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"Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai" (ovvero "Ao-chan Can't Study" - "Ao non può studiare") è una serie di dodici mini-episodi della durata di dodici minuti andata in onda nel 2019, che affronta in modo comico/demenziale il pruriginoso tema di cosa pensano e come vivono il sesso i ragazzi in età adolescenziale.

Di recente mi è capitato di vedere "Aruburu", la serie di Mari Okada dal titolo piuttosto roboante "O fanciulle nella vostra stagione selvaggia", e non posso esimermi dall'evidenziare qualche somiglianza tra le due serie che sono uscite anche a breve distanza l'una dall'altra. Beh, il consiglio che mi sento di dare al lettore del mio modestissimo contributo è quello di visionare anche "Araburu", se si è apprezzato l'anime in recensione, perché, in un certo senso, partono dalle medesime premesse e si completano a vicenda.

Per "Ao non può studiare" posso scrivere che anche in questo caso la letteratura erotica costituisce il sostrato posto alla base della storia. La bella protagonista Ao Horie, studentessa delle superiori, è la figlia di un famoso scrittore di romanzi e libri erotici, e, vuoi per reazione contraria al "licenzioso" genitore, è una ragazza dalla visione "molto rigida" (latamente bigotta) dei rapporti interpersonali con esponenti del sesso opposto e completamente dedita allo studio.
Tuttavia, il fato la pone di fronte a una dichiarazione d'amore da parte del compagno di classe Takumi Kijima, altrettanto carino e popolare tra le ragazze, tanto che anche l'amica del cuore di Ao, Miyabi Takaoka, se ne è invaghita.

Mi fermo qui. Di sicuro questa serie dà il suo meglio nella narrazione delle situazioni più equivoche, affrontando in modo spesso esilarante le paure, i dubbi, le convenzioni, i sensi di colpa di Ao e Takumi nell'affrontare la loro storia di amore in un contesto come quello della società giapponese, in cui anche toccare una mano della persona che piace diventa un'impresa titanica, dare un bacio assomiglia al primo passo dell'uomo sulla Luna e arrivare al sesso probabilmente diventa un viaggio spaziale ai confini del Sistema Solare.

C'è di bello in questa serie la presenza del padre di Ao. Al di là della rappresentazione grafica (una specie di mini-uomo molto infantile che può sembrare tutto tranne che un esperto di scritti erotici, piuttosto irreale e nonsense), esiste un membro della famiglia che, dall'alto della sua esperienza di scrittore, si prodiga a più riprese a capire la figlia e i sentimenti contrastanti che sta vivendo, sebbene resti sempre una macchietta coerentemente al genere della serie, risultando spesso più un combinaguai e dipendente anche materialmente dalla figlia (vedi lei sempre impegnata a cucinare per lui).

E così i mini-episodi raccontano dell'evoluzione di Ao (e anche di Takumi) verso l'agognato "happy ending" (almeno quello c'è, senza i soliti finali aperti e spesso "irritanti"), con un bel messaggio di speranza sui rapporti sentimentali tra ragazzi: vivere l'amore senza forzature o secondo idee e preconcetti forniti o imposti da altri. Ogni relazione ha i suoi tempi e ciascuno di noi metabolizza certe situazioni e sentimenti in modo diverso a seconda delle occasioni.

L'anime, al pari di "Aruburu", affronta anche le pulsioni più "terrene" dal punto di vista femminile. Sarà perché Ao ha la testa piena dei racconti del padre, ma è esilarante vedere quanti "film" si crea in ogni situazione più o meno ambigua (anche quando non lo è proprio) con l'immaginazione, per poi essere sempre più delusa dall'assoluta mancanza di intraprendenza di Takumi.
Sembra ancora una volta passare il messaggio "anche le ragazze pensano e vogliono il sesso", ma in realtà mi è sembrato di intravedere anche il corollario "i maschi non sono tutti dei satrapi dediti all'attentato delle virtù femminili". Forse una conclusione un po' ingenua e ottimistica che si basa ancora sulla visione dell'amore "puro" e "fanciullesco" dovuto alle prime esperienze in campo amoroso.

In questo ambito, la serie resta un ottimo momento di svago e divertimento, con momenti ecchi tutto sommato ridotti e non eccessivi. In una serie come questa, qualche situazione pecoreccia tipo B-movie anni '70 - '80 ci può anche stare, per corroborare il senso della serie: vivere i propri sentimenti e istinti in modo più rilassato e senza attribuire loro significati che non sono loro propri.