso della serie, si servirà del “Great Booster”, chiamato nell’adattamento italiano “Amplificatore”, per volare a velocità ancora maggiori e nel contempo a perforare i nemici).

Allo stesso tempo, parallelamente a Tetsuya, Jun (orfana di padre afroamericano e madre giapponese), seppur cerchi di non farlo notare, è afflitta dalla sua condizione di mulatta - mostrata nell’episodio 19 “Giovane sangue sulla neve” - e dal costante senso di solitudine che l’ha caratterizzata fin dalla tenera età perché “diversa” agli occhi degli altri, oltre all’essere perennemente relegata al dover combattere, sacrificando così il suo benessere individuale per quello collettivo. Il suo mecha è il Venus Ace, robot avente fattezze ancora più antropomorfe rispetto a quelle dell’Aphrodite Alfa e del Dianan Alfa della serie precedente (mecha entrambi pilotati da Sayaka Yumi), oltre ad essere ovviamente più alta, potente e resistente; il suo armamento può contare di attacchi come i “Finger Missile” (qui “Missili Digitali”) o il “Photonic Beam” (“Raggio Fotonico”) ed inoltre del “Venus Scrander”, velivolo che la rende in grado di volare.

In aggiunta, vi è anche il costante rapporto travagliato tra Shiro e ed il padre Kenzo, con il primo che sente la mancanza attiva della figura paterna nella sua vita mentre il secondo è costretto a occuparsi dell’istituto di ricerca (quindi sempre a un bene “superiore” e di vitale importanza), per poi non accettare la natura di cyborg del Dr. Kabuto, in cui si “dipingono” le figure di Tetsuya e Jun come due attenuanti fratelli maggiori, che cercano di far comprendere al bambino come stanno veramente le cose e quale importante compito occupa il padre per il raggiungimento della pace (anche questa una tematica sempre menzionata ed alla quale si ambisce costantemente).
E ad attutire tutto ciò, come altro piatto della bilancia, vi sono da un lato il rifugio nella fede da parte dei protagonisti (alcune volte visti perfino in chiesa intenti a pregare) e dall’altro le gag da parte di Boss e i suoi sottoposti Nuke e Mucha insieme al goffo Boss Robot (originariamente chiamato Boss Borot).

Se a quello scritto finora aggiungiamo anche che nei combattimenti - uno dei punti forti della serie perché tutti molto ben sceneggiati ed inscenati - numerose volte il Grande Mazinga o la Fortezza delle Scienze vengono quasi completamente distrutti notiamo come ne risaltino dei toni generali molto cupi, i quali contraddistinguono particolarmente la serie e che influenzeranno anche le produzioni future di questo genere (soprattutto le stesse di matrice Nagaiana, come “Kotetsu Jeeg” o “Ufo Robot Grendizer”, che non).

Ad accompagnare delle animazioni qualitativamente ottime, soprattutto per l’epoca, e nettamente migliori a quelle di “Mazinger Z” (grazie ad un ancora più performante Kazuo Nakamura in alcune puntate) vi sarà una regia molto dinamica e accattivante, come ad esempio si può notare nella terza puntata, “L’indomita Venus”, dove vi è un energico movimento di macchina durante il combattimento tra Venus e il Mostro Guerriero Zugar, o ancora nell’episodio 12, “Bisonia colpisce duro”, in cui, mentre il Great affronta Bisonia, compaiono su schermo delle sezioni che sembrerebbero essere delle vignette, dove ci appaiono ingrandite le scene che noi vediamo.

Di seguito, cerco di analizzare e rispondere a una domanda che da tanti anni si è posto chiunque abbia visto questa serie almeno una volta e che ha scatenato numerose teorie tra i fan, per cui invito chi non vuole ricevere spoiler a saltare questa parte e ad andare al pensiero finale, presente alla fine della recensione.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Nella parte finale della serie, dove ormai ogni nuovo episodio mi è risultato essere più bello del precedente, ritorna Koji insieme al Mazinga Z e, come già mi era successo guardando “Kotetsushin Jeeg” in precedenza, così come con i due Jeeg, vedere lo Z ed il Great insieme su schermo fa tutt’altro effetto che vederne solo uno dei due. E quando finalmente l’Impero di Mikene viene definitivamente sconfitto, con l’esplosione della Fortezza Demonica (in seguito all’attacco combinato di Mazinga Z, del Grande Mazinga, di Venus A e di Dianan A) e la morte di tutti i suoi generali e del Gran Maresciallo Infernale, si sancisce così la fine della serie, lasciando però un punto interrogativo su un personaggio non poco indifferente che non si vede più, cioè niente meno che il massimo nemico dei protagonisti: l’Imperatore delle Tenebre. Questo, non ha né un confronto diretto con Tetsuya alla guida del Grande Mazinga né verrà mai specificato che fine abbia fatto, facendolo dunque scomparire e lasciando il fatto come irrisolto. Ma la risposta viene presto detta.

