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Come temevo "Evangelion: 3.33 you can (not) redo" è riuscito nell'impresa di abbassare ulteriormente il livello del mio apprezzamento introdotto dai primi due "atti" del "rebuild/refurbishment" della saga/brand "Evangelion". Col secondo atto ci eravamo lasciati con il c.d. third impact potenziale (e scampato) e un Shinji che riusciva a salvare l'"amata" (???) Rei e l'altrettanto potenziale "perfezionamento dell'uomo", per ritrovarci proiettati nel futuro (14 anni per la precisione rispetto al termine del secondo film) in un furioso e spettacolare (ma anche lungo e noioso) combattimento in cui si fa fatica a comprendere il perché ci si ritrova in tale situazione. ù

In tre anni il buon Anno è riuscito a scrivere e dirigere tutto e il contrario di tutto: questo terzo atto sembra un "revirement" di quanto apportato di nuovo col il precedente film, ritornando alla logica "baka-Shinji" centrica dove il buon "otaku" vecchia scuola ritorna ad essere il fulcro paranoico della narrazione con l'ulteriore limite che più che solo sembra smarrito nel suo incerto ego.
A poco vale l'esca yaoi tra lui e K. Nagisa e le loro strimpellate a quattro mani al pianoforte per dare un minimo di colore emozionale ad un film "arido" quanto lo sguardo perso nel vuoto e il viso inespressivo di Rei, tornata ad essere una "bambola" che esegue e si attiva solo su ordine e non la ragazza clone che si ribella al despota Gendo e si sacrifica per la salvezza dell'umanità e di Shinji.
E anche il finale nuovamente aperto dopo l'ennesimo combattimento tra Eva e con Shinji in balia degli eventi...

Come sempre non mi resta che passare all'ultimo attuale capitolo del "rebuild" per capire dove andrà a parare questo "refurbishment" deludente...