logo GamerClick.it

-

"Araburu kisetsu no otome-domo yo" meglio conosciuto "Araburu" (In inglese "O maidens in your savage season") che più o meno suonerebbe come "O ragazze (forse meglio "fanciulle nubili") nel loro periodo dell'esistenza più selvaggio" è una serie anime di 12 episodi del 2019 sceneggiata da Mari Okada, prodotta dallo studio Lay-duce e tratta dal manga "Savage season" del 2016 scritto sempre dalla prolifica e poliedrica artista giapponese che con "Maquia" aveva esordito anche come regista un anno prima.

Della Okada ho avuto modo di vedere "Toradora!", "Anohana", "Maquia", "Her blue sky" e di tutte queste serie e film quello che mi ha convinto meno è stato "Anohana", rimanendo soddisfatto e/o colpito favorevolmente dalle altre opere.

"Araburu" in un certo senso mi ha ricordato "Scum's wish", serie anime del 2017 tratta dal manga del 2012: se dovessi pensare a trovare degli elementi in comune, credo che "Araburu" e "Scum's wish" rappresentino due possibili facce della stessa "medaglia" che si chiama "sesso nell'età adolescenziale".

"Araburu" prende in considerazione cinque ragazze delle scuole superiori alle prese con la scoperta delle interazioni sentimentali e fisico/intime con altre persone del sesso opposto o dello stesso sesso. Si potrebbe scrivere che la serie inizia per cercare di raccontare come queste cinque ragazze affrontano l'argomento "sesso" ma dopo i primi episodi ci si rende conto, secondo lo stile consueto della Okada, che prenderà il sopravvento l'aspetto sentimentale e. soprattutto, le considerazioni più o meno morali legate al solito mix di educazione, estrazione e ambientazione sociale e, soprattutto, di canoni universalmente accettati dalla società nipponica in tema di rapporti tra adolescenti.

La scusa (e negli anime quasi sempre c'è una "causa" esogena) per introdurre il pruriginoso argomento è la curiosità delle cinque ragazze membri del club di letteratura favorita dalle letture di opere e poesie a carattere più o meno erotica: Rika (l'integerrima presidentessa, tanto studiosa e severa anche con se stessa quanto vulnerabile e sensibili), Hitoha (la scrittrice di componimenti erotici on line e la più talentuosa ma anche la meno appariscente dal punto di vista fisico), Niina (la bella ed eterea attrice, enigmatica, controversa e in apparenza la più matura del gruppetto), Kazusa (l'ingenua e la sognatrice capace di slanci di gentilezza e generosità fuori del comune), Momoko (il personaggio meno sviluppato e in apparenza timido e impacciato al pari di Kazusa, ma sensibile e tenera) si ritrovano dopo scuola nelle attività di club nella lettura di componimenti poetici a carattere erotico.

Sarà il particolare periodo che stanno vivendo, non solo a livello emozionale ed intellettivo, ma ciascuna inizia a porsi delle domande sulla natura e sulla propria personale convinzione dell'amore e del sesso, con particolare riguardo alla profonda contraddizione tra i sentimenti più assoluti e puri dell'innamoramento (un po' ispirati dalle letture che eseguono e un po' dalle solite convenzioni educative e sociali) e l'istinto fisiologico di voler provare il sesso con esponenti del sesso opposto (ma non solo...).
Un mix di curiosità, paura del confronto e dell'essere giudicate, timore di non essere all'altezza, di fatica ad accettarsi per quello che si è, insicurezza, ma anche di tanti "pregiudizi" che, come un filtro si pone tra l'oggettività delle cose e la loro percezione da parte delle ragazze, porta ad una serie più o meno infinita di situazioni di incomprensione, di equivoco, amplificate ahimè anche e soprattutto dalla impostazione educativa prevalente dei giapponesi per la quale l'espressione di sè e dei propri sentimenti è piuttosto "castrata" da un formalismo talmente "stucchevole" che aggrava i problemi dei poveri ragazzi che stanno cercando di affrontare e risolvere i classici temi legati all'adolescenza e al passaggio all'età adulta.

La Okada ci prova a cimentarsi in questa "stagione selvaggia" dell'adolescenza e, al netto di qualche pecca/ingenuità, riesce a tratteggiare attraverso cinque personaggi principali femminili e alcuni co-protagonisti maschili (alcuni adolescenti come Izumi, l'amico di infanzia di Kazusa e Shun o Satoru, compagni di scuola delle ragazze, alcuni adulti come il professor Tomoaki e il regista Hisashi) quel momento irripetibile di transizione dalla fanciullezza all'età adulta che influenzerà e caratterizzerà, sia positivamente sia negativamente, ciò che diventeranno gli adulti del domani...

Tenderei a evitare di spoilerare la trama, ma, come è facilmente intuibile, questa pesca a piene mani dai soliti chiché del genere accentuando (ma non in modo esplicito e concreto) un aspetto che spesso che viene del tutto trascurato nelle c.d. rom-com scolastiche: la sessualità.
Mi correggo e aggiungo: la sessualità viene affrontata dal p.o.v. "femminile" che è molto più "testuale", di sensazioni, emozioni, sogni, speranze e sentimenti e non di mera visione "carnale" più tipicamente maschile come quella di "Scum's wish".
Una sessualità più "emotiva" e molto meno "concreta" e "materiale" che i maschi adolescenti tutto testosterone e vittime del classico immaginario tipico dei modelli anche educativi che portano in molti casi ad una carenza di tatto, sensibilità e attenzione a favore del più o meno esclusivo soddisfacimento del proprio piacere sessuale.

Mari Okada è stata tuttavia indulgente anche nei confronti del mondo maschile, o meglio, di quella realtà in cui i ragazzi coetanei non vengono disegnati come satrapi indemoniati ma ancora ispirati a quell'amore "puro" e "assoluto" che caratterizza anche le ragazze, con quella ingenuità, dolcezza e attenzione che fa fatica comunque a contenere l'istinto più rude di arrivare al "dunque" con le ragazze. Meno indulgente lo è stata nei confronti dei maschi adulti (vedasi il regista dai gusti "particolari" mentore della bella Niina e il professore della scuola irretito dalla personalità forte di Hitoha), sebbene alla fine della serie proprio il professore sembra riuscire a cogliere e a spiegare alle cinque compagne e amiche il senso del particolare momento della loro esistenza.

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere...

Di certo Mari Okada non ha avuto la presunzione di scrivere una storia ispirandosi al famoso libro del 1992 dello psicosessuologo ed esperto di comunicazione statunitense John Gray.
"Araburu" non è certo un anime che si pone come una chiave per il miglioramento delle relazioni di coppia, ma proprio la parte finale dell'ultimo episodio nobilita un po' l'intera storia narrata con un bel flash-forward in cui le ragazze un po' più cresciute sembrano essere riuscite, ciascuna a suo modo, a superare il "guado" dell'adolescenza e vivere i loro sentimenti in un modo meno "assoluto" e "melodrammatico", riuscendo anche a pensare al sesso non come un fine o traguardo o una prova ma come una normale "interazione" con la persona cui si pensa di voler anche bene.

"Araburu" pecca tuttavia anche di profonde ingenuità e lacune. A differenza di "Scum's wish", tende comunque a risultare una serie "buonista", positiva e dalla proposta di una visione "limitata" e ingenua dell'adolescenza, che, nonostante la buona idea iniziale, tende poi a non distinguersi molto da altre commedie romantiche ad ambientazione scolastica, con l'aggiunta del solito cliché della "esasperazione" delle caratteristiche delle protagoniste, tutte esageratamente "caratterizzate" (anche la stessa Niina è a tratti quasi irritante nel suo essere fisicamente eccessivamente kawaii, quasi vittima della sua bellezza e con un atteggiamento particolarmente disinibito e superiore...).
Sarà il target scelto dall'artista ma sebbene sfiori, ad esempio, anche il tema dell'omosessualità e della gravidanza indesiderata, lo fa in modo troppo superficiale e sommesso, quasi fossero da considerare quasi degli "incidenti" di percorso piuttosto che delle variazioni alla "route" della serie che capitano e che potevano essere sviluppate e approfondite per rendere il suo messaggio ancora più forte e interessante. In tante reazioni ripetute delle protagoniste mi è parso di rivedere un po' gli stessi personaggi di "Anohana" e per me la somiglianza non è certamente un aspetto pienamente positivo...

Dal punto di vista tecnico, pur non essendo lontanamente paragonabile al film "Maquia", il chara design, i fondali, le animazioni e i dettagli dei disegni nonché i colori non sono male e risultano adeguati al tipo di produzione. Il disegnatore ha privilegiato gli occhi, gli sguardi e l'espressività dei visi, che ritengo degni di nota rispetto al resto.

Al paziente lettore di questa recensione non resta che immergersi nell'ennesimo anime che affronta quel periodo di tempo in cui si verifica una transizione sia fisica che emotiva dall'infanzia all'età adulta, con il consiglio di vedere la serie con la consapevolezza che nell'adolescenza "[...] senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della [sua] onnipotenza mentale.” (E. Scalfari).