Durante la trasmissione, nel 1973, di “Mazinga Z”, in seguito ad un leggero calo degli ascolti dopo la trasmissione dell’episodio 26 (quindi a nemmeno un terzo della effettiva lunghezza della serie), si iniziò a pensare ad un sequel in cui fosse coinvolto un “Mazinga Z più grande”: questo progetto prese il nome di “God Mazinger” e venne addirittura creato appositamente un mecha prototipo. Questo robot altro non era che il Grande Mazinga, ma avente una palette grafica completamente diversa, ovvero con un busto, un volto e degli arti di colore rosso, le corna blu, le ali verdi ed una griglia facciale, una testa e una placca centrale gialle.
Questo progetto prenderà poi il nome di “Great Mazinger” (quindi “Il Grande Mazinga”) e verrà posticipato al 1974 in seguito a un'impennata degli ascolti delle puntate di Mazinga Z, diventando ciò che noi conosceremo.
L’idea del “God Mazinger”, però, non verrà abbandonata. Infatti, prima che il progetto di “Ufo Robot Grendizer” andasse in porto, si pensò ad un seguito diretto del “Great Mazinger”, in cui si continuasse la battaglia con l’Impero di Micene: con la distruzione del Grande Mazinga, la morte di Jun e la paralisi di Tetsuya (quindi non più in grado di combattere) a difendere la pace ritornerà Koji Kabuto a bordo di un nuovo robot, il God Mazinger appunto, creato grazie a un nuovo tipo di Super Lega Z, ovvero la Super Lega God Z. In questa presunta serie sarebbe stata rivelata l’origine aliena dei Micenei, giustificando così la loro alta tecnologia, ci sarebbe stato un nuovo generale e si sarebbe rivelata la vera forma dell’Imperatore delle Tenebre, ovvero di un cervello in ammollo dentro una teca che si materializzava sotto forma di entità fiammeggiante da remoto, proprio come compare nel manga “Ufo Robot Grendizer” disegnato da Gosaku Ota. L’idea verrà però scartata e il terzo capitolo della trilogia originale dei Mazinger sarà “Ufo Robot Grendizer” (da noi “Goldrake”), venendo poi - tuttavia - ripresa nuovamente per la creazione di un film distaccato dalla continuità della trilogia, avente dei personaggi completamente nuovi ed ambientato nel futuro, con un Mazinga che (prendendo ispirazione dal Grendizer) sarà in grado di unirsi a una specie di portaerei.
Ancora una volta, l’idea venne scartata e fu preso solamente il nome “God Mazinger” per creare la serie spin-off del 1984 che conosciamo oggi, completamente noncurante della continuity originale ed ambientata in un mondo alternativo chiamato “Regno di Mu”.
Si può ben notare, quindi, come l’Imperatore delle Tenebre molto probabilmente venne volutamente lasciato in sospeso da parte degli autori, dando l’idea di essersi ritirato, per poi ricomparire nuovamente in quel sequel che, purtroppo o per fortuna, non sarà mai realizzato.

Fine parte contenente spoiler

PENSIERO FINALE

“Il Grande Mazinga” si è rivelato essere una serie mecha godibile e intrattenente, che nonostante la narrazione episodica figlia di quei tempi mi ha saputo sorprendere e divertire; la consiglio vivamente a chi vorrebbe scoprire un cult degli anime robotici e delle produzioni Nagaiane, che ha comunque cambiato numerosi aspetti del genere robotico, ovviamente contestualizzandola al periodo storico in cui è uscito

Voto finale: 8